mercoledì 31 gennaio 2024
Sorriso e battute nell'incontro coi giornalisti a Roma. L'appello ai giovani e la conferma sulla partecipazione alle Olimpiadi di Parigi. «L'invito di Amadeus? Farò il tifo da casa»
Sinner durante la conferenza stampa a Roma

Sinner durante la conferenza stampa a Roma - Ansa

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Cardigan, maglietta bianca e il solito sorriso di sempre. È un Sinner dalle risposte efficaci come i vincenti della partita contro Medvedev quello che si è presentato in conferenza stampa nella nuova sede della Fitp a Roma a fianco del presidente Angelo Binaghi. La prima in Italia dopo la storica vittoria degli Australian Open, seguita da uno shooting al Colosseo. Residenza a Montecarlo, mancata partecipazione a Sanremo, Olimpiadi, social e prossimi obiettivi. Tanti gli argomenti toccati. A partire proprio dalle polemiche delle ultime ore, che ha spento con tranquillità, soprattutto quelle sulla residenza. «Quando ho compiuto 18 anni sono andato ad allenarmi a Bordighera con il mio ex allenatore che aveva residenza a Monaco. E a quel punto ho deciso di andarci anche io. La cosa più bella è che lì ci sono tanti giocatori con cui allenarsi e tante strutture. Lì mi sento a casa, ho una vita normale e posso andare al supermercato con zero problemi. Quindi sto bene lì» ha dichiarato, per poi chiarire anche la faccenda Festival.
(Avvenire si era occupato della questione a fine novembre: leggi qui)

Sanremo sì, Sanremo no? La risposta l’ha data ufficialmente lui in persona, strappando più di qualche risata. «L'invito di Amadeus a Sanremo? Faccio il tifo da casa. È un evento bello, ma guardo in avanti, quando dovrei andare a Sanremo sarò già a lavorare, non ci andrò» ha dichiarato Sinner. Alle Olimpiadi invece ci sarà: «Le Olimpiadi di Parigi saranno un momento chiave per me e per la mia crescita. Sarà la prima volta che le giocherò. Sarò contento di farne parte. Ci saranno tutti i migliori atleti del mondo che non vedo l'ora di conoscere per prendere spunti positivi». Sulla possibilità di essere il portabandiera azzurro ha invece confessato: «Ancora non ci penso».

In ogni caso, in questo momento e nei prossimi anni sarà il punto di riferimento per tantissimi giovani. E proprio a loro si è rivolto, mettendoli in guardia dalla pericolosità dei social, perché «si postano foto dove va tutto bene anche quando si sta male. Io personalmente vivo meglio senza i social e continuerò a fare così. I social non mi piacciono, non è quella la verità, vedi certe cose ma non sono quelle» ha aggiunto.

Jannik è un ragazzo «semplice e normale», come si è definito ancora una volta, che è «rimasto uguale a due settimane fa». Ama leggere quando ha tempo: «Porto sempre un libro con me durante i tornei» racconta. E guarda serie tv: «In Australia ho iniziato a guardare Animal Kingdom, solo che qua che in Italia non si vede, bisogna mettere la VPN» sottolinea con il sorriso tra i denti. E Binaghi che gli sussurra: «È illegale». E lui prontamente risponde, facendo scoppiare a ridere tutti: «Infatti io non ce l’ho eh!».

Nel suo sguardo sembra davvero non essere cambiato nulla rispetto a due settimane fa. Testa e cuore al tennis e non nessun timore del futuro: «Non ho paura di niente. Nella mia ci saranno dei momenti difficili da gestire, ma non ho paura. Sono tranquillo: io e il mio team lavoriamo per raggiungere obiettivi e sogni. Il mio sogno era quello di vincere uno Slam e ora so come ci si sente». E a chi gli chiede se il prossimo sia diventare il numero uno del mondo risponde: «Ci sono differenze tra i primi cinque del mondo e poi tra i primi tre, proviamo a fare un passo alla volta. Adesso in ogni torneo andrò a caccia, poi vedrò cosa riuscirò a prendere. Sicuramente proverò a giocare meglio i grandi Slam, ce ne sono altri tre. Il primo meglio di così non poteva andare (ride di nuovo, ndr)».

Nonostante il successo Jannik non ha fretta e pensa solo a «lavorare, perché è questo che mi ha portato al successo. Non c’è nessun altro segreto». Un lavoro facilitato dalla grande compattezza del team che lo segue da due anni dopo la separazione con Piatti: «Mi sono buttato nel fuoco» racconta rievocando quella scelta. Ma ha avuto ragione lui. Ora è circondato da una vera e propria famiglia, come amano definirsi. E adesso? «Sarà molto importante la programmazione, abbiamo fatto molto bene lo scorso anno, il fisico ora è abbastanza buono ma so che devo migliorare quella parte lì, la forza ma anche la resistenza. Tanta palestra. Posso servire un po' meglio e migliorare in tutto. Ho lavorato bene sullo step mentale. Ho capito come affrontare certe partite e certi momenti, ma c'è ancora tanto da fare».

Il pensiero di Jannik, inoltre, è andato anche alla sua terra, dove non è voluto andare dopo il brutto incidente nel quale ha perso la vita una mamma di 47 anni e due dei suoi tre figli: «Non sono andato a Sesto Pusteria per questo motivo, non era assolutamente il caso di festeggiare». Jannik, infine, ha parlato affettuosamente di Alberto Tomba: «Ci sentiamo, è un bravissimo tipo, spero di andare a sciare il prima possibile con lui, sarebbe speciale». E anche di Berrettini: «Matteo mi ha sempre aiutato, tengo molto a lui. Spero di rivederlo nel circuito il prima possibile. Ci siamo sentiti dopo la finale, mi ha fatto dei bellissimi complimenti, così come tutta la squadra della Davis». E domani, proprio con gli azzurri che hanno regalato la seconda insalatiera all’Italia, Jannik, fresco della nomina di ambasciatore dello sport italiano nel mondo da parte del ministro Antonio Tajani, verrà ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La festa non è ancora finita.

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