mercoledì 13 dicembre 2017
La legislatura è agli sgoccioli e la legge che vieta il finanziamento alla produzione di mine antipersona è ferma al Senato
Membri dell'unità di sminamento Onu nella zona cuscinetto a Cipro Nord nell'area occupata dalla Turchia

Membri dell'unità di sminamento Onu nella zona cuscinetto a Cipro Nord nell'area occupata dalla Turchia

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Approvare subito la legge che vieta il finanziamento della produzione di mine antipersona, rinviata alle Camere dal Quirinale il 27 ottobre per un vizio di forma. Alla vigilia del meeting di Vienna sulla Convenzione di Ottawa, la Campagna italiana contro le mine si appella al presidente del Senato. Lo fa per chiedere a Piero Grasso che solleciti la calendarizzazione e il voto sul testo. La legislatura è agli sgoccioli, la legge di bilancio sta monopolizzando l'attività dei legislatori e se Palazzo Madama non brucia i tempi, dando modo anche a Montecitorio di esprimere il voto finale, tutto il lavoro compiuto finora andrebbe sprecato.

Come si ricorderà, la legge che vieta a banche e finanziatori italiani di sostenere - anche all'estero - la produzione di mine antipersona (in Italia produzione, vendita, stoccaggio sono già vietati dal 1997) era stata approvata definitivamente il 3 ottobre scorso. Ma il Quirinale ha rimandato la legge ai parlamentari perché ne correggano un passaggio che di fatto riservava, in caso di violazione, un trattamento di favore - solo sanzioni e non carcere - per i vertici bancari rispetto agli altri soggetti, per i quali era previsto anche il carcere.

Oggi la commissione Finanze e tesoro ha definitivamente concluso l'iter di revisione del testo del disegno di legge S 57 bis rinviato con una nota di incostituzionalità. La Commissione ha approvato un emendamento per correggere l'articolo 6 "incriminato": al comma 2 ha inserito il passaggio «Salvo che il fatto costituisca reato». Il testo ha inoltre raccolto il parere favorevole o non ostativo di sei commissioni (Esteri, Difesa, Bilancio, Giustizia, Industria e Affari Costituzionali). La commissione Finanze ha quindi conferito mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge.

«La Campagna italiana contro le mine si appella al Presidente del Senato ed a tutti i Senatori - dichiara il direttore della Campagna italiana, Giuseppe Schiavello - perché si possa approvare immediatamente il disegno di legge e trasferirlo alla Camera. E' l'unica legge rinviata alle camere dalla Presidenza della Repubblica, ma anche l'unica votata all'unanimità da tutte le forze politiche. Non approvarla sarebbe uno schiaffo all'impegno della società civile ed allo sforzo profuso da tutti i parlamentari. La sua approvazione invece un segnale positivo per tutti».

Giuseppe Schiavello ricorda inoltre che la prossima settimana si terrà dal 18 al 21 dicembre a Vienna il XVI meeting degli Stati Parte della Convenzione di Ottawa. Quattro giorni di lavori che annualmente fanno il punto sullo stato dell'impegno nella mine action da parte degli Stati aderenti alla Convenzione di messa al bando delle mine. «L'Italia si presenta a testa alta in virtù del suo ventennale e credibile coinvolgimento, rappresentato dalla delegazione italiana al Disarmo di Ginevra. Sarebbe certamente una buona notizia - afferma Schiavello - poter almeno comunicare la volontà di non seppellire in un nulla di fatto questo disegno di legge voluto da tutti». Anche la voce dell'Associazione nazionale Vittime civili di guerra, insieme alle tante organizzazioni che seguono questo iter e ai 10 mila firmatari dell'appello on line si aggiunge all'accorata richiesta ai parlamentari per l'approvazione di questa legge entro questa legislatura: «Mai più finanziamenti per produrre strumenti di morte banditi dal nostro Paese».

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