venerdì 14 febbraio 2025
A un anno, metà delle opere non sono ancora iniziate. Riflettori accesi sui costi e sulle infrastrutture (soprattutto stradali) che rimarranno per il dopo evento. Eppoi c'è la questione sicurezza
Il cantiere del villaggio olimpico Milano-Cortina 2026 presso l’ex scalo di Porta Romana a Milano

Il cantiere del villaggio olimpico Milano-Cortina 2026 presso l’ex scalo di Porta Romana a Milano - Ansa

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Per la metà delle opere non è ancora stata posata la prima pietra. Mentre solo sei delle 59 (il 10%) per cui la fine lavori è prevista entro il 4 febbraio 2026 sono concluse. E’ quella infatti la data in cui tutto dovrà essere pronto e funzionante, per l’avvio delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Eppure l’ultimo rapporto di un cospicuo gruppo di associazioni non fa intendere nulla di buono (almeno per il momento). A meno di un anno dall’inizio delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026, Libera insieme alle 20 associazioni promotrici della campagna internazionale di monitoraggio Open Olympics 2026 per la trasparenza dei Giochi invernali presentano il secondo report di monitoraggio civico “A un anno dall’avvio dei Giochi invernali, che cosa rivelano i dati del portale Open Milano Cortina 2026?”. Report che appunto analizza i dati disponibili sul portale della società organizzatrice Simico. “Il report, che si basa sui dati aggiornati al 31 dicembre 2024, offre un'analisi dettagliata dello stato di avanzamento delle 100 opere previste nel Piano delle Opere. Sebbene il portale Open Milano Cortina 2026 gestito da Simico S.p.A. abbia reso accessibili e leggibili i dati, emergono ancora alcuni segnali di preoccupazione” sottolineano le associazioni.

Non solo impianti sportivi ma soprattutto strade e trasporti

Trenta delle opere presenti sul portale sono categorizzate come essenziali allo svolgimento dell’evento olimpico e paralimpico, mentre per più del doppio dei casi (64) si tratta di opere legate alla “legacy” dell’evento, cioè di lascito di lungo periodo ai territori che ospiteranno i Giochi. Queste comprendono interventi infrastrutturali di vario tipo, in misura predominante si tratta di lavori stradali o ferroviari (40 di 64 opere legacy). La suddivisione delle opere stradali ferroviarie prevede che il 70% riguardano strade mentre il 30% il trasporto pubblico. L’ammontare della spesa destinata alle opere propedeutiche all’evento olimpico è di circa mezzo milione di euro (13% della spesa totale), mentre la spesa destinata alle opere di legacy è di quasi 3 miliardi di euro (87% della spesa totale). La spesa destinata alla realizzazione delle sole opere di legacy Stradali/Ferroviari è di 5,6 volte maggiore di quella destinata alle opere essenziali per l’evento olimpico. Lo stato degli interventi è in continuo sviluppo: 6 sono le opere per cui i lavori sono già conclusi; 40 sono le opere per cui i cantieri sono all’opera; 8 sono le opere i cui lavori sono in gara per essere assegnati agli operatori economici che le realizzeranno; 40 opere sono ancora in progettazione.

I costi lievitati da 3,2 a 3,6 miliardi

Il rapporto mette sotto la lente di ingrandimento le opere ma anche l’evoluzione della spesa totale prevista: il Dpcm del 26 settembre 2022 stimava un costo di 3,27 miliardi di euro, mentre il Dpcm successivo, quello dell'8 settembre 2023 lo rivedeva al rialzo: 3,6 miliardi di euro. A oggi l’investimento economico totale si attesta a 3.383.507.766,83 euro (mancano però ancora 6 opere).

Le domande ancora aperte

Quanti sono i progetti legati alle Olimpiadi? Quanto si sta spendendo effettivamente e quale impatto hanno sull’ambiente? Sono le domande ancora aperte che Libera e le associazioni chiedono agli organizzatori. “Nel portale di Simico si riportano i dati di 94 opere, ne mancano quindi ancora 6, per raggiungere la totalità delle 100 opere complessive del Piano più aggiornato – sottolineano le associazioni - C’è però una questione in più. C’è una pluralità di opere, a partire da quelle stradali, che, essendo fuori dal DPCM del 2023, non compaiono nel portale di Simico. Eppure, nelle delibere e nelle determine (regionali o comunali) il riferimento esplicito ai Giochi invernali è presente”. Per quanto riguarda i costi, l’informazione della spesa economica è suddivisa tra fonti di finanziamento, pubbliche (con riferimento al specifico Ente) e private. “Tale dettaglio al momento non è presente nel portale Simico, ma sarebbe opportuno poter accedere a tale informazione, in occasione dei futuri aggiornamenti dei dati”. A oggi, quindi, non è possibile informare su quante risorse stia mettendo a disposizione lo Stato, quali le Regioni, quali i Comuni coinvolti e quali i privati. Per quanto riguarda infine l’impatto ambientale, i dati evidenziano come la maggior parte delle opere non sia stata sottoposta alle valutazioni ambientali, “di fatto largamente bypassate grazie ai commissariamenti straordinari (in contrasto con quanto previsto dal dossier iniziale)”. Da ultimo (ma non meno importante) c’è anche la questione della sicurezza sul lavoro e nei cantieri. “Se è vero che ogni opera ha una sua tempistica, esprimiamo preoccupazione qualora quello della sola velocità divenisse il criterio guida. E sappiamo, per esperienza storica, che in tali situazioni i costi rischiano di scaricarsi sulla tutela del lavoro, sulla tutela dell’ambiente e sulle forme di controllo”.



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