lunedì 10 marzo 2014
​"Ero disperata, sono stata io". Con queste parole, alla fine di un lungo interrogatorio, Edlira Dobrusci, ha ammesso le sue responsabilità nell'omicidio delle tre figlie Simona, Casey e Sindey. Era stata lasciata dal marito.
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Ci sono soprattutto foto delle figlie sul profilo Facebook di Edlira, la donna che questa mattina in casa a Lecco ha ucciso le tre bambine e poi ha tentato il suicidio. "Le mie figlie sono tutta la mia forza" ha scritto meno di una settimana fa, il 3 marzo. Pensando a quanto è successo oggi fa effetto una frase che ha condiviso il 25 febbraio "Ricordati sempre che non è il coltello in sé che ferisce, ma la mano che lo impugna". Non era da molto che Edlira, o meglio Eda, era su Facebook: solo da giugno e oltre a qualche foto in villeggiatura, qualche sua immagine con i capelli biondi sciolti o dei lavori che faceva a mano, come centrini e borsine, protagoniste assolute sono le bambine. Come commento a un'immagine della piccola Sidney ha scritto 'Il mio angelo custode". Caricando quattro immagini della più grande, Simona, a luglio ha commentato "avere una figlia da giovane è una cosa bellissima, che ci aiuta a mantenerci giovani". L'impressione che si ricava è quella di una donna romantica (fra i suoi film preferiti ha elencato Titanic, Ghost, Dirty Dancing, La ricerca della felicità e anche Shrek) e fra i libri 'Lettera a un bambino mai natò di Oriana Fallaci. Gli ultimi due post sono frasi condivise due giorni fa. Nessun messaggio esplicito alla partenza del marito e alla decisione di separarsi. Una è una storia sulla fiducia che una volta persa non si trova più, l'altra invece è una frase di Massimo Bisotti "Chi non vuol esserci non c'è nemmeno se ti ci siedi accanto. Chi c'è, c'è anche quando credi che non ci sia".Rintracciato grazie a un parente già nel corso della mattinata, durante il suo viaggio, e informato della tragedia occorsa alla sua famiglia, l'uomo, Bashkim Dobrushi, di 45 anni, un operaio metalmeccanico che da 15 anni vive stabilmente in Italia e ha doppia cittadinanza, incensurato, sta ora tornando a Lecco. I carabinieri lo attendono per domattina quando lo sentiranno in caserma. Il padre delle tre bambine aveva preso quindici giorni di ferie per recarsi a Kukes, suo paese natale, per spiegare alle famiglie d'origine la decisione di separarsi dalla moglie. Dalla carta d'imbarco risulta aver preso il traghetto da Bari per Durazzo sabato. A rintracciarlo è stato il fratello, che abita anch'egli a Lecco."Ero disperata, sono stata io". Con queste parole, alla fine di un lungo interrogatorio, Edlira Dobrusci, ha ammesso le sue responsabilità nell'omicidio delle tre figlie. La 37enne albanese è stata arrestata dai carabinieri di Lecco.Ha ucciso le figlie utilizzando due coltelli e poi ne ha rivolto uno verso se stessa tentando il suicidio. È uno dei particolari che emergono dalle indagini sulla dinamica del triplice delitto avvenuto stamani all'alba a Lecco. La madre, che è stata arrestata, si è così ferita in modo non grave ai polsi e agli avambracci.Dopo avere ucciso le sue tre figlie - Simona, Casey e Sindey -, la madre ha ricomposto cadaveri insanguinati sul letto della sua camera. Il particolare emerge dalle indagini nell'appartamento del triplice delitto a Lecco. Poi la 37enne ha suonato a un vicino di casa dicendo: "le mie figlie non ci sono più". L'allarme ai carabinieri di Lecco è giunto pochi minuti prima delle 6,30 quando il 118 ha avvisato i militari di avere soccorso una donna in una palazzina in evidente stato confusionale e completamente imbrattata di sangue. A chiamare i soccorritori è stato un vicino di casa che ha sentito delle grida ma ha pensato a un litigio. È stata poi l'assassina a suonare alla sua porta. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto hanno trovato una scena sconvolgente, con i tre corpi della bambine ricomposti sul letto nella camera matrimoniale, ma con tutta probabilità colpiti altrove. Due delle figlie, presumibilmente le più piccole, potrebbero essere state colpite nel sonno, mentre la più grande, dal tipo di ferite che presenta, sarebbe riuscita a rendersi conto dell'aggressione tentando di difendersi. La dinamica esatta di quanto accaduto è però ancora da chiarire nei suoi particolari, visto che la donna si trova in uno stato di prostrazione, ricoverata in ospedale e dopo avere confessato non ha fornito molti altri elementi sul suo raptus. Di certo ha usato due coltelli, che sono stati trovati nel piccolo appartamento, di circa 60 metri quadrati, composto dalla camera matrimoniale, da una stanza dei bambini con due letti a castello e da un soggiorno. Alla fine la madre ha tentato di tagliarsi le vene procurandosi però solo delle profonde ferite agli avambracci e, grondante sangue è uscita sul pianerottolo ha suonato al vicino ed è stata trovata delirante nell'androne dai carabinieri corsi sul posto.
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