martedì 11 febbraio 2025
Mimmo Battaglia ha fatto visita alla nave Ong ancorata nel porto assieme a 40 ragazzi della Caritas diocesana. “La nave come una porta del Giubileo”. Nuova missione a metà marzo
L'arcivescovo don Mimmo Battaglia con il cappellano di bordo della Mare Jonio, don Mattia Ferrari

L'arcivescovo don Mimmo Battaglia con il cappellano di bordo della Mare Jonio, don Mattia Ferrari

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Hanno ascoltato in silenzio i racconti dei marinai e del comandante: quei salvataggi in mare, di notte, con la paura di perdere quella mano, poi le minacce dei libici armati che si avvicinano con le motovedette per tentare di impedire il soccorso. Una giornata di mare e di soccorsi come tante, raccontata a chi non ha mai visto quello che veramente succede in quel tratto di mare fra Libia e Italia. Martedì mattina una quarantina di giovani hanno fatto visita con l’arcivescovo Mimmo Battaglia alla nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea Saving Humans, ancorata nel porto di Napoli. Uno dei tanti “open day” programmati dalla Ong e che termineranno il prossimo 16 febbraio. Una visita fortemente voluta dal cardinale, che è stato accolto a bordo dal comandante della nave umanitaria, Filippo Peralta, dalla presidente di Mediterranea Saving Humans, Laura Marmorale, dalla capo missione Sheila Melosu e da don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea. Don Mimmo è salito sulla nave insieme a 40 ragazzi e ragazze della Caritas di Napoli impegnati in attività di volontariato in città, per una visita e per ascoltare come avvengono le operazioni di soccorso. “Mi piace pensare a questa nave come una porta del Giubileo” ha detto il cardinale Battaglia "Quello che fa Mediterranea è un segno di speranza che deve essere anche la nostra speranza, di noi tutti e tutte. Oggi più che mai questa umanità ha solo bisogno di altra umanità, e molte volte tutto questo noi lo dimentichiamo. A me piace pensare realmente questa nave, che è piccola rispetto a tante altre, ma che è grande per il cuore che la abita, come l'ennesima porta di questo Giubileo che stiamo celebrando come Chiesa. Per una ragione molto semplice, perché il Giubileo è sperimentare la misericordia e la compassione di Dio e riconciliarsi con la vita e con la propria storia e afferrare con tutte e due le mani la speranza. Questo è quello che fa questa nave, per questo è una porta del Giubileo". ”La cosa che più ha incuriosito i ragazzi – aggiunge don Mattia Ferrari, cappellano della Ong – è stato il racconto dei salvataggi”. “La visita di don Mimmo è stato un vero dono per tutto l’equipaggio – ha aggiunto Beppe Caccia, coordinatore delle operazioni - Ma è tutta l’accoglienza della città di Napoli per la Mare Jonio a essere qualcosa di straordinario”. Terminati gli open days, il prossimo 16 febbraio, la nave andrà in cantiere per normali controlli di routine e già programmati, poi sarà pronta per una nuova missione. "Il programma è quello di ripartire a metà marzo per una nuova missione”.

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