mercoledì 30 giugno 2010
Boom del poker via Internet: + 50% Ogni giorno si «bruciano» 15 milioni. Si moltiplicano i concorsi e le opportunità di rischiare (e perdere) denaro. Lo Stato incassa (ma sempre meno in percentuale) e nel divertimento pericoloso se ne va oltre il 3 per cento del Pil.
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L’ultimo arrivato (per il momento) sarà il poker "cash" (una modalità di gioco diversa dall’attuale per iscrizione e chiusura della sessione), esponente di punta della schiera dei cosiddetti nuovi giochi a distanza, previsti dal decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 e in via di introduzione nel giro di alcuni mesi. «Allegria», direbbe il compianto Mike. Allegria, perché avremo un’occasione in più per buttare soldi nel pozzo senza fondo dei giochi organizzati o autorizzati da uno Stato costretto suo malgrado a trasformarsi in biscazziere per drenare denaro con il quale far fronte alle sue spese. Nel 2009, l’ammontare è stato di 54,4 miliardi di euro, il 3,5% del Pil nazionale, con un + 14,4% rispetto al 2008, mentre in 10 anni la raccolta si è triplicata.Giocheremo tranquilli. A casa nostra. In tutta privacy. E in attesa del nuovo poker c’è di che sbizzarrirsi. Leggiamo l’elenco sul sito dell’Amministrazione autonoma monopoli di Stato: scommesse sportive a quota fissa, scommesse ippiche, lotterie istantanee (Gratta e vinci), ippica nazionale e internazionale, concorsi pronostici (Totocalcio, il9, Totogol) e scommesse a totalizzatore (Big Match e Big Race), giochi di abilità, Superenalotto e Superstar, Bingo, Win for life, operativo quest’ultimo dal 30 marzo scorso.«Ancora una volta – si legge nel sito dei Monopoli – si conferma l’orientamento delle preferenze del pubblico sulle due categorie più popolari (giochi di abilità e scommesse sportive) che insieme rappresentano a maggio (2010, ndr) ben il 93,4 per cento della raccolta a distanza e che meglio si prestano alla fruizione on line. Per le restanti categorie, che conseguono complessivamente il 6,6%, continua a prevalere invece l’abitudine alla fruizione "fisica", con l’eccezione del bingo che sembra avere la potenzialità di essere popolare sia on line che nelle sale».In effetti, nel primo quadrimestre è stato boom, soprattutto del poker, con visibile proliferazione degli spot televisivi dei siti di gioco: + 57% rispetto al 2009, una media giornaliera che sfiora i 15 milioni per un totale di giocate pari a 1,78 miliardi e una proiezione annuale superiore ai 3 miliardi.Addio, o quasi, al vecchio gioco del lotto. I giochi di una volta fanno ormai parte di una archeologia ludica sulla quale domani i posteri discetteranno al pari di come noi oggi discutiamo di archeologia industriale. Il mondo cammina velocemente, il computer è entrato in tutte le case. Non hai di meglio da fare? Ti annoi? Mettiti alla tastiera e clicca. Ti piace il poker? I siti si sprecano, sono invitanti, accattivanti, ti offrono bonus, ti adescano. Sei in casa, nessuno ti controlla, a nessuno devi rendere conto di quello che fai.Poker on line, e non solo. «La crescita del mercato in Italia – scommesse, lotto, totocalcio, superenalotto, totogol, gratta e vinci, bingo, videopoker, slot machines e svariatissimi tipi di lotterie – è sotto gli occhi di tutti», conferma Francesca Picone, psichiatra, responsabile del Progetto Gap (gioco d’azzardo patologico) della Asl di Palermo.Nulla di nuovo, se non fosse per le modalità inedite di pratica del gioco d’azzardo, figlie dell’informatica, del Web, della connessione veloce oggi alla portata di qualsiasi utente di una linea telefonica. Così il gioco, poker o altro, invade la vita personale e familiare. Se prima, ai tempi dell’archeologia ludica, poteva più facilmente essere innocuo, gioioso e perfino gratificante (tranne per chi diceva addio ad una intera fortuna al tavolo verde di Venezia o di Campione) ora ha cambiato volto. «Se non è più innocuo diventa una dipendenza», incalza la dottoressa Picone. La sua esperienza quotidiana l’ha indotta a formulare una terminologia nuova: «È una dipendenza senza sostanza». Insomma, non è polvere bianca, non è erba, non è psicofarmaco, non è anfetamina: è solo voglia irrefrenabile di giocare. «Ma l’analogia con la dipendenza da sostanze è fortissima. Il giocatore è completamente assorbito, perde la capacità di controllarsi, non riesce a smettere, brucia cifre superiori alle proprie possibilità e fa grossi debiti ma non smette di pensare a come procurarsi i soldi per continuare. Allora fa anche cose illegali, si isola dal contesto familiare e lavorativo, compromette i rapporti affettivi...».Anche i ragazzini, o forse soprattutto loro, abboccano nonostante i divieti legislativi per i minori. Ma le slot machines sono a portata di mano. Il computer è lì, il videopoker attende, il terminale per seguire una corsa sulla quale è stato puntato un mucchio di soldi è acceso... Oscar Wilde diceva di essere in grado di resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Figuriamoci uno studente svogliato, una casalinga disperata, un cassintegrato con l’acqua alla gola...
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