martedì 25 giugno 2019
Estro e tradizione nel repertorio dei 102 musicisti 'con gli alamari', che stasera apriranno la festa di «Avvenire». All’Arma sarà concessa la cittadinanza onoraria materana.
Il concerto al Teatro dell'Opera di Roma il 27 maggio scorso (Foto Ufficio stampa Arma dei carabinieri)

Il concerto al Teatro dell'Opera di Roma il 27 maggio scorso (Foto Ufficio stampa Arma dei carabinieri)

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C’è chi l’ha definita una «orchestra di fiati» e chi, invece, «una banda sinfonica che suona come un’orchestra». Chi gonfia il petto alle prime note del Carosello storico, quando i cavalieri rievocano la carica di Pastrengo. E chi invece si commuove ogni volta nel riascoltare l’interpretazione della colonna sonora di Nicola Piovani per il film da oscar «La vita è bella» con Roberto Benigni. Già, perché nel bagaglio della Banda musicale dell’Arma dei Carabinieri (che spazia dalle marce militari alla musica lirica fino a quella cosiddetta 'leggera') c’è un repertorio talmente vasto da sfuggire a facili etichette e classificazioni. Stasera, a Matera, ne avranno un corposo assaggio gli spettatori del concerto che, alle 20 in piazza San Francesco, aprirà la festa di 'Avvenire'.

Per l’occasione, il Comune concederà la cittadinanza onoraria materana all’Arma dei Carabinieri. E c’è da dire che lo straordinario palcoscenico della città dei sassi, quest’anno capitale europea della cultura, potrebbe essere indubbiamente uno dei più suggestivi, nella quasi bicentenaria storia della Banda. Pochi sanno, infatti, che la sua nascita risale ormai a quasi due secoli fa: il primo passo è datato 1820, quando venne istituito un nucleo di «8 trombetti », in seno al Corpo dei Carabinieri Reali. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1885 la cosiddetta «Fanfara» venne da Torino a Roma: all’epoca, era costituita da 29 elementi. A fine secolo, assunse il nome di «Musica».

E nel 1916 fece la prima tournee all’estero, all’ombra della Torre Eiffel. Quattro anni dopo, la formazione prese il nome di «Banda» e crebbe, in organico e repertorio, sotto la guida del maestro Luigi Cirenei, già allievo del compositore Pietro Mascagni, autore della celebre «Cavalleria rusticana». In seguito, la sanguinaria falce della Seconda guerra mondiale colpì anche i «carabinieri musicanti»: 42 di loro vennero deportati e le truppe naziste distrussero l’intero archivio. Dopo il conflitto, Cirenei e il suo successore, il maestro Domenico Fantini, s’impegnarono senza sosta per ricostruire l’organico. I loro sforzi furono ripagati, la Banda rinacque, come l’araba fenice, e spiccò il volo verso nuove terre, arrivando a contare ben 25 tournee planetarie: dal Brasile al Giappone, fino agli Usa, dove realizzò oltre 40 concerti. Da allora, non si contano le esibizioni dei musicisti dell’Arma, in Patria e all’estero, in occasioni solenni (come davanti a diversi Pontefici o ai Reali d’Inghilterra) o per raccolte di fondi, come quella in favore dei piccoli pazienti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Oggi la formazione conta 102 orchestrali (assunti e selezionati attraverso concorsi pubblici) ed è strutturata come «grande banda», secondo i criteri di Alessandro Vessella. Con flauti, clarinetti, trombe e sassofoni, è in grado di deliziare il palato di pubblici raffinati come quello del Lincoln center di New York, dove nell’aprile del 2016 la Banda ammaliò la platea passando da brani di Mozart, Verdi, Rossini e Bizet a Ennio Morricone e chiudendo in omaggio alla tradizione con «La Fedelissima», marcia ufficiale dell’Arma. Quella sera costituisce uno dei tanti ricordi affastellati nella memoria del maestro Massimo Martinelli, che da diciannove anni dirige i 102 virtuosi con gli alamari. Classe 1965, Martinelli ha nel curriculum una lunga esperienza bandistica: dalla Guardia di Finanza alla Marina militare e infine all’Arma, punto d’approdo di una carriera intessuta di estro e rigore, verve e disciplina.

Un mix che l’ha reso capace di affrontare, insieme ai suoi musicisti, la sfida di 'contaminazioni' emozionanti. Come quella del 27 maggio scorso, in occasione del 205esimo anniversario di fondazione dell’Arma, quando la Banda ha incantato il parterre del Teatro dell’Opera di Roma, spaziando dal jazz alla musica tradizionale sarda, anche grazie all’apporto di guest star d’eccezione come la violinista statunitense Caroline Campbell e il trombettista italiano Paolo Fresu. Un concerto spettacolare, ma in fondo solo una tappa del viaggio musicale della Banda, che si snoda da quasi due secoli sotto la celeste protezione della Virgo Fidelis.

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