venerdì 22 dicembre 2023
L’Associazione italiana per gli studi giuridici sull'immigrazione punta il dito contro l’accordo a Bruxelles: «I parlamentari europei possono (e dovrebbero) bloccare questa deriva»
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«Per fortuna l’articolo 10 della Costituzione italiana ci garantisce la possibilità di continuare a sostenere il diritto di asilo delle persone». Non ha dubbi Anna Brambilla, legale dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, impegnata a difendere i diritti di chi attraversa il Mediterraneo e approda sulle nostre spiagge, il Patto europeo su asilo e migrazione rappresenta «una deriva» delle politiche migratorie.

Sull’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue volto, secondo i promotori, a facilitare l’accoglienza dei richiedenti asilo e a favorire il rimpatrio di coloro che non hanno il diritto di restare in Europa, in realtà, sono in molti a puntare il dito. Soprattutto Ong e associazioni che si occupano di migrazioni e diritto.

Due i punti particolarmente critici: il primo riguarda sicuramente «l’introduzione della finzione di non ingresso – spiega la giurista Brambilla – come se ci fosse una dissociazione tra il territorio di uno Stato e l’ordinamento giuridico di quello Stato». «Il migrante cioè entra a Lampedusa ma si finge che non sia mai entrato» spiega. In secondo luogo «non si fa altro che amplificare quello che già accade in Italia con le procedure che avvengono in luoghi chiusi alla frontiera, in regime di detenzione».

«Non vedremo tante cose molte diverse – conclude Brambilla – sarà tutto molto più legittimato con procedure di asilo sempre più difficili. Tutto cambia perché niente cambi».

Il Parlamento europeo deve, tuttavia, ancora votare i testi definitivi. Asgi «esorta con forza tutti i parlamentari europei, individualmente e a prescindere dal loro schieramento politico, ad opporsi a questa pericolosa controriforma che nega il diritto di asilo e il diritto al non-refoulement (di non respingimento, ndr)».

«Se confermate nel testo finale, molte di queste norme sono innegabilmente incompatibili con la nostra Costituzione – prosegue l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – che prevale su qualsiasi altra normativa, quella comunitaria inclusa, nel definire come inviolabili e fondamentali il diritto alla libertà personale, il diritto d’asilo costituzionale, il diritto di difesa e il principio di uguaglianza».

Ma non c’è solo Asgi a schierarsi contro la nuova riforma. Ad alzare la voce sul compromesso raggiunto in sede euopea c’è anche una rete di associazioni di cui fanno parte Save the Children, Jesuit Refugee Service Europe, EuroMed Rights e Rete europea contro il razzismo. Secondo la rete umanitaria, «il Patto europeo su Asilo e migrazioni infligge un colpo devastante al diritto umano di chiedere asilo». In una nota le associazioni sostengono che, per andare incontro alle richieste degli Stati membri, il Parlamento europeo avrebbe fatto concessioni su tutti i punti chiave della prima versione del testo. «Il risultato attuale è la proposta della Commissione per il 2020 peggiorata dagli emendamenti del Consiglio».

«Il Patto mantiene il pericoloso concetto di “Paesi terzi sicuri” per consentire agli Stati membri di rimpatriare i richiedenti asilo nonostante il rischio di violazioni dei diritti umani. Ciò significa che i richiedenti asilo potrebbero essere trasferiti in Paesi come la Tunisia, anche nel caso in cui il governo di quel paese appoggiasse le espulsioni violente e collettive dei migranti dell’Africa sub-sahariana verso Libia e Algeria» sottolinea Sara Prestianni, responsabile di EuroMed Rights.

Secondo Prestianni, «il Patto integra inoltre il sostegno al bilancio nella dimensione esterna e nella gestione delle frontiere esterne come forma di “solidarietà”. Tuttavia, l’Ue non dovrebbe essere il facilitatore di tali violazioni dei diritti umani. Il Patto europeo deve proteggere i richiedenti asilo dalla violenza e aprire percorsi legali, invece di incoraggiare sempre più detenzioni e respingimenti». In particolare, per Save the Children, l’accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e i governi nazionali in Europa, «porterà a palesi violazioni dei diritti dei minori, mettendoli in pericolo, e porterà a ulteriori separazioni delle famiglie».

Il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo porterà anche a «sistematizzare la detenzione di minori di tutte le età ai confini dell’Ue e minerà il loro equo accesso all’asilo in tutto il continente». «In effetti, l’accordo raggiunto è storicamente negativo - dice Willy Bergogné, direttore di Save the Children Europe -. È evidente che per la maggior parte dei legislatori la priorità era chiudere le frontiere e non proteggere le persone, comprese le famiglie e i bambini che fuggono dalla violenza, dai conflitti, dalla fame e dalla morte mentre cercano protezione in Europa».



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