lunedì 8 febbraio 2021
L'alpinista altoatesina è in viaggio verso casa. Ha interrotto la spedizione alla seconda montagna della Terra dopo la scomparsa del compagno di cordata: «Esperienza brutale»
Tamara Lunger al campo base del K2

Tamara Lunger al campo base del K2 - Facebook/Tamara Lunger

COMMENTA E CONDIVIDI

Una spedizione partita con tanto entusiasmo si conclude in maniera drammatica. È in viaggio verso l'Italia, Tamara Lunger, l'alpinista altoatesina di 34 anni, che stava tentando di salire il K2 (8.611 metri) in inverno (sarebbe stata la prima femminile assoluta nella stagione più fredda), ma ha dovuto rinunciare dopo le tragedie che, negli ultimi giorni, hanno coinvolto la piccola comunità internazionale degli alpinisti sistemati al campo base.

Dopo il grande exploit del 16 gennaio, con dieci alpinisti sherpa nepalesi che, primi al mondo in inverno, sono stati capaci di raggiungere la vetta della seconda montagna più alta della Terra, una serie di tragedie ha funestato le restanti spedizioni. Lo stesso giorno della vittoria nepalese, sulla montagna è morto il basco Sergi Mingote. Per cercare di salvarlo, dal campo base è partita una squadra di soccorso, di cui faceva parte la stessa Lunger. È toccato proprio a lei trovarlo ormai privo di vita. Venerdì scorso, ha poi perso la vita il bulgaro Atanas Skatov, precipitato dopo una manovra errata nei pressi di campo 3.

Da quel giorno si sono perse le tracce di altri tre alpinisti: l'islandese John Snorri, il cileno Juan Pablo Mohr e il pachistano Alì Sadpara, il più forte alpinista del suo paese (è stato il primo con Simone Moro a salire il Nanga Parbat d'inverno). Per cercali, elicotteri dell'esercito pachistano hanno sorvolato la montagna, senza esito e ormai le speranze di trovarli ancora in vita sono ridotte al lumicino. Proprio oggi, tra l'altro, è il 34esimo compleanno di Mohr, nuovo compagno di cordata di Tamara Lunger, dopo che il rumeno Alex Galvan aveva deciso di lasciare la spedizione a seguito della scomparsa di Mingote, che fino al giorno della morte si era legato alla corda proprio di Mohr.

«Esperienza brutale»

Al cileno, Tamara Lunger ha dedicato un toccante post su Facebook. «Questa spedizione per me è stata la più brutale che ho vissuto. Un’esperienza che ho cominciato come un sogno ed é finito in un incubo che mi rincorrerà per tanto tempo!», ha scritto l'alpinista italiana, ora impegnata nel trekking per Skardu, prima tappa del rientro in l'Italia, che avverrà nei prossimi giorni. «Guardare avanti adesso sarà la cosa da fare! Sarà difficile ma farò del mio meglio - prosegue Lunger -. Partirò da qui: proverò a girare le spalle al K2 per cercare un po’ di pace! JP, Alì, John, Sergi e Atanas vi porterò nel mio cuore per sempre».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: