mercoledì 11 maggio 2016
Unioni civili, dopo il voto alla Camera parlano Binetti, Preziosi e Lupi
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Dopo il voto di fiducia alla Camera sulle unioni civili ecco tre interviste raccolte tra i parlamentari (Binetti, Preziosi e Lupi)

Paola Binetti: no, anche alle troppe ambiguità (di Angelo Picariello)

Paola Binetti ha votato la fiducia ma ha detto no al testo delle unioni civili già approvato al Senato. La deputata dell’Udc (componente di Area Popolare, che ha votato invece favorevolmente) vede ancora troppe ambiguità nel testo e troppa voglia di forzare. «Sarebbe stato giusto che la delega alle adozioni fosse stata attribuita al ministero della Famiglia», segnala. «Non vorrei che anche l’attribuzione, invece, al ministro Boschi, notoriamente favorevole alla stepchild, sia un altro segnale che va in questa direzione». Come spiega questa sua scelta nel voto? La fiducia riflette un giudizio positivo sull’operato del governo, e una speranza per quello che potrà ancora fare nei restanti 18 mesi di legislatura, nella consapevolezza che non c’è un’alternativa se non le elezioni. Prospettiva, questa, molto problematica per la situazione del Paese. Il dissenso sul testo, invece, riguarda una serie di contenuti ambigui di questo disegno di legge, nonostante l’indubbio apporto migliorativo di Ap e Udc. I dubbi da che cosa nascono? È bene che siano stati riconosciuti diritti di carattere patrimoniale, includo la casa e arrivo fino alle pensioni di reversibilità. Ma poi ci si è spinti fino a stressare al massimo il rapporto di verosimiglianza fra questo nuovo istituto e il matrimonio. Mi riferisco in particolare al punto 20 laddove rimanda a tutte le previsioni del codice in cui è contenuta la parola "coniuge" o "marito" e "moglie". Ci sono identità anche sul piano linguistico, penso anche al riferimento all' «indirizzo della vita familiare», che rendevano impossibile per me votare il testo.Ernesto Preziosi: la legge andava fatta in altro modo (di Marco Iasevoli) “La legge andava fatta in un altro modo. L’articolo 29 della Carta e la sentenza della Consulta del 2010 indicavano un’altra strada, non un’equiparazione tra unione omosessuale e matrimonio. È una incoerenza che emergerà nei fatti”. Dopo averci pensato a lungo, il deputato Pd Ernesto Preziosi ha deciso di dire sì alla fiducia, considerata tuttavia “impropria”, e no alla legge. Sul dibattito che già si sta accendendo, nel mondo cattolico e non, su ripercussioni che ci potrebbero essere al referendum costituzionale in chiave antirenziana, avverte: “Non mi piace la logica dei ricatti e delle ritorsioni. Il voto sulle riforme istituzionali è un’altra cosa, da affrontare nel merito. Ora dobbiamo invece riflettere su un altro punto, fondamentale: noi credenti non abbiamo la maggioranza in Parlamento per esprimere la nostra visione della vita e della famiglia, e contemporaneamente dobbiamo resistere alla tentazione di chiuderci in un ghetto identitario; dobbiamo accettare la sfida di dialogare con altre culture che hanno una visione forte dell’uomo, per dare un’anima a questo Paese in cui la secolarizzazione ha fatto grandi passi avanti”. Preziosi invita a tenere “altissima” la guardia sulla riforma delle adozioni e non si schiera con i sindaci che annunciano di non voler celebrare queste unioni civili: “Le leggi si rispettano”. Maurizio Lupi: referendum abrogativo? Grave errore (di Marco Iasevoli) “È stato un braccio di ferro, sono comunque contento di aver contribuito ad una mediazione, ad una legge che dà diritti e doveri ma esclude esplicitamente il similmatrimonio, l’adozione e la stepchild. È un argine alle sentenze creative. Ma soprattutto è il punto di arrivo di un patto politico nella maggioranza. E pacta sunt servanda: sui temi etici questa legislatura ha finito il suo lavoro, non consentiremo che tutto ciò che è uscito dalla porta rientri dalla finestra. Se volessero farlo, dovranno trovarsi un’altra maggioranza”. È l’incipit dell’intervista al capogruppo di Ap alla Camera Maurizio Lupi. L’ex ministro alle Infrastrutture rivendica “la battaglia in Parlamento” per correggere il ddl-Cirinnà e ora mette sul tavolo gli altri temi da affrontare: “L’alibi delle unioni civili è caduto. Adesso ci aspettiamo un’iniziativa legislativa pesantissima contro l’utero in affitto e misure serie in legge di stabilità per la famiglia, la natalità, gli asili-nido, la libertà di educazione”. E al comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ dice: “Preferisco aver lavorato ad una mediazione piuttosto che avere una legge con le adozioni e dover organizzare una mobilitazione di protesta. Il referendum abrogativo? Sarebbe un grave errore che spacca la società e i cattolici”. Sul quotidiano Avvenire in edicola Giovedì 12 il testo completo delle interviste oltre a servizi e approfondimenti sul tema Dalle ore 7 di giovedì 12 puoi acquistare la tua copia on lin cliccando qui

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