giovedì 10 gennaio 2013
​Alfano attacca Bersani e Monti: intesa immorale per le poltrone. E avverte: le alleanze future passano solo dal voto, non da inciuci. E sulle unioni gay: la famiglia è solo quella fondata sul matrimonio. (Arturo Celletti)
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«È un minuetto triste. E l’epilogo è già scritto: Monti e Bersani vogliono solo allearsi. Sembrano sfidarsi, ma è solo cinema». Angelino Alfano scorre velocemente le ultime agenzie di stampa. Di tanto in tanto ne legge una. «Guardi qui, Enrico Letta ora confessa quello che noi denunciamo da settimane. Legga, legga: il numero due del Pd ufficializza un patto per il dopo il voto». Il segretario del Pdl si immerge in una lunga riunione con Berlusconi. Si parla di liste, candidature, alleanze. Poi, tre ore dopo, quando è già buio, Alfano riparte da quella denuncia appena accennata e l’arricchisce con parole nette: «Denunceremo agli italiani il patto scellerato. La sinistra concederà molto alla politica economica del Professore. E in cambio Monti e la sua coalizione si piegheranno all’agenda zapaterista che proverà a imporre Vendola. Sarebbe una beffa, un’assurda beffa».Segretario come si comporterà il Pdl davanti a un eventuale accordo post voto tra Monti e Bersani?Non staremo a guardare, non sarebbe nemmeno giusto per chi ci ha votato. Chiederemo a chi non vuole consegnare il Paese a Bersani, Vendola e alla Cgil di reagire. Vedrete, lo farà chi ha a cuore il rilancio dell’economia. E lo farà chi non accetta che i valori vengano ridotti a merce di scambio.Lei parla di valori, ma è recente l’affondo di Berlusconi sulle unioni omosessuali.Possiamo ampliare le tutele nei rapporti di coppia senza smontare il codice civile, la Costituzione e soprattutto il diritto naturale: la famiglia è una sola: quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Per noi sarà sempre e solo così. L’agenda e le idee di Vendola credo, invece, siano differenti.Torniamo all’ipotesi patto post voto. Pensavo di essere stato chiaro. Ripeto: ci opporremo a un patto che fa male al Paese. A un patto di potere. A un’intesa moralmente inaccettabile perché fondata sulle poltrone e non sulla politica.Sta dicendo che se dal voto non uscisse una maggioranza al Senato e si profilasse l’ipotesi di una nuova larga coalizione...Perché mi vuole trascinare su un sentiero che non voglio percorrere? Io punto a vincere, io non voglio pensare al dopo: sono con la testa immersa nella campagna elettorale. Sui nostri programmi, sui nostri valori, sulla nostra visione di Paese. Gli italiani chiedono linearità e la mia posizione è netta: le alleanze per il futuro passano solo dal voto degli italiani.Segretario lei sa che l’ipotesi principale è un’altra... E io non voglio nemmeno considerarla, io credo e lavoro per la vittoria. E mi impegno in una campagna elettorale dove c’è chi prefigura inciuci per il dopo e chi costruisce un piano trasparente per l’Italia. Monti si candida solo con un obiettivo: governare con Bersani. O peggio trasformarsi in ruota di scorta qualora l’alleanza tra Pd e Sel non tenga. Noi scegliamo la trasparenza. Lavoriamo a un programma fiscale dettagliato per rilanciare l’economia, far respirare imprese e famiglie...Sia onesto. Crede davvero che il Pdl possa vincere?Il grande iceberg dell’elettorato alternativo alla sinistra si sta sciogliendo e per febbraio i voti saranno tornati. Berlusconi è un maestro nelle rimonte e l’area che si è consolidata attorno a Monti e a Casini non convincerà mai chi ha votato per noi. Vedrà: chi è rimasto deluso e si è rifugiato nell’astensione tornerà a votare Pdl.I sondaggi danno la coalizione Pd-Sel quasi al 40 per cento, voi sotto il 25... Quali sondaggi? Io ho appena visto i nostri, quelli di Alessandra Ghisleri. Beh, noi siamo significativamente sopra il 30 e loro significativamente sotto il 40. Siamo separati da pochi punti. E la tendenza è a crescere.Non ci credo.Non ci credevano in tanti nemmeno nel 2006 e poi siamo arrivati a un passo da un clamoroso successo.Il patto con la Lega sarà capito al Sud?Stiamo scrivendo un patto equilibrato che non crei nessuna discriminazione territoriale e che sia capace di esaltare le differenze. Il Sud ha capito, in Campania e in Sicilia siamo già avanti. E poi con Maroni ho sempre avuto sintonia. Io ministro della Giustizia e lui dell’Interno abbiamo lavorato insieme. Siamo pronti a farlo ancora.
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