mercoledì 22 settembre 2021
A Castellammare di Stabia, è stata inaugurata la nuova sede offerta dall’arcidiocesi alla Fondazione antiusura Exodus ’94
In ascolto di chi chiede aiuto. «Risposte su debiti e usura»

Fotogramma archivio

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È sempre più pandemia sociale nel territorio di Sorrento-Castellammare di Stabia. Così sono aumentate del 71% le persone che per usura, sovraindebitamento e azzardo si sono rivolte nel 2020 alla Fondazione antiusura Exodus ’94, legata e sostenuta all’arcidiocesi. Ed è aumentato ancora di più l’aiuto fornito a famiglie e piccole attività imprenditoriali e commerciali in gravissime difficoltà economiche, aggravate dalla pandemia. Infatti non solo si è passati da 200 a 342 richieste di aiuto, ma sono stati effettuati interventi in garanzia per 700mila euro, contro i 290mila del 2019, con un aumento addirittura del 141%. Dati preoccupanti che abbiamo raccolto ieri in occasione dell’inaugurazione della nuova sede offerta dall’arcidiocesi, guidata da monsignor Franco Alfano. Proprio nell’Episcopio. «Una casa dove nessuno si sentirà ospite, ma coinvolto – ha sottolineato il vescovo –. Per essere tutti più liberi, perché abbiamo tutti il dovere di lottare contro questo cancro».

Un dono molto importante per poter ampliare i servizi, in un momento così difficile. «Abbiamo implementato il servizio sull’indebitamento – spiega il presidente della Fondazione, Daniele Acampora –. E stiamo sviluppando il servizio di educazione finanziaria 2.0, da portare in giro per far capire in questo tempo di crisi quanto sia importante la gestione del denaro ». Educazione e interventi mirati, come la procedura 'Composizione della crisi da sovraindebitamento', un’azione legale che consente di cumulare tutti i debiti di un soggetto, per ottenerne lo stralcio dietro il pagamento di un importo mensile proporzionato alle capacità economiche del-l’assistito, fino a un 'taglio' del debito tra il 50% ed il 70%. Nel marzo 2020, ad epidemia appena iniziata, è partita l’operazione 'Zarepta', per venire incontro alle difficoltà di quanti si sono trovati improvvisamente senza lavoro. «Siamo andati in giro, abbiamo messo manifesti, abbiamo fatto accordi con comuni e parrocchie. Abbiamo deciso di impegnare tutte le nostre risorse. Non siamo stati ad aspettare chi veniva da noi a chiederci aiuto. Perché ci sono necessità urgenti e anche difficili da portate in banca per accedere ai fondi del Mef, che comunque non bastano e hanno tempi troppo lunghi». Ma chi si rivolge alla Fondazione? «Moltissime – spiega Acampora – sono famiglie, però anche tantissime piccole attività. Nella penisola sorrentina sono soprattutto le attività legate al turismo, che lavorano con gli alberghi, dai camerieri stagionali ai pizzaioli, dai bar agli Ncc, che anche adesso lavorano poco.


Aumentano le domande di aiuto da parte delle famiglie, così la Chiesa locale scende in campo. Sportello aperto anche per i genitori con figli vittime dell’azzardo online.

A Castellammare – aggiunge il presidente – c’è invece una crisi diffusa ed è venuto a mancare soprattutto il lavoro nero, lavoretti sommersi, che comunque sono un’economia». E dietro i numeri ci sono storie, come quelle che racconta la volontaria della Fondazione, Francesca Cappiello, 'Francketta'. «Paola giovane donna emigrata in Germania in cerca di fortuna, bussa alla porta del nostro cuore, con la notizia che il marito è morto ed è dovuta ritornare nelle nostre terre, con i suoi piccoli, con il carico di ulteriori debiti». E ancora storie di 'resurrezione' come quella «del nostro amico Catello che con un semplice di prestito di mille euro è riuscito a riscattare la sua piccola casa, senza dover ricorrere ad usurai, e ogni mese restituisce 20 euro, soldi delle mance del suo saltuario lavoro, di consegna pizze a domicilio». Ma ora c’è una bella novità. «Proprio ieri è ritornato e ci ha comunicato che ha finalmente trovato un lavoro con contratto a tempo indeterminato».

Ma non ci sono solo storie di disastri economici. La nuova ampia sede permetterà anche di ampliare i servizi del gruppo per l’azzardopatia nato nel 2019 e che sta registrando numeri importanti. In due anni i casi trattati sono stati 44, in 13 si sono ritirati, 8 hanno finito il programma, 22 sono ancora in carico, 7 sono stati orientati in altri centri di aiuto. «Nel 2020 i casi non sono diminuiti, la chiusura delle sale ha contato poco. Anzi sono sempre più giovani quelli che vengono, come due ragazzi di 18 e 20 anni, che giocavano on line. Li hanno portati i genitori. Come altri due ragazzi di 24 e 25 anni, arrivati ad agosto, ma sono un muro, non ammettono». Ma anche per loro le porte sono aperte.

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