giovedì 30 aprile 2009
Slitta la sentenza per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007. Dopo 4 ore di camera di consiglio, il giudice ha disposto ulteriori accertamenti per fare chiarezza su tre punti: l'orario della morte, le scarpe di Stasi e il suo computer. 
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Il gup di Vigevano Stefano Vitelli ha disposto tre perizie e un sopralluogo nella villetta di via Pascoli dove Chiara Poggi è stata uccisa. Un omicidio che vede indagato l'ex fidanzato Alberto Stasi . Il gup non ha emesso nessuna sentenza, ma chiede nuove indagini su tre punti: l'orario della morte, la possibilità di non sporcarsi le scarpe sul pavimento macchiato di sangue e il computer di Alberto Stasi: l'imputato sostiene di aver lavorato mentre Chiara veniva uccisa con un'arma ancora sconosciuta.Il giudice dopo quattro ore di camera di consiglio ha emesso un'ordinanza per chiedere ulteriori accertamenti ed eliminare ogni dubbio su tre elementi su cui accusa e difesa si erano dati battaglia in aula. Secondo la Procura Alberto Stasi non poteva non sporcarsi le scarpe quando è entrato nella villetta e ha scoperto il corpo senza vita della fidanzata Chiara Poggi. A dirlo sono gli esperti del Ris di Parma e l'ingegnere Piero Boccardo del Politecnico di Torino che ha simulato centomila volte il percorso fatto dall'unico imputato. Una tesi che non convince la difesa il cui consulente di parte ha sempre sostenuto che Alberto poteva non sporcarsi.Altro punto controverso è quello dell'orario della morte di Chiara, tra le undici e le undici e trenta secondo il medico legale, tra le 9 e le 10 per la difesa. Spostare la lancetta all'indietro consente al bocconiano di avere un alibi: Alberto era infatti al computer fino allo 10.17 del 13 agosto 2007, il giorno del delitto.Il computer di Alberto è un altro degli indizi su cui il Gup nutre delle perplessità. Per l'accusa non stava lavorando alla tesi, opinione opposta per la difesa che sostiene che i Carabinieri avrebbero involontariamente manomesso il file della tesi di laurea finendo per cancellare i file temporanei del documento, cancellando così il lavoro fatto da Alberto la mattina dell'omicidio. Per togliersi ogni dubbio prima della sentenza il giudice è pronto anche ad un sopralluogo nella villetta del massacro.
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