mercoledì 13 gennaio 2016
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“Mi auguro che ci siano parlamentari e pezzi di società che per convinzione personale sappiano prendere iniziative efficaci per impedire soluzioni pasticciate o fughe in avanti fatte passare per conquiste civili”. È quanto auspica monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un’intervista al Corriere della Sera, pubblicata oggi,  sul ddl Cirinnà. La Chiesa, assicura, non lascerà soli “quanti nelle sedi opportune e nel rispetto delle proprie competenze vorranno dare un loro contributo costruttivo”, ma “vale quello che ha detto Papa Francesco: cristiani consapevoli non hanno bisogno di vescovi-piloti”. Se si svolgerà un Family Day, il vescovo che vorrà parteciparvi “potrà farlo ma non potrà pretendere che vi partecipino tutti gli altri vescovi”. “Tra i cattolici – riconosce Galantino – ci sono posizioni diverse, ma nessuno di noi auspica una legge che, per garantire i diritti dei singoli e per rispondere a situazioni reali, rischia di stravolgere la realtà. E la realtà è quella di una società italiana che può e vuole contare sul bene inestimabile della famiglia composta da un padre, una madre e dei figli”, anche se “la stessa società registra al suo interno anche la presenza crescente di unioni di segno diverso” cui lo Stato “ha il dovere di dare risposte”. A impressionare negativamente il segretario Cei “è – in alcune situazioni ipotizzate – l’assenza di attenzione nei confronti di quelli che poi subiscono le conseguenze di certe scelte: i bambini! Prendiamo, ad esempio, l’assurdità dell’utero in affitto, come possibilità non troppo remota seppur camuffata. Mi chiedo perché non viene data pubblicità alle tante controversie – non solo giuridiche – che si accompagnano a questa pratica? Ho l’impressione che la nostra società e le soluzioni che attraversano la proposta di legge siano ‘adultocentriche’”.In un altro passaggio dell'intervista al Corriere, il segretario generale della Cei, definisce: «Il testo in circolazione mostra in maniera evidente di essere, come ha detto il professor Mirabelli, un “garbuglio giuridico prima che politico”. Sembra costruito per tenere insieme posizioni altrimenti non componibili; in esso si prospettano soluzioni rappresentative dei vari gruppi politici o meglio dei gruppi di pressione in campo. Sarebbe più serio seguire altre strade per non finire con un testo che è la somma di più egoismi piuttosto che essere una composizione democratica in vista del bene comune! Perché non capire che la stepchild adoption non è necessariamente legata al tema delle Unioni civili e che essa va trattata in altra sede?» «Il problema - ha aggiunto monsignor Galantino - è che alcuni fanno fatica a rinunziare al velo di ipocrisia che avvolge il testo del ddl liberandolo, per esempio, dai continui rimandi al diritto matrimoniale»
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