mercoledì 12 agosto 2015
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Molto rumore per un corto circuito mediatico, si potrebbe dire parafrasando Shakespeare. O, se preferite, una giornata movimentata da una ridda di commenti politici, alcuni molto aspri, in risposta a una presunta «intervista» al segretario generale della Conferenza episcopale italiana, diffusa dal settimanale «Famiglia cristiana» che però in serata ha fatto retromarcia, porgendo le proprie «scuse a monsignor Nunzio Galantino» per aver «riportato in modo esagerato» dichiarazioni a lui «attribuite». La sarabanda mediatico-politica parte alle due di pomeriggio, quando i primi flash d’agenzia rilanciano corpose anticipazioni di una lunga intervista del segretario al settimanale dei Paolini (pubblicata inoltre integralmente sul sito della rivista). In quelle anticipazioni, si attribuiscono al presule dichiarazioni sferzanti sull’operato del governo «del tutto assente sul tema immigrazione», critiche verso i «piazzisti di fanfaronate da osteria» e frasi dirette verso alcuni partiti e leader politici. In pochi minuti, i lanci d’agenzia scatenano un diluvio di risposte piccate, commenti salaci e accuse scagliate da una parte del mondo politico, con in testa la Lega Nord e il suo segretario Matteo Salvini, pronto a rivolgersi al mondo cattolico. Irritata anche parte di Forza Italia, dove c’è chi rivolge alla Cei l’accusa di «furore ideologico». Nella maggioranza c’è però chi, come il capogruppo alla Camera di Per l’Italia-Cd Lorenzo Dellai, invita a non scambiare monsignor Galantino per «il leader di un partito» perché «compito dei vescovi è dire parole anche dure di verità». Nel Pd, frasi di apprezzamento arrivano da Vannino Chiti («È un giusto richiamo al dovere dell’accoglienza»), mentre il vicesegretario Debora Serracchiani parla di «giudizi ingenerosi» e afferma «che questo governo sta affrontando con razionalità una soluzione difficile». Passano le ore e il can can mediatico aumenta, fino a montare un vero e proprio caso, con titoloni sui siti internet dei maggiori quotidiani che riferiscono addirittura di un «attacco dei vescovi» al governo.Poco dopo le 20, però, l’impalcatura mediatica fino ad allora costruita registra uno scricchiolio: la clamorosa «intervista» scompare improvvisamente dall’home page e dal sito internet di Famiglia cristiana. Qualche minuto dopo, prima delle 21, la direzione della rivista, guidata da don Antonio Sciortino, invia alle agenzie di stampa (diffondendola anche sul proprio sito), una nota in cui si precisa «dopo aver parlato con lo stesso monsignor Galantino, che le dichiarazioni a lui attribuite sono state riportate in modo esagerato nei toni all’interno di un colloquio confidenziale con il nostro giornalista». «Sua Eccellenza  – prosegue la nota – è stato strumentalizzato in quanto l’intervista doveva vertere solo sul progetto della Chiesa italiana per consentire a 1.400 ragazzi iracheni profughi di tornare sui banchi di scuola». Alla rivista, si legge nella nota, «monsignor Galantino ribadisce che il suo unico e vero interesse è e resta quello di difendere l’operato del Papa, nella linea del Vangelo secondo le parole di Gesù: "Ero forestiero e mi avete accolto"». Un chiarimento, insomma, che prova a dissipare il polverone suscitato, con la direzione del settimanale che conclude: «Siamo dispiaciuti per l’incidente e, ribadendo stima e affetto a monsignor Galantino, gli porgiamo le nostre più sincere scuse».
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