mercoledì 6 settembre 2023
Gli stupri sulle ragazzine, che ora hanno 13 e 19 anni, andavano avanti dal 2011: «Mamma sapeva». La denuncia di una delle due all'insegnante di sostegno
Una ragazzina cammina davanti al cantiere dove è stata stuprata la ragazza di Palermo, lo scorso 7 luglio

Una ragazzina cammina davanti al cantiere dove è stata stuprata la ragazza di Palermo, lo scorso 7 luglio - Fotogramma

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La storia di abusi e di violenze inaudite comincia nel 2011, a Monreale. Protagoniste, di nuovo, due sorelline, che oggi hanno 13 e 19 anni. Nessun rischio preso muovendosi (fosse questo il punto) in qualche quartiere degradato, o frequentando cattive compagnie: i “lupi”, tanto per non allontanarsi dal dibattito che ha innescato tante polemiche nelle ultime settimane, non si muovevano là fuori, nell'ombra, ma in casa. Erano il nonno e lo zio: un orrore da non credere. E la mamma «sapeva - hanno raccontato le vittime agli inquirenti, dopo aver raccontato tutto a scuola, all'insegnante di sostegno, che ha segnalato i colloqui alla Procura minorile di Palermo -. A nove anni, temendo che fossi rimasta incinta, spaventatissima per questa cosa mi ha dato la pillola, ma non potevo essere incinta perché ero piccola».

È solo la punta dell'iceberg di una storia di cui il comando provinciale dei carabinieri ha rivelato particolari agghiaccianti: «Reiterati» gli episodi di violenza sessuale che sarebbero stati commessi a danno delle due bambine, una delle quali avrebbe iniziato ad essere abusata all'età di 6 anni. Abusi di cui tutta la famiglia sapeva, «poi tra mia nonno e mia mamma c'è stata una discussione e la mamma ha detto al nonno che se lo avesse fatto qualche altra volta lo avrebbe denunciato» il racconto, ancora, di una delle due sorelline. Che ricorda una festa di compleanno, la torta coi palloncini e i regali, e quel nonno che invece c'era, assieme agli altri. «Una volta mi ha trovato mio padre, mi ha chiesto perché piangevo e io gli ho detto che mio nonno e mio zio mi avevano fatto questo. Si è arrabbiato tantissimo con tutti e due, poi non l'ho detto più a nessuno. Poi però è successo di nuovo e di nuovo. Finché ho detto basta».

Ora per tanto male la Procura di Palermo ha eseguito quattro arresti: le accuse per nonno e zio, oltre che per i genitori, sono di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo e lesioni personali con l'aggravante di aver commesso il fatto in danno di discendenti, con abuso di autorità e nei confronti di minori di 10 anni. Il gip, accogliendo la richiesta della stessa procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere per gli accusati, mentre le due sorelle sono state trasferite in una comunità. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono: «Proprio ieri eravamo scesi in piazza per manifestare la nostra volontà di condannare fortemente i gravi atti accaduti dello stupro di gruppo che si era verificato a luglio a Palermo, ed oggi apprendiamo la triste notizia che nella nostra città, si è verificato un grave atto di violenza in una famiglia, dove due sorelle sono state vittime di violenza» ha detto, chiedendo anche più fondi e poteri ai comuni per avviare progetti educativi nelle scuole dell'obbligo contro la violenza.

E oggi il Policlinico di Palermo ha diffuso dei dati allarmanti sull'aumento dei casi di violenza sessuale registrati al Pronto soccorso ostetrico dell'ospedale: dal primo gennaio al 31 agosto di quest'anno le vittime che hanno fatto ricorso alla struttura sono state 37, 12 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Valentina Triolo, medico legale dell'Unità operativa complessa, spiega che dei 34 casi del 2022, 14 riguardano violenze da parte di partner, ex partner, familiari, amici e conoscenti. L'età delle vittime varia dai 14 ai 50 anni. L'azienda ospedaliera ha strutturato un percorso che inizia al pronto soccorso ostetrico per poi essere seguito, così come prevede il protocollo messo a punto per questi casi, a livello multidisciplinare. «Qui - dice Triolo - le vittime trovano oltre l'assistenza medica, anche il supporto per la raccolta e conservazione delle prove fondamentali per la futura denuncia». Le donne accolte al pronto soccorso ostetrico vengono prese in carico dal ginecologo di turno in attesa del medico legale reperibile. Quindi inizia la presa in carico vera e propria, previa acquisizione del consenso informato da parte della vittima. È quanto avvenuto la notte del 7 luglio scorso, quando al Pronto soccorso si presentò la ragazza di 19 anni che denunciò di essere stata stuprata da sette giovani in un cantiere abbandonato del Foro Italico dopo una serata trascorsa nei locali della Vucciria dove era stata fatta ubriacare. Tutti i componenti del branco, compreso l'unico minorenne, sono in carcere con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Il Tribunale di Palermo martedì ha respinto l'ennesima richiesta di scarcerazione presentata dal legale di uno di loro.

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