domenica 23 ottobre 2016
Le mille voci dal mondo del palllone (e non solo) contro la sponsorizzazione. «Tavecchio, rinuncia al contratto con Intralot». Ma la Figc saprà ascoltare?
Tavecchio difende l'accordo I VAI AL DOSSIER
Azzardo e calcio, 18 giorni di dissenso
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La parola, a questo punto, spetta a Carlo Tavecchio, il presidente della Figc. Prendiamo infatti per buono quanto ci ha detto Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, e abbiamo pubblicato ieri: «La settimana scorsa sono andato a parlare personalmente con Tavecchio e gli ho spiegato la nostra posizione. Ci ha pensato un po’ su e ha risposto: avete ragione, faremo come dire voi allenatori». E che cosa dicono gli allenatori, per bocca del loro presidente? Che il contratto con Intralot è stato un madornale sbaglio e occorre tornare indietro, sciogliendolo. Se ciò non fosse possibile, gli oltre 2 milioni previsti dall’accordo vanno girati alle associazioni che seguono i malati di azzardopatia. Questo avrebbe detto Tavecchio una settimana fa, anche se pubblicamente nel frattempo ha provato a difendere l’accordo. Una settimana dopo si aspetta ancora una coraggiosa marcia indietro. E di settimane ne sono passate quasi tre, da quel 5 ottobre quando ven- ne a galla la sciagurata sponsorizzazione. Diciotto giorni e una raffica di voci di dissenso che solo la Federcalcio, sorda e muta, pare non aver sentito. Soltanto le voci raccolte da noi di 'Avvenire' sono tantissime. Del mondo della politica basterà ricordarne quattro della primissima ora e l’ultima di ieri. Franco Mirabellie StefanoVaccari (Pd) replicano con ironia ai trilli di giubilo di Michele Uva, direttore generale della Figc («Con Intralot abbiamo subito trovato affinità di valori, con l’intenzione di creare un percorso socio-educativo per combattere la ludopatia »): «Come allearsi con il lupo per educarlo a non mangiare Cappuccetto Rosso». Lorenzo Basso, coordinatore dell’intergruppo sui temi dell’azzardo, ricorda come la proposta di proibizione della pubblicità, sottoscritta da più di metà dei deputati, non sia ancora in calendario: «Se fosse stata legge, la stessa per il fumo, l’accordo sarebbe stato impossibile». Paola Binetti si appella al governo: «Il gioco più amato dagli italiani è sponsorizzato da quello più pericoloso per gli italiani stessi». Ieri Giovanni Paglia e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) hanno presentato un’interrogazione per chiedere al governo quali iniziative abbia assunto: la sponsorizzazione è «una contraddizione fortissima con gli indirizzi più volte espressi dal Parlamento» in merito al divieto di pubblicità televisiva per l’azzardo. E lo sport? Il calcio? Al presidente degli allenatori fa eco quello dei calciatori. Damiano Tommasi( «È chiaro che non siamo d’accordo, né abbiamo visto di buon occhio i tanti accordi di club di A e B con le 'Bet Company'»). Senza mezze misure è il predecessore di Tavecchio in Federazione, Giancarlo Abete, presidente dal 2007 al 2014, che alla vigilia degli Europei del 2012 disse un secco 'no grazie' a Sisal, che avrebbe portato nelle casse della Figc un bottino ben più cospicuo di quello di Intralot. Contrarietà anche da Francesco Toldo, ex portiere oggi nel settore giovanile dell’Inter («Azzardo e dipendenza, due piaghe contro le quali alzo il cartellino rosso»). «È scandaloso già solo doverne parlare», è il commento di uno storico e autorevole procuratore di calciatori come Moreno Roggi. Siamo andati anche a Rivolta d’Adda a raccogliere il parere di Emiliano Mondonico, 69 anni, che oggi allena a Lodi i bambini tra i 5 e i 7 anni, «ma insieme ai loro papà, i loro veri 'eroi', non l’ex giocatore e allenatore famoso». Il 'Mondo', con la proverbiale schiettezza, prima ricorda che «non si può fare pubblicità a qualcosa che produce dipendenza», poi finalmente chiama in causa i suoi ex colleghi: «Il calciatore professionista non si può tirare sempre indietro, bisogna metterci la faccia». E forse si riferisce al silenzio innanzitutto dei calciatori della nazionale; a Totti che fa pubblicità all’azzardo; a Buffon che minimizza con parole sprezzanti: «Mi fa ridere: se è legale, di cosa ti devi vergognare? Siamo degli ipocriti e dei bigotti». Il coro degli «ipocriti e bigotti» (sic) è folto. Ci sono Vittorio Bosio, presidente del Csi («un messaggio devastante»), che potrebbe rinunciare al contributo del Coni; e Simone Farinache nel 2011, quando giocava in serie B nel Gubbio, contribuì all’inchiesta Scommessopoli. Ci sono due sindaci, Abbaticchio e Lucchi, di Bitonto e di Cesena. C’è l’analista Marco Dotti. C’è il giudice Guido Salvini: «Il gioco d’azzardo è una piaga sociale, mai incentivarlo». Tavecchio tace, ma gli staranno fischiando le orecchie.
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