
L'eremo dove i cattolici elaborarono il Codice di Camaldoli
Sono “Cinquanta ritratti del cattolicesimo democratico”. Un’idea la cui ambizione è pari alla stringatezza degli spazi in cui si è inteso sintetizzare una storia corale, con tanti “fuoriclasse” dentro, che ha inciso in profondità nelle fondamenta e nella nascita della nostra Repubblica. Una storia che ha visto i cattolici protagonisti e che i cattolici in larga misura, oggi, non conoscono. Ed ecco allora l’operazione portata avanti dalla consigliera regionale dem del Piemonte Monica Canalis con questo libro (sottotitolo: “Da Rosmini a Sassoli: volti e storie di una cultura politica) da poco uscito per le edizioni Capricorno di Torino, con il dichiarato intento di aprire uno varco nell’oblio delle giovani generazioni, che può far scattare una scintilla, un’empatia, che poi, nel rimbalzo dal cartaceo a Internet, ognuno è in grado di approfondire con sano suo dei potenti mezzi della Rete. «Nelle elezioni di giugno 2024 ricorda Canalis -, ben il 58% dei cattolici praticanti ha disertato le urne (sondaggio Pagnoncelli). Un dato molto allarmante, forse dovuto alla scarsa educazione civica ricevuta negli ambienti ecclesiali o all’offerta politica troppo polarizzata». Un’offerta, soprattutto poco rispondente alla tensione “unitiva”, finalizzata al perseguimento del bene comune che ha sempre caratterizzato impegno politico dei cattolici. Per questa ragione «è urgente convincere i Cattolici a tornare ad interessarsi della politica. Papa Francesco a luglio 2024 alla Settimana sociale di Trieste dedicata alla democrazia disse: “Non possiamo accontentarci di una fede marginale, o privata. Abbiamo qualcosa da dire, ma non per difendere privilegi”. Dobbiamo riprendere la passione civile, questo, dei grandi politici che noi abbiamo conosciuto». Fra i 50 ritratti non potevano mancare quelli di Aldo Moro e Giorgio La Pira, citati da Francesco a Trieste, accanto ad altri “padri” della nostra Repubblica come Alcide De Gasperi o Giuseppe Dossetti. O dell’impegno sociale dei cattolici, come Giusppe Toniolo, promotore delle Settimane sociali; Achille Grandi, fondatore delle Acli; Paolo Bonomi, fondatore della Coldiretti; Giulio Pastore, fondatore della Cisl, don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. O dell’impegno politico da don Luigi. Sturzo e Padri dell’Europa come Konrad Adenauer Robert Schuman e Jaques Delors. Autentici martiri dell’impegno cattolico nelle istituzioni come Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli e Piersanti Mattarella. Pioniere dell’impegno socio politico delle donne come Armida Barelli, fondatrice della “Cattollica” e Tina Anselmi, primo ministro donna e “madre” del servizio sanitario nazionale. O riferimenti del pensiero cattolico come Jaques Maritain, Emmanuel Mounier e Antonio Rosmini, santi dell’impegno sociale come Pier Giorgio Frassati. Per 10 di loro è in corso il processo di canonizzazione: oltre a Frassati, Lazzati, Rosmini, Schuman, Barelli, Frassati, De Gasperi, La Pira, Sturzo, Mazzolari, Toniolo. «Ed è importante che la Chiesa consideri anche l'impegno politico come una strada che può portare alla santità», dice Canalis.
Ritratti che recano firme importanti come padre Francesco Ochetta, Pierluigi Castagnetti, Graziano Delrio, Silvia Costa, Patrizia Toia, Luigi Bobba, Stefano Lepri, Alfredo Bazoli, Francesco Russo, Giovanni Grasso, Gianfranco Astori, Fabio Pizzul, Francesco Antonioli, Renzo Agasso, Alberto Chiara. «Il libro non ha intenti commemorativi, ma di rilancio della cultura politica del cattolicesimo democratico, che ha dato e continua a dare tanto al nostro Paese e all’Europa intera. Non è un’ “operazione nostalgia”, per intenderci - conclude Canalis -, ma un’opera di formazione, soprattutto per le nuove generazioni che non conoscono questi 50 personaggi, salvo rare eccezione, in un mondo in cui la democrazia e l’ordine mondiale sono minacciati dalla guerra, da forme di potere oligarchiche, autocratiche e tecnocratiche e dal capitalismo selvaggio».