lunedì 25 marzo 2019
Questa è una storia minima, accaduta nella sala d'aspetto di una stazione, ma che contiene una grande lezione valida per tutti.
La lezione di tolleranza di un adolescente
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Questa è una storia minima. Una storia piccola, piccola ma che contiene (a mio modesto parere) una grande lezione valida per tuti noi. Il lettore mi scuserà se la racconto in prima persona, così come l'ho vissuta.

Pomeriggio. Stazione di Cuneo (ma potrebbe essere in qualunque stazione d'Italia). Nella sala d’aspetto, accanto alla porta di ingresso, due uomini un po’ alticci parlano a voce sostenuta.
Entra un ragazzino. E vedendo che una signora si è alzata per uscire, le lascia la porta aperta. I due con tono minaccioso lo apostrofano così: «Hey negro, devi chiudere la porta. Impara l’educazione».
Lui, con tono educato, risponde: «L’ho lasciata aperta per la signora che sta uscendo...».
L’uomo più giovane scatta in piedi, barcolla un po’ e poi con voce impastata, urla: «Negro di m****. Ho quarantanni non mi prendi per il ***. Guarda che ti metto le mani addosso».
Mi guardo intorno. Siamo in pochi. Il mio sguardo incrocia quello di un signore non più giovanissimo. Ci intendiamo al volo: se l’uomo si avvicinerà, scatteremo in difesa del ragazzo.
Non ce n’è bisogno. Il 14enne, raggiunto nel frattempo da un amico, risponde calmissimo: «Mi scusi, non volevo mancarle di rispetto».
A questo punto l’uomo guarda il suo compare di bevute ed esce dalla sala d’attesa tutto tronfio per avete vinto la sua misera battaglia di imbecillità e arroganza.
Una volta che i due sono usciti, il compagno del ragazzino lo guarda e gli dice: «Potevamo anche reagire».
E lui di rimando: «Non hai idea di quante volte vengo aggredito verbalmente da qualcuno perché sono un negro, un ragazzino o un ragazzino negro. Non serve a niente usare la forza con queste persone. Serve solo l’educazione».
Dopo un attimo di silenzio gli ospiti della sala d’attesa stanno tutti applaudendo.
«Grazie ragazzino, grazie della lezione che oggi hai dato a tutti noi».
Grazie davvero. Perché troppe volte, per strada come sui social, noi adulti scegliamo l'arroganza e la forza per rispondere a chi provoca e aggredisce.
Come diceva Gandhi: «Quando la misura e la gentilezza si aggiungono alla forza, quest’ultima diventa irresistibile». Se poi arriva da un adolescente, allora diventa irresistibile e dirompente.

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