martedì 27 agosto 2013
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Una stretta decisa a ulteriori ingressi e una prova altamente selettiva per le assunzioni, oltre all’immissione definitiva di tutti i vincitori di precedenti concorsi. Il governo conta di risolvere così l’annosa questione del precariato nella Pubblica amministrazione.Una contraddizione in termini che l’esecutivo cerca ora di superare con tre mosse: la prima è quella di onorare le promesse di assunzione definitiva per chi ha già vinto un concorso negli anni scorsi (e in parte per gli idonei). La seconda è di limitare al massimo, ad esigenze realmente temporanee o eccezionali, i futuri contratti a termine. Con una stretta che riguarda anche le partecipate pubbliche, finora libere di aggirare il blocco del turn over nella Pa. E per rendere la norma ancora più stringente è previsto che chi la aggirasse dovrà rispondere del danno erariale conseguente. La terza mossa è infine quella di offrire un’occasione di stabilizzazione a quanti hanno lavorato nel pubblico almeno 3 anni negli ultimi 5, ma tramite un concorso selettivo con riserva di metà dei posti fino al 2015, per rispettare il dettato costituzionale. Concorso pubblico riservato anche per la stabilizzazione di 35mila dipendenti sanitari tra medici, personale infermieristico, tecnico e di altri 11 profili della sanità, le cui modalità saranno però fissate successivamente con un accordo in conferenza Stato-Regioni.Buone notizie anche per i ricercatori. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato una norma, contenuta nel Decreto legge di razionalizzazione della Pubblica amministrazione, che semplifica notevolmente la procedura delle assunzioni da parte degli Enti di ricerca vigilati dal Miur, riducendo le autorizzazioni necessarie. Mentre nel disegno di legge, varato sempre ieri, è stato inserito un altro provvedimento, che consentirà all’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia (Ingv) di immettere in ruolo gradualmente 200 tra ricercatori, tecnologi e personale di supporto alla ricerca.Infine, rispetto all’altro nodo della Pubblica amministrazione, quello degli esuberi (7-8mila rilevati per ora), sono state previste sia nuove modalità per favorire la mobilità del personale tra un comparto e l’altro, partecipate comprese, sia la proroga di un anno dei termini per il pensionamento con le vecchie regole. Viene infatti spostato al 31 dicembre 2015 (dal precedente 31 dicembre 2014) il termine per maturare i requisiti per andare in pensione con le regole antecedenti la riforma Fornero.Per il sindacato le misure adottate dal governo rappresentano un «primo passo positivo», sostiene la Cgil, ma resta «una risposta parziale non ancora sufficiente per dare una soluzione complessiva al tema della precarietà nella Pubblica amministrazione». Mentre dal sindacato autonomo della scuola Anief-Confedir si dichiarano «esterrefatti» e tornano a proporre l’assunzione diretta, senza concorso, per chi ha lavorato nella Pa per oltre 36 mesi.
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