martedì 21 novembre 2017
Il cardinale vicario per la Città del Vaticano smentisce di aver insabbiato il caso. La diocesi di Como: faremo piena luce
Il cardinale Comastri: «Sul San Pio X ho ordinato ben tre inchieste»
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«Non solo non ho insabbiato nulla ma ho ordinato ben tre indagini, raccomandando il massimo rigore nel compierle, dopo che avevo ricevuto una segnalazione anonima secondo cui al preseminario San Pio X accadevano cose brutte». È quanto precisa il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo stato della Città del Vaticano, in una dichiarazione all’Ansa dopo che ieri sera è stato chiamato in causa da un servizio della trasmissione tv Le Iene sui rapporti gay all’interno del Preseminario San Pio X. «Nell’estate del 2013 – afferma – mi arriva una lettera anonima che mi dice che nell’istituto avvenivano cose brutte. Le segnalazioni anonime sono sempre da prendere con le molle, ma io chiamo il rettore e gli dico di svolgere con delicatezza e rigore una indagine per capire se c’era qualcosa di vero. Dopo alcune settimane mi arriva la sua risposta e mi dice che sono calunnie. Non contento - prosegue chiamo il superiore dei sacerdoti del preseminario, don Angelo Magistrelli, e gli dico: ti prego fai anche tu una indagine.

Anche lui è tornato da me dicendo che si trattava di calunnie. A quel punto siamo già nel giugno 2013 e chiamo il vescovo di Como da cui dipendono i sacerdoti del preseminario e anche a lui chiedo di fare una indagine accurata. Nel gennaio 2014 mi risponde con una relazione molto dettagliata di quattro cartelle in cui in sintesi si dice che non c’è fumus, non risulta nulla e a quel punto mi propone di archiviare il caso».

«Non contento neanche di questo - continua Comastri - dico comunque di togliere dal preseminario un ragazzo e di portarlo a Como in modo che i suoi superiori potessero vigilare meglio raccomandando scrupolosamente di controllare sulla maturità umana dei futuri sacerdoti. Per essere ancora più tranquillo ho deciso di cambiare completamente l’equipe educativa del San Pio X in modo che ci fosse aria nuova e così i superiori del collegio sono cambiati. Potevo fare di più? Da parte mia - conclude - non ho archiviato nulla, anzi, ho fatto il possibile per fare luce su quanto avveniva nel collegio». Anche la diocesi di Como assicura che verrà fatta piena luce. In una nota diffusa ieri si ricorda che in base agli accertamenti condotti tra il 2013 e il 2014 i fatti «erano stati ritenuti infondati e tutte le valutazioni sulla personalità del seminarista erano risultate positive». Per questa ragione - prosegue il testo - monsignor Oscar Cantoni, nominato vescovo di Como il 4 ottobre 2016, ha ordinato presbitero il giovane». Ora, «di fronte ai nuovi elementi che sono stati oggetto di disamina durante la scorsa settimana, unitamente alla Santa Sede - conclude la nota - si confida di poter fare finalmente piena luce su quanto effettivamente accaduto, con la massima determinazione, senza alcuna reticenza».

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