mercoledì 21 ottobre 2020
La vicepresidente della Camera: un errore partire a luglio, aggiungere risorse. Si valuti il voto a distanza in Parlamento
Mara Carfagna

Mara Carfagna - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

L’assegno unico per i figli «deve partire da inizio anno», chiede Mara Carfagna. Occorrono più risorse, e «si possono reperire dal reddito di cittadinanza che penalizza le famiglie con figli», propone la vicepresidente della Camera, punto di riferimento dell’ala moderata di Forza Italia.

Ma non si tratta comunque di un segnale importante? Il governo aveva promesso che sarebbe entrato in vigore il primo gennaio 2021. Ora vorrebbe far passare come una vittoria il fatto che partirà a luglio. Mi dispiace, non ci caschiamo.

Che cosa si può fare di più? La legge delega è stata approvata alla Camera a giugno, ma è arrivata in commissione al Senato solo la scorsa settimana. Dobbiamo dire le cose come stanno, il governo ha preso tempo perché non trovava i soldi. E non c’è riuscito nemmeno adesso, visto che rinvia tutto a luglio. Inoltre, fino a qualche settimana fa lo stesso esecutivo riteneva necessario reperire 7–10 miliardi l’anno, ora pare che ne bastino 6. Come si spiega? Temo sia solo una partita di giro, in cui tolgono soldi alle famiglie da detrazioni e bonus e li restituiscono con l’assegno. C’è il rischio che qualcuno finisca con il perderci o, nel migliore dei casi, abbia un guadagno minimo o pari a zero.

Dove reperire allora risorse aggiuntive? Noi un’idea ce l’abbiamo: prendiamole dal reddito di cittadinanza, un sussidio che va contro l’interesse delle famiglie, soprattutto quelle numerose e più a rischio povertà. Sono andata a vedere le cifre e ho avuto conferma che una famiglia con tre o più figli riceve lo stesso importo di una con due figli, poco di più rispetto a chi ha un solo figlio. Non c’è equità né logica in questo. Inoltre, i nuclei numerosi hanno più difficoltà ad accedere al sussidio, perché penalizzati dai criteri inseriti nella legge. Attualmente circa la metà delle risorse riservate al reddito di cittadinanza sono destinate alle famiglie con figli: si tratta per il 2021 di 3,7 miliardi. Spostiamo quella cifra sull’assegno unico, così da farlo partire a gennaio e togliere alibi al governo. Le risorse rimanenti per il reddito di cittadinanza sarebbero spalmate sull’intera platea dei percettori. Un sussidio ridotto non indurrebbe più a starsene a casa o a lavorare in nero, mentre l’assegno unico potrebbe stimolare l’occupazione, soprattutto femminile. Così sveliamo il bluff del M5s, che di sicuro non ha abolito la povertà, e proviamo a dare una mano a chi è davvero in difficoltà e cerca un lavoro.

governi precedenti non avevano fatto certo di più, per la famiglia. Il dialogo con le opposizioni paga? Può valere anche sul Mes? Sono d’accordo, arriviamo tardi. Proprio per questo non possiamo più perdere tempo. Noi abbiamo fatto con responsabilità un passo indietro rispetto alla nostra proposta contribuendo a migliorare il testo di maggioranza, che alla Camera è passato all’unanimità. Se il governo avesse aperto in Parlamento un confronto sul Mes, Fi avrebbe fatto la stessa cosa, l’abbiamo sempre detto. E oggi la nostra sanità avrebbe più risorse per affrontare la seconda ondata di contagi.

A proposito di contagi, da vicepresidente della Camera: si può pensare a modifiche regolamentari? Dobbiamo salvaguardare l’attività del Parlamento. Per questo, credo sia opportuno valutare senza pregiudizi anche l’utilizzo di strumenti eccezionali come il voto a distanza, per un periodo limitato e in condizioni di sicurezza.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: