Prezzi in salita per gli alimentari: arriva un sostegno - Ansa
Circa 380 euro medi a famiglia, da spalmare su sei mesi, da luglio a dicembre, per gli acquisti di prodotti alimentari, alcolici esclusi. E’ la nuova card contro il caro spesa per le famiglie in difficoltà economiche. Prevista dal governo nella legge di bilancio, ora va in fase di attivazione dopo il varo a maggio del relativo decreto ministeriale firmato dal Mef e dal dicastero dell’Agricoltura. La manovra ha previsto uno stanziamento di 500 milioni di euro per la carta acquisti, una parte dei fondi ottenuti con il taglio del reddito di cittadinanza. Ne beneficeranno circa un milione e 400mila famiglie, in base a criteri legati al reddito e al numero dei componenti, che potranno andare a ritirare la tessera negli uffici postali dopo aver ricevuto un avviso da parte del Comune di appartenenza.
Ad annunciarne l’arrivo è stato ieri il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Per l’ok definito serve però la firma del nuovo presidente dell’Inps, non ancora nominato dopo il commissariamento decretato dal governo. Il via libera concreto dovrebbe arrivare quindi a metà luglio.
La misura è stata immaginata per ammortizzare gli effetti della superinflazione, che dalle bollette si è scaricata anche sul settore alimentare. Nell’ultima rilevazione Istat relativa ad aprile le vendite al dettaglio sono salite del 3,2% in valore rispetto a un anno prima, ma sono diminuite del 4,8% in volumi.
Si spende di più per comprare di meno. Così per le famiglie con un reddito Isee entro i 15 mila euro arriverà il nuovo sostegno. Alla domanda se chi usufruisce di altri sostegni al reddito potrà avere anche la card, il ministro dell’Agricoltura ha rimandato ai «dettagli previsti nella normativa». E l’Inps ha già chiarito in un’informativa che il contributo non andrà ai nuclei che risultino già beneficiari di qualsiasi misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà, così come di forme di integrazione salariale o del reddito. Quindi niente da fare per chi percepisce il Rdc residuo, così come Naspi, indennità di mobilità, ecc.
Lollobrigida ha affermato che l’Inps «sta facendo i calcoli per usare al meglio la capienza economica della misura» e che «tutti i residui delle carte non attivate verranno ridistribuite a favore di chi le ha attivate». Intanto il ministero ha aperto una sorta di trattativa con le organizzazioni datoriali e con la grande distribuzione «per ottenere la possibilità di aggiungere un investimento in termini di sconti ulteriori fino al 15%», ha aggiunto Lollobrigida.
La carta acquisti non è una novità assoluta. La prima “edizione” risale al 2008, varata da un altro governo di centrodestra, quello di Berlusconi, con il nome di Social Card. Serviva a fronteggiare la crisi esplosa con la bolla dei mutui subprime. Destinata alle spese alimentari ma anche quelle mediche e per le bollette della luce era indirizzata solo agli ultrasessantacinquenni e alle famiglie con figli sotto i tre anni in condizione di povertà. Valeva 40 euro al mese.
Più recentemente in piena pandemia Covid, a marzo 2020, il governo Conte stanziò 400 milioni per buoni spesa pensati per aiutare a fronteggiare l'emergenza di chi era rimasto senza reddito. Ma si trattò di una misura sole emergenziale mentre nel frattempo erano stati introdotti strumenti più strutturali per sostenere le condizioni di povertà. Prima il Sostegno inclusione attiva, poi il Reddito di inclusione nel 2018, infine il Reddito di cittadinanza dal 2019. Ora, mentre scatta la riduzione della platea beneficiaria del Rdc in programma da agosto (da gennaio 2024 sarà poi sostituto con il meno generoso Assegno di inclusione) per mettere insieme il pranzo e la cena ritorna la carta acquisti.