
Il braciere olimpico nei giardini delle Tuileries - Ansa
Con la sua sagoma "a tutto tondo" e le sue studiatissime iridescenze fra il dorato, l’argenteo e il bronzeo, era stato l’anno scorso il simbolo assoluto delle ‘notti magiche’ parigine in occasione degli ultimi Giochi.
Per il braciere olimpico di Parigi 2024, sospeso grazie a un’indimenticabile mongolfiera, è giunta l’ora del gran ritorno nel cuore degli storici giardini pubblici delle Tuileries.
Su decisione del presidente Emmanuel Macron e con il pieno accordo anche delle autorità municipali della capitale, la mongolfiera tornerà a sollevarsi ogni sera nella stagione estiva per un triennio. Nel cosiddetto «asse storico» — ovvero quello che allinea il Museo del Louvre, le stesse Tuileries, Place de la Concorde, gli Champs-Élysées, l’Arco di Trionfo e, al di fuori della capitale, la Grande Arche del quartiere direzionale della Défense —, svetterà dunque la mongolfiera delle meraviglie che ha già affascinato il mondo.
Con fierezza, si è così ricostituita la cordata di tutti gli attori che hanno reso possibile l’exploit. Sul fronte imprenditoriale, in particolare, il gruppo Edf, che ha concepito il sistema innovativo (ormai brevettato) capace di creare l’illusione di un vero braciere, in assenza in realtà di qualsiasi combustione: dell’acqua nebulizzata viene illuminata, con un vantaggio tanto ecologico, quanto in termini di sicurezza.
«Fra i dipendenti del gruppo, l’annuncio del nostro concorso al progetto aveva suscitato un’ondata d’entusiasmo tanto vasta da superare ogni previsione», ha raccontato Julien Vileret, direttore dell’innovazione del colosso dell’energia. Fra gli altri membri della cordata, pure Aérophile, il gruppo francese leader al mondo nelle mongolfiere ancorate al suolo, capace di esportare il concetto fin dentro ai grandi parchi americani d’attrazioni. «Nell’ultimo anno, abbiamo ricevuto reazioni di ogni tipo, comprese quelle di persone che ci hanno detto di aver vissuto, osservando l’ascensione della mongolfiera, un’esperienza interiore di riconciliazione con i propri cari perduti», ha lanciato a sorpresa Mathieu Lehanneur, il principale designer dell’installazione. Fra i creatori, anche l’impresa artigianale di punta Blam, che ha concepito la «fiamma immateriale», oltre al celebre cavallo argentato che era invece divenuto il protagonista della cerimonia di apertura, cavalcando sulle acque della Senna. In proposito, Aurélien Meyer, fondatore dell’impresa, ha a sua volta raccontato l’ampiezza delle reazioni emozionate ricevute dal mondo intero per queste due creazioni, capaci di fondere alta tecnologia ecoresponsabile e pura poesia scenica.
Adesso, sono in molti a chiedersi se il destino della mongolfiera non sia in realtà quello di perdurare al di là del 2028, restando come un nuovo tassello permanente fra le meraviglie della Ville Lumière. In fondo, si osserva, fu già il destino della Tour Eiffel, inizialmente concepita per essere successivamente smontata. Si tratta di un punto, questo, sul quale le autorità si mostrano ormai evasive, dopo aver constatato l’eccezionale effetto di richiamo della struttura, ancorata negli stessi giardini già teatro, nel dicembre 1783, del volo della prima mongolfiera a idrogeno. Forse, dunque, sta per aprirsi un nuovo capitolo nella storia millenaria di Parigi.