giovedì 1 luglio 2010
Per il leader della Lega nord, si tratta di «una piccola cosa: il presidente del Consiglio deve badare a un Paese e qualcosa gli devi dare». E sulle intercettazioni: «troveremo una mediazione».
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Estendere l'applicazione del Lodo Alfano è «una piccola cosa: il presidente del Consiglio deve badare a un Paese e qualcosa gli devi dare». Ne è convinto Umberto Bossi, ministro per le Riforme e segretario della Lega Nord, che in questi termini ha risposto ai giornalisti, a margine della firma di patti di sicurezza a Varese. Bossi è convinto che sul disegno di legge sulle intercettazioni, che arriverà in aula alla Camera il prossimo 29 luglio, si troverà «la mediazione» tra le esigenze dei cittadini alla riservatezza e della magistratura a indagare.«La gente non ci tiene ad essere intercettata, mentre in alcuni casi è chiaro che la magistratura deve poter intercettare, ma non su tutto e su tutti. Si deve trovare la via, la mediazione, e la troveremo», ha aggiunto il leader del Carroccio. Ieri la conferenza dei capigruppo ha deciso che il ddl arriverà in aula a Montecitorio il 29 luglio, dopo che il  centrodestra ha cercato di imprimere un'accelerazione al provvedimento, anche se le tensioni dentro il Pdl e con l'opposizione restano alte.La prospettiva di lavorare sulle intercettazioni ad agosto, caldeggiata dal capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, non piace però alla minoranza del partito legata al presidente della Camera Gianfranco Fini, mentre l'opposizione chiede di far slittare il provvedimento a settembre, per dare più tempo ai deputati di fare modifiche, soprattutto dopo che ieri il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, ha aspramente criticato il ddl per la parte che riguarda il contrasto alla criminalità organizzata.Duri i commenti dell'opposizione. «È inutile che Bossi faccia finta di niente o tenti di sdrammatizzare. Estendere il lodo Alfano ai reati in corso ed a tutti i ministri è un privilegio che nessun altro governante in nessun altro paese civile e democratico conosce», ha detto Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera.«La Lega, in nome della sua Realpolitik, tradisce i suoi elettori sulla sicurezza e sulla legalità, sia con il lodo Alfano sia con il sì alla legge sulle intercettazioni. Insomma, a Pontida parla bene ma a Roma razzola male», conclude il presidente dei deputati di IdV.
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