Ansa
Affluenza bassa. In media, la presenza alle urne nei 105 comuni in cui si vota per eleggere i sindaci nei ballottaggi ha toccato 37% degli aventi diritto. Il dato, diffuso ieri dal Viminale, si riferisce alle 23 di ieri e se paragonato a quello delle Europee alla stessa ora e nelle stesse 3.586 sezioni elettorali, risulta addirittura inferiore di 16 punti. E si registra un calo anche rispetto al primo turno. Le operazioni di voto sono state riaperte alle 7 di stamattina e c'è ancora tempo fino alle 15 per compiere il proprio dovere di cittadini. Poi cominceranno subito lo spoglio delle schede e le prime proiezioni.
Quattrodici i capoluoghi di provincia in cui i cittadini sono chiamati a scegliere al secondo turno i loro sindaci. A Perugia e Lecce la percentuale dei votanti ha sfiorato il 50%, segno che la sfida tra i candidati degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra è più sentita. Nel capoluogo umbro, infatti, quindici giorni fa le due aspiranti alla fascia tricolore che adesso si giocano la partita al ballottaggio avevano ottenuto, il 49% Vittoria Ferdinandi, del centrosinistra, e il 48,3% Margherita Scoccia del centrodestra con uno scarto di poche centinaia di voti l'una dall'altra. E ci potrebbe essere un risultato sul filo di lana anche alla chiusura dei seggi. Incertezza sull'esito del voto anche a Firenze, dove si confrontano Sara Funaro (del centrosinistra più 5 Stelle: 43% al primo turno) ed Eike Schmidt (del centrodestra, al 32,86%) e a Bari con la sfida tra Vito Leccese ("campolargo" Pd + 5 Stelle, col 48%) e Fabio Romito (centrodestra, 29%). Altri capoluoghi in cui si vota sono Campobasso, Avellino, Caltanissetta, Cremona, Rovigo, Potenza, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia.
Ai seggi, durante le operazioni di voto, capita sempre qualcosa di curioso e inaspettato: stavolta a Lecce un elettore si è presentato alla sezione della scuola "Quinto Ennio" accompagnato da una pecora che però è stata trattenuta dagli scrutatori fuori dalla cabina.