domenica 8 ottobre 2017
Tra le mura di Bergamo, da poco dichiarate patrimonio Unesco, c’è una discarica abusiva. Lo ha stabilito il 13 settembre il giudice di primo grado, certificando una situazione surreale e imbarazzante
Il parcheggio della Fara sopra una discarica abusiva
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Tra le mura di Bergamo, da poco dichiarate patrimonio Unesco, c’è una discarica abusiva. Lo ha stabilito il 13 settembre il giudice di primo grado, certificando una situazione surreale e imbarazzante che dura da quasi 9 anni. La discarica scoperta dalla Forestale, 20mila metri cubi di terriccio contaminato da scarti di vetroresina e scorie di fonderia intrise di metalli pesanti (cromo VI incluso), fu infatti messa lì per arginare la frana apertasi tra il 30 e il 31 dicembre 2008 ai piedi dell’antica Rocca. Uno squarcio provocato dalla costruzione di un contestato parcheggio sotterraneo da 469 posti in una zona delicata dal punto di vista geologico e architettonico, sottoposta a tutela paesaggistica. Ora il giudice ha imposto di rimuovere il materiale dal cantiere, riaperto nei giorni scorsi, ma gli abitanti del sottostante condominio di via Fara 3 temono nuovi crolli e valutano un esposto in procura per danno temuto. È nato anche un comitato 'No parking' che ha raccolto 6mila firme.

Il caso è finito in Parlamento: i 5 Stelle chiedono l’invio di una commissione ministeriale. Alcune crepe nel muro di cinta e l’abbassamento del terreno non fanno dormire sonni tranquilli ai 20 residenti. Le prime anomalie furono rilevate dai sensori già il 6 dicembre 2008: uomini e mezzi furono visti allontanarsi dallo scavo, ma nessuno avvisò gli ignari vicini del pericolo che incombeva letteralmente sopra le loro teste. Non fu avvisato nemmeno il Comune, che 4 giorni dopo, come pattuito, versò 330mila euro a Bergamo Parcheggi, la società concessionaria incaricata di realizzare l’opera in project financing e di gestirla per 29 anni. Finora l’unico a finire sul banco degli imputati è stato Pierluca Locatelli, l’impresario che fu incaricato di portare il materiale. Il giudice lo ha condannato a un anno e mezzo per la discarica. Su di lui – che prima di esser travolto dalle inchieste si aggiudicava appalti in mezza Lombardia – pende già una pena di 6 anni per le scorie di fonderia interrate sotto la tangenziale di Orzivecchi, nel Bresciano (si attende la Cassazione). È in corso il processo per i rifiuti che secondo i pm avrebbe infilato sotto la Brebemi. Ma ci sono scorie anche sotto il polo scolastico di Treviolo (Bg), sequestrato nel 2012 dal Noe.

Locatelli si occupava degli scavi nel cantiere della Fara, una ditta trentina era incaricata di realizzare la parete crollata. Di chi fu la colpa? Nessuno l’ha mai stabilito. Secondo il collaudatore del Comune, tuttavia, «l’intervento fu eseguito in modo diverso da come aveva ipotizzato il geologo, per di più con carenze di esecuzione che hanno condotto al dissesto». L’avvocato Roberto Trussardi, ex assessore all’edilizia privata ed esponente di Micromega, dice che ce n’era abbastanza per dichiarare decaduta la convenzione con Bergamo Parcheggi, sulla base di “gravi inadempimenti”. «A quel punto – spiega – si doveva indire una nuova gara per assegnare un’altra concessione. Anche perché nel frattempo sono cambiate troppe condizioni. Il parcheggio doveva servire ai residenti, poi si è deciso di aprirlo a chiunque. Non si può parlare di semplice variante».

Nel 2015, dopo anni di silenzio assordante, il Comune intimò a Bergamo Parcheggi la ripresa dei lavori, imputandole il crollo e minacciando la risoluzione del contratto. Ma la società rifiutò di riaccendere le ruspe e di farsi interamente carico dell’incremento dei costi, saliti da 8 milioni 663 mila a 18 milioni e 442. Dopo aver fatto la voce grossa, il Comune accettò di sedersi al tavolo, «avviando un articolato contradditorio volto a individuare nuove condizioni di equilibrio economico finanziario della concessione». Una scelta pragmatica, secondo l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla: «Abbiamo sbloccato una situazione di rischio idrogeologico. Adire le vie legali poteva bloccare ulteriormente l’iter, esponendo il Comune al rischio di risarcimento in caso di causa persa». Sulla stessa linea il vicesindaco (e avvocato) Sergio Gandi: «I lavori sono rimasti fermi troppo a lungo. Capisco la rabbia dei cittadini, ma c’era la necessità di rimettere la situazione in sicurezza, senza scaricare i costi sul Comune. Una scelta di buon senso, motivata dal punto di vista economico e giuridico». Ora l’opera è finalmente ripartita. La discarica sarà rimossa entro novembre, previa messa in sicurezza.

«Non ci saranno altri crolli, siamo tranquilli» assicura Brembilla, che ha imposto l’installazione di una teleferica per evitare una processione di 5mila camion. Bergamo Parcheggi ha però strappato condizioni che, secondo Trussardi e i No Parking, sono più favorevoli di prima. Come la possibilità di cedere ai privati altri 14 posti (oltre ai 50 già previsti) per 90 anni al prezzo di 58mila euro l’uno, e soprattutto il diritto di incassare anche i proventi dei par- cheggi lungo le Mura che saranno riservati ai residenti di Città Alta. Quando il parcheggio aprirà, spariranno infatti le strisce blu, già peraltro “regalate” fin dal 2004 a Bergamo Parcheggi. Una parziale copertura dei costi dell’opera, in teoria. In pratica, secondo un parere ministeriale del 2006, «un’anomala fonte di reddito» che finora ha fruttato almeno 2 milioni e mezzo. Tutti punti poco chiari, secondo Trussardi, che invoca l’intervento dell’Anac di Cantone. Gandi però precisa: «Non tutte le condizioni sono a favore di Bergamo Parcheggi. Ad esempio non dovremo più versare altri 700mila euro di contributo pubblico». Bergamo Parcheggi tace (non parla con i giorna-listi) e incassa. Il sindaco Giorgio Gori ha imposto una penale di 911 euro al giorno in caso di ritardo dei lavori, che dovranno terminare entro il 14 marzo 2019.

La società, a sua volta, si è però tutelata prevedendo un risarcimento di 2mila euro giornalieri a carico della ditta esecutrice dei nuovi lavori. Se il silos di 8 piani non sarà pronto nei termini guadagnerà quindi 1.089 euro ogni 24 ore. Per stare nei tempi si lavorerà fino a tarda sera. Dopo la frana, i residenti dovranno sopportare anche il rumore. Ma chi c’è dietro Bergamo Parcheggi? Sorpresa. In parte, il Comune stesso. La società è infatti partecipata al 32% dall’Atb, l’azienda locale dei trasporti, e al 68% da Parcheggi Italia, controllata dalla holding austriaca Best in Parking, che ha silos in mezza Europa e che a Bergamo gestisce già 3 strutture (1.380 posti). Quando il parcheggio della Fara sarà pronto, grazie anche alla concessione delle strisce gialle, monopo-lizzerà la sosta di Città Alta. E sarà un oste con cui fare i conti nelle scelte di mobilità: nell’atto transattivo il Comune si impegna infatti a consentire l’accesso al parking tutti i giorni, 24 ore su 24. Con buona pace di chi sognava le Mura Unesco liberate dall’assedio delle auto.

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