sabato 28 marzo 2015
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«Stiamo rischiando di aprire una voragine nei fondamenti dell’umano. Stiamo correndo troppo, occorre una pausa di riflessione». Il senatore Sergio Puglia (M5S) rilegge il testo base del ddl Cirinnà sulle unioni civili e non nasconde qualche perplessità. Non tanto sulla necessità di prevedere un nuovo negozio giuridico per le persone conviventi dello stesso sesso («credo che alcuni diritti vadano equiparati »), quanto per l’apertura all’adozione. Quali in particolare gli aspetti che non la convincono? Innanzi tutto la possibilità dell’adozione che viene offerta al genitore partner della coppia dello stesso sesso. Mi chiedo, ma stiamo facendo gli interessi dei bambini? Lei che risposta si dà? Penso che nessuno sia in grado di affermare con sicurezza che questi bambini siano posti nelle migliori condizioni di crescita. Anche l’esperienza dei Paesi dove queste adozioni sono permesse, non pare un tempo sufficiente a dimostrare in modo inoppugnabile che si tratti di una soluzione opportuna. I sostenitori dell’adozione omosessuale sostengono che dopotutto i problemi educativi esistono anche nelle coppie eterosessuali. Vero, ma l’esperienza di sempre ci dice che i figli sono educati da un papà e una mamma. Possono esserci dei problemi, ma la presenza di un uomo e di una donna è quanto previsto dalla natura per far crescere dei bambini. Quindi lei si opporrà al ddl Cirinnà? Vorrei che su questo punto si trovasse il buon senso di attendere. Facciamo delle verifiche, raccogliamo esperienze. Ma ci rendiamo conto che stiamo scherzando con la vita di un bambino? È proprio necessario buttarsi a capofitto in una scelta così rischiosa, visto che non abbiamo un tempo sufficiente che possa dimostrarcene la giustezza? Non dimentichiamo che lo Stato ha il dovere di proteggere i soggetti più deboli. Anche perché questo provvedimento aprirà la strada a pratiche gravissime come l’utero in affitto. Certo, per questo è opportuno prendere tempo. Credo che si tratti di una materia così delicata e complessa da non poter essere decisa da una commissione ordinaria. Per questo dico che stiamo rischiando di aprire una voragine etica, di cui non siamo in grado di prevedere le conseguenze. Serve una commissione speciale che prenda in mano tutta la questione e decida in modo non ideologico. Questa la proposta che farò in Aula.
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