domenica 18 dicembre 2022
«A Doha egoismo estremo solo per soldi Ma la corruzione nasce sempre dall’alto». Saffiotti: dopo aver denunciato la ‘ndrangheta lavoro solo all’estero
Parla l’imprenditore calabrese che ha costruito tre stadi per i mondiali
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«Il Qatar non è un’isola felice. L’ho sempre detto. Ho visto un po’ di schifo e difficilmente tornerò a lavorare in quel Paese. Ho visto cose che sono frutto di un egoismo estremo, per avere qualche milione di euro in più. E questo a discapito di persone che hanno famiglie, sono emigrati, sudano, faticano. È scorretto. Ma questo non vuol dire fare di ogni erba un fascio. Essere messo anche io tra chi è andato a corrompere o ad essere corrotto, o a sfruttare il personale non mi sta bene. Io ho un’altra storia». A parlare è, infatti, Gaetano Saffioti, imprenditore edile calabrese di Palmi. Da vent’anni sotto scorta dopo aver subito attentati, denunciato e fatto condannare gli estorsori della ‘ndrangheta. Da allora non riesce più a ottenere un appalto pubblico nella sua Calabria, lavora invece molto all’estero, anche nei Paesi del Golfo. Apprezzato al punto da essere stato chiamato in Qatar per realizzare ben tre stadi su sette. Non assisterà alla finale dei Mondiali (« A Natale rispetto le tradizioni e sto con la mia famiglia »), ma forse tornerà per smontare alcuni stadi. « Non so ancora se accetterò la proposta. Intanto sto lavorando in Oman per alcune urbanizzazioni. Non sono attrazioni internazionali, ma va bene così».

Ha visto altri imprenditori comportarsi in modo scorretto?
Ci sono alcuni che ne hanno approfittato. Ma è come da noi. C’è la ‘ndrangheta, se tu vuoi fare corruzione o farti corrompere sei libero di farlo, ma non sei obbligato. Si tratta di scelte. Io ne ho viste di cose non corrette, però non tutti quelli che hanno lavorato lì sono corrotti o corruttori. O che sfruttano il personale. Io posso dimostrare a livello cartaceo che tutti gli operai che hanno lavorato per me hanno preso 2.500 dollari al mese oltre a tutte le spese pagate.

Qualcuno ha provato a chiederle di non rispettare le regole?
No. Sanno chi sono. E comunque l’azienda è tua e quella è una scelta tua. Se tu vuoi sottopagare o sfruttare le persone non c’è bisogno che qualcuno te lo dica. Non funziona così.

Tra le accuse c’è anche quella della scarsa sicurezza, dei tanti incidenti sul lavoro.
Mai avuto incidenti. Sicuramente c’è chi ha approfittato dei lavoratori ma non è la mia filosofia. Per me il personale sono miei fratelli. Se devo lucrare su loro vuol dire che non sono un buon imprenditore. Vuol dire esagerare sul profitto o per star dentro le spese scegliere di sfruttare il personale o di depotenziare i materiali. Ma questo non è il mio stile. Anzi il nostro biglietto da visita è stata la professionalità.

Diceva che questo succede anche in Italia. Ma perché in Italia non riesce a lavorare?
Ovunque ci sono gli sfruttatori, i corrotti, i corruttori. Sta a te scegliere cosa fare, se accettare certe cose o no. A prescindere se stai in un Paese straniero o in Italia. La differenza è che all’estero se scegli di essere corretto comunque lavori, qui invece sei più penalizzato. Questa è la differenza drammatica del nostro territorio. All’estero, seguendo quella linea retta, hai un passepartout, non hai problemi di commesse, mentre in Italia questo ti fa chiudere dentro e buttano la chiave.

Sorpreso di quanto sta emergendo sulla corruzione nell’Europarlamento?
Che ci sia la corruzione a livello europeo lo sapevo da una vita, che sia lì il fulcro della corruzione è la scoperta dell’acqua calda.

In che senso?
Pensi al Pnrr. Proprio perché già si sa che c’è il pericolo di intromissioni delle mafie e della corruzione, questo è un punto di vantaggio. Sai già che certi finanziamenti saranno “attenzionati” e allora devi mettere dei paletti per far sì che ciò non accada. Perché ad operare non è solo un’organizzazione. Se la ‘ndrangheta, o chiunque sia, riesce a commettere queste cose non è solo merito suo ma di chi le consente di farle. Questo a qualcuno sfugge, dietro la maschera di persone per bene, ma il pesce puzza dalla testa.

Quale testa?
A livello europeo chi è che verifica, cosa è disposto a fare perché certe cose non accadano? Alcune volte invece ho l’impressione che si faccia tutto a misura delle richieste di mafie e altri, come fanno i sarti. Le mafie si muovono prima perché sanno prima. È un sistema che è molto più avanti. Ed è un sistema politico, massonico, in cui la ‘ndrangheta è una delle componenti, da sola non potrebbe fare niente.

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