Luciana, uccisa a Milano dall'ex che la perseguitava
di Giulio Isola
La donna aveva 62 anni. L'ex marito, che secondo chi la conosceva si appostava da oltre un mese per pedinarla, l'ha aggredita con un coltello e ferita a morte. Poi la breve fuga

È successo di nuovo. Sempre a Milano, stavolta alla periferia nord della città. Un'altra donna è stata uccisa. Lontano dal red carpet di Venezia e dagli scatti perfetti sui social a cui ci siamo abituati negli ultimi giorni leggendo la triste storia di Pamela Genini, stavolta è toccato a Luciana Ronchi, 62 anni, diventare vittima dell'uomo che diceva di amarla. Lui, l'ex marito suo coetaneo l'ha colpita al volto, all’addome e al torace con un coltello in via Grassini, nel cuore del quartiere Bruzzano. La fuga è durata meno di un giorno: un errore tecnico — il riaccendersi di un telefono che aveva tenuto spento — ha permesso agli agenti della Polizia locale di Milano di individuarlo e bloccarlo al Parco Nord, dopo aver rintracciato scooter e auto. L’uomo, che si chiama Luigi Morcaldi, è ora indagato per omicidio aggravato.
Luciana, del suo ex, era vittima da tempo in realtà: la sua era stata una lunga, drammatica persecuzione. Morcaldi — separato da tre anni, padre di un figlio avuto da Luciana — la seguiva da settimane, sostando davanti alla palazzina rossa in cui lei abitava, domandando insistentemente dove fosse e con chi fosse. I vicini lo ricordano: «Ogni mattina era lì fuori, seguiva i movimenti della ex» hanno raccontato. La donna — che dopo la separazione aveva trovato un nuovo compagno e lavorava in una mensa, dopo un passato come donna delle pulizie — aveva tentato di ricostruirsi una vita tranquilla. Nel passato, nel 2022 pare, c'era stato un intervento in casa delle forze dell'ordine per una lite tra i due, ma dopo l'episodio non era stata presentata alcuna denuncia. Gli inquirenti stanno comunque facendo verificare se ci siano stati altri interventi anche se una vicina riferisce che Luciana a quel punto l'aveva letteralmente «cacciato di casa», o così almeno le aveva raccontato.
Proprio in sella al suo scooter Morcaldi le si è parato davanti stamattina: senza togliersi il casco, l’ha aggredita alla giugulare, poi all’addome e al torace. Lei ha provato a fuggire per una ventina di metri, gridando aiuto («Te ne devi andare!») prima di crollare tra due auto parcheggiate. Una vicina racconta: «L’ho vista sanguinante a terra, non riusciva nemmeno a parlare». Sul posto sono intervenuti per primi gli agenti, guidati dal comandante Gianluca Mirabelli, seguiti dai soccorritori del 118: in ospedale Luciana è arrivata ancora viva, appesa a un filo che s'è spezzato in serata. Il suo è un femminicidio che si aggiunge a una cupa scia: pochi giorni fa, lo si diceva all'inizio, nel quartiere Gorla di Milano la 29enne Pamela Genini è stata uccisa dal compagno con 24 coltellate. E i numeri nazionali — implacabili — confermano una strage senza fine, nonostante le leggi e il dibattito politico innescato a ogni pie sospinto: nel 2025 sono stati 70 i femminicidi registrati.
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