L'intolleranza cresce: ora anche la comunità ebraica in Italia ha paura

Picco di scritte e ingiurie antisemite nel nostro Paese nel 2025. La presidente dell'Ucei, Di Segni: il pericolo è dentro le nostre città. Sant'Egidio: rimuovere la violenza e riflettere sul clima d'odio
December 15, 2025
L'intolleranza cresce: ora anche la comunità ebraica in Italia ha paura
Una svastica apparsa recentemente sui muri di Roma
"Ribadiamo l'urgenza di norme di legge con le quali arginare stragi annunciate e pericoli sottovalutati anche qui in Italia da chi dà spazio alle menti che hanno scelto di spegnere la luce della ragione".
Dopo l’attentato di Sydney Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lancia un nuovo allarme sulle derive dell’antisemitismo, che continua a serpeggiare anche nel nostro Paese. Nel 2025 l’Osservatorio Del Cdec (Centro documentazione ebraica) ha registrato 890 episodi tra scritte, ingiurie, vandalismi e altri gesti di intolleranza. Nel 2024, per fare un confronto, furono 874, mentre nel 2023 si “fermarono” a 455. Un’escalation montata sulle reazioni all’invasione di Gaza, che però come si è visto in Australia può armare anche la mano degli assassini. "Attoniti riceviamo le notizie sulla sparatoria durante l'accensione della Chanukkia in un evento comunitario. Anzitutto il nostro addolorato abbraccio alla Comunità ebraica locale alle famiglie delle vittime e ai feriti. Il dolore - dice Di Segni - diventa rabbia al pensiero di tanti appelli fatti per arginare odio e violenza, per avvertire che il pericolo è dentro le nostre città". La presidente punta il dito sui “cattivi maestri” e parla di “massacro, perché questa è la parola giusta, di cui sono responsabili vertici nazionali e locali assieme a media e stampa selettiva, che assecondano odio anti israeliano ed ebraico appiattendosi sulle narrative della propaganda di Hamas e pro Pal, che legittimano piazze e aule nelle quali si inneggia al delitto abusando di ogni diritto e libertà".
Duro anche l’intervento dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia: "Esprimiamo sdegno e dolore per il grave attacco terroristico avvenuto a Sydney, perpetrato nel primo giorno di Chanukkah, un momento di luce, memoria e resilienza per il popolo ebraico. La nostra vicinanza va alle vittime, ai feriti, alle loro famiglie e a tutta la comunità colpita da questo atto di violenza e odio. Questo massacro è l'ennesima dimostrazione di cosa accade quando l'antisemitismo viene ignorato, minimizzato o tollerato. Le parole d'odio, le narrazioni distorte e la normalizzazione dei pregiudizi creano un clima in cui la violenza diventa possibile e, infine, reale. Quando l'antisemitismo non viene contrastato con decisione, esso si traduce in aggressioni, intimidazioni e atti terroristici che colpiscono ebrei e istituzioni ebraiche in tutto il mondo”.
Cordoglio e sostegno sono arrivati dal'arcivescovo di Sydney, monsignor Anthony Fisher: "I cristiani sono figli di ebre - ha rimarcato - E quindi, un attacco agli ebrei è un attacco a tutti noi. Amiamo i nostri vicini e amici ebrei e dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerli. La comunità cattolica raddoppierà i suoi sforzi per combattere l'antisemitismo attraverso l'istruzione e la predicazione. Abbiamo offerto i nostri servizi educativi e di consulenza ai nostri vicini ebrei mentre le loro funzioni religiose sono bloccate o sovraffollate. Celebreremo numerose funzioni religiose per i morti, i feriti e i traumatizzati". Dall'Italia sono giunte le parole lapidarie del presidente Sergio Mattarella: "Un ignobile atto di terrorismo".
Netta anche la posizione della Comunità di Sant’Egidio, che invita a riflettere sulla pesante cappa che grava sul nostro tempo. «Un così grave attentato fa riflettere sul clima d'odio che si è insinuato nelle nostre società: occorre rimuovere i sentimenti di violenta contrapposizione, alimentati anche dalle troppe guerre in corso. Non possono prevalere tra i popoli e, a maggior ragione, non possono mai basarsi sull'appartenenza religiosa».
«Condanniamo inoltre con fermezza - aggiunge Sant'Egidio - l'attacco compiuto contro una comunità in festa, come quella riunita sulla spiaggia per la ricorrenza ebraica della Hannukkah. Una "festa delle luci'" che si è trasformata in un incubo non solo per l'Australia ma per tutti noi".

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