«Incidenti stradali, si lavori su giovani e prevenzione»
A Milano scontro innescato da un 25enne senza patente, positivo all’alcoltest. Due vittime. Si indaga per omicidio stradale. Il progetto On the Road: "Portiamo i ragazzi tra i rottami per edu

Li hanno visti vagare sul ciglio della strada in lacrime, ancora avvolti nei costumi di Halloween, mentre i soccorritori tentavano inutilmente di salvare la vita dei loro due amici. Ieri mattina attorno alle 5 in viale Forlanini a Milano un terribile incidente con tre auto coinvolte ha provocato la morte del 26enne al volante, L.G., e di un 24enne, B.P., entrambi milanesi. Erano a bordo di una Peugeot che, lungo la strada che porta all’aeroporto di Linate, si è schiantata ad alta velocità contro altre due vetture, ferme sulla carreggiata dopo un tamponamento avvenuto pochi minuti prima.
Gli occupanti erano fortunatamente già scesi dai mezzi: pochi attimi che sono bastati per evitare una strage ancora più grave. A bordo della Peugeot, oltre alle due vittime, c’erano altri 4 ragazzi, choccati ma salvi: tornavano insieme da un party notturno. A causare il primo incidente, secondo i primi rilievi, sarebbe stato il 25enne che con la sua Golf è finito contro una Opel Mokka con marito, moglie e figlia di 8 anni a bordo. Il giovane, con alcuni precedenti penali, è stato trovato positivo all’alcoltest. Era anche privo di patente: non si è mai preoccupato di ottenerla. La procura lo ha indagato per omicidio stradale. Con lui viaggiava una donna (e forse altri che dopo lo schianto si sono allontanati in fretta), rimasta illesa come i passeggeri della Opel.
Il bilancio di Halloween conta altre tre vittime: un ventenne è morto ribaltandosi alle 4.30 con la sua auto vicino a Lamporo, piccolo centro del Vercellese. Due tragedie anche vicino a Roma. Ad Anguillara Sabazia una donna di 67 anni è stata travolta e uccisa da una vettura guidata da una 27enne, che è stata denunciata per omicidio stradale. Nel pomeriggio, sul lungomare di Tor San Lorenzo, ad Ardea, uno scooter si è scontrato con un’auto: morto il 40enne che lo guidava, ferito il passeggero 16enne.
L’alba drammatica di Linate solleva una volta di più il tema della sicurezza stradale, e dei troppi giovani che continuano a lasciare la vita sull’asfalto. Secondo Alessandro Invernici, ideatore del progetto di prevenzione “On the road”, non è più tempo di parole e campagne fini a se stesse. «Occorre favorire la consapevolezza dei rischi, ormai siamo assuefatti alle notizie tragiche e non ci facciamo più caso - sottolinea -. Siamo sempre distratti, specialmente dal telefonino. È invece necessario agire in modo più che mai concreto, puntando sulla prevenzione direttamente sul campo». È il metodo di “On the road”, che in 16 anni ha coinvolto più di mille under 20 nel suo percorso di educazione stradale “senza filtri”. «La strada è un ambiente pericoloso, tutti i veicoli sono potenziali proiettili aggiunge Invernici . Non soltanto le auto, ma anche moto, bici, monopattini. Per rendersene conto le parole non bastano, bisogna vedere con i propri occhi ciò che accade. Noi facciamo questo, portando i ragazzi sulle scene degli incidenti, mettendoli a bordo delle macchine della polizia e degli altri mezzi di pronto intervento. Così vivono sulla loro pelle, e non da semplici curiosi, cosa significa affrontare un’emergenza e le sue conseguenze. L’impatto con la realtà è spesso traumatico, ma ti lascia il segno. Vedere i rottami, i soccorsi e, purtroppo, anche i parenti che arrivano sul posto, è una vera e propria terapia d’urto che però funziona. Dopo aver assistito a scene del genere si sta doppiamente attenti quando ci si mette al volante». Chi partecipa al progetto, nato a Bergamo e sperimentato in 100 comuni del Nord Italia (tra cui Milano, dove tornerà a breve) e che nei prossimi mesi si estenderà al resto del Paese, si reca anche nelle “choc room” dei pronto soccorso: una full immersion nel dolore altrui sperando che serva a qualcosa. Tanto strazio, in questo modo, può evitare ulteriori sofferenze. «Vedere di persona un incidente, scendendo da una pattuglia della polizia, ti cambia la vita. Le grida strazianti, la puzza di benzina, i vetri rotti sparsi dappertutto - racconta Daniele Rossi, 22 anni - ti fanno capire i rischi che corri quando sei in strada. E quando vivi un’esperienza simile la puoi raccontare con una diversa efficacia anche ai tuoi coetanei». Il messaggio insomma arriva a destinazione, dritto ed efficace. A differenza di tante inutili paternali. «Dobbiamo riuscire a far breccia nell’indifferenza che ormai ci domina - continua Invernici - Mi è capitato di vedere un uomo passare con il monopattino tra i rottami di un’auto, senza scomporsi. E poi dobbiamo cercare di copiare chi nel mondo è più avanti di noi: di recente sono stato negli Usa, dove ad ogni attraversamento pedonale c’è uno stop. Non è più tempo di slogan, è necessario portare avanti azioni in grado di cambiare le cose. Noi abbiamo scelto di educare mostrando la tragica realtà».
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