Il femminicidio come reato a sé: che cosa cambierà

Il Consiglio dei ministri vara un ddl per introdurre una fattispecie autonoma, punibile con l'ergastolo e aumentare le pene per chi fa stalking o maltratta. Meloni: passo in avanti contro una piag
March 6, 2025
Il femminicidio come reato a sé: che cosa cambierà
ANSA | I ministri Eugenia Roccella e Matteo Piantedosi nella conferenza stampa seguita al Cdm.
Da neologismo, adoperato generalmente dai media nei casi di uccisioni di donne, a «fattispecie penale autonoma inserita nell’ordinamento penale». La novità, proposta nel disegno di legge licenziato ieri dal Consiglio dei ministri, viene definita «un risultato epocale» dal Guardasigilli Carlo Nordio, in videocollegamento con Palazzo Chigi al termine di un Cdm lampo, iniziato dopo le 17 e durato circa mezz’ora. Una innovazione legislativa presentata con enfasi dal governo - in una conferenza stampa a cui, oltre a Nordio, partecipano i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, delle Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, della Famiglia e delle Pari opportunità Eugenia Roccella, del Lavoro Marina Calderone e dell’Università Anna Maria Bernini - e salutata dalla premier (che ha presieduto il Cdm da remoto) con una nota in cui ringrazia i suddetti ministri per il «risultato importante» raggiunto «alla vigilia della Festa della donna». Si tratta, scrive Giorgia Meloni, di un «altro passo avanti nell'azione» del governo «a tutela delle donne vittime di violenze» e «per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga».

Ergastolo per chi uccide

In base al testo, «chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna» o «per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità è punito con l’ergastolo». Al di fuori di tali casi, si legge ancora, «si applica l’articolo 575» del codice penale.

Aggravanti per chi fa stalking o maltratta

Arrivano poi aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali («da un terzo alla metà»), di stalking, di violenza sessuale e di revenge porn. Circostanze aggravanti sono previste anche in relazione a casi di lesioni personali gravi, di pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili, di lesioni permanenti al viso, di omicidio preterintenzionale, di interruzione di gravidanza non consensuale e di violenza sessuale. Inoltre, il testo prevede una serie di misure “a latere”. Ad esempio, nei casi da “codice rosso” (previsti dalla normativa del 2019 per contrastare la violenza di genere e quella domestica), l’audizione della persona offesa non sarà più delegabile alla polizia giudiziaria, ma sarà «obbligatoria» per il pm, cosa che - osserva il ministro Nordio - «responsabilizza di più la magistratura», che avrà inoltre l’obbligo di partecipare a corsi formativi in materia (riservati a toghe che potrebbero entrare in contatto con le vittime).

Roccella: è un dirompente cambiamento culturale

Una prima stretta risale al 2023, con l'approvazione della «legge Roccella, Nordio e Valditara», che aveva rafforzato le misure cautelari (dal braccialetto elettronico al distanziamento di 500 metri dai luoghi abituali della vittima, all'arresto in flagranza differita). Ora arriva quella che Roccella definisce «una novità dirompente, giuridica ma anche culturale», perché «una parola che usiamo abitualmente finora non era mai entrata nel codice». Nel 2024, su 321 omicidi commessi in Italia, 113 hanno riguardato vittime “in rosa”. E da gennaio, sono già 8 le donne uccise, 6 per mano del partner o di un ex. Sono quasi raddoppiati gli ammonimenti dei questori per stalking e violenza domestica. dai 4.498 del 2023 agli 8.604 dell’anno scorso. E crescono, fa sapere il ministro Piantedosi, «nei commissariati e nelle stazioni dei carabinieri, le “stanze rosa” per l’ascolto delle vittime, oggi sono 339 su tutto il territorio nazionale». Da tempo,, sono già attive misure di sostegno come il pagamento dell'assegno di inclusione come sostegno alla fragilità per le donne vittime di violenza: al gennaio del 2024 abbiamo dato protezione a 3516 donne» e ai loro figli, a cui «inoltre riconosciamo l’assegno unico», ricorda la ministra Calderone, e «la nostra piattaforma cerca di facilitare il reinserimento lavorativo» per sottrarre quelle persone a situazioni che spesso possono sfociare proprio nel femminicidio». E la ministra dell'Università Bernini annuncia lo stanziamento «di 8,5 milioni di euro» per aprire negli atenei «sportelli per supportare chi subisce le conseguenze di questo tipo di violenza». Una rete di ascolto, dunque, da affiancare alla repressione penale, per agire prima che sia troppo tardi e un’altra donna si aggiunga alla tragica conta delle vittime.

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