Dalle antiche abbazie alle lotte partigiane, ecco l'Appennino che «resiste»

Oltre la Ferrari, l'aceto balsamico e la ceramica: un viaggio da Montefiorino a Frassinoro per toccare la vetta di San Pellegrino in Alpe
May 2, 2025
Dalle antiche abbazie alle lotte partigiane, ecco l'Appennino che «resiste»
Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo | Una veduta aerea del borgo di San Pellegrino in Alpe
Dici Modena e pensi all’aceto balsamico, al rombo dei motori Ferrari di Maranello, e alla ceramica e al suo distretto, attorno a Sassuolo. Una terra viva e vivace di produzioni ed esperienze. Eppure, basta mettere la freccia, lasciare la pianura per svoltare verso l’Appennino e la strada si fa più lenta e meno ovvia. Si scoprono altre storie e altri mondi, quasi sconosciuti. Altre mete, meno luccicanti forse, ma colme di ricchezza. Di sorprese. Dove la storia insegna e segna. Con ferite che non si sono mai pienamente colmate. Ci immergiamo nella Valle del Dragone, che si parla con le Valli del Dolo e del Secchia: due torrenti e un fiume attorno a cui ruota un sistema di borghi, culture e comunità. E saliamo, saliamo fino a Monchio, frazione di Palagano.
Il suggestivo panorama dal Parco di Santa Giulia a Monchio, Palagano - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo
Il suggestivo panorama dal Parco di Santa Giulia a Monchio, Palagano - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo
Qui, davanti all’infinito di monti e colline, con la celebre Pietra di Bismantova che si riconosce lì davanti, in lontananza, ci ritroviamo immersi in un singolare e suggestivo complesso di sculture poste all'ingresso del parco del Monte di Santa Giulia, una sorta di Stonehenge: 14 monoliti disposti in cerchio, opera di altrettanti scultori italiani e stranieri, tra il 1989 e il 1992, ispirandosi ai concetti di pace, libertà, così come di confronto e dialogo tra culture diverse. Un parco della memoria, per non dimenticare una strage che ha spezzato il cuore della gente semplice e fiera di questa terra: nel tentativo di stroncare l'attività delle formazioni partigiane modenesi, in seguito agli scontri che erano avvenuti nei giorni precedenti, il 18 marzo 1944 i nazi-fascisti - i paracadutisti tedeschi della Divisione corazzata Hermann Goering, acquartierati vicino a Bologna e i repubblichini locali - scatenarono una violenta rappresaglia, uccidendo 130 persone (71 a Monchio, 34 a Costrignano, 24 a Susano e una a Montefiorino). La nostra guida, Roberto, ha perso il nonno in quell’eccidio. E ancora oggi l’emozione è grande. Questo luogo è diventato un simbolo di pace e di incontro. Una tappa obbligata per chi vuole conoscere un pezzo di storia fondamentale del nostro Paese. Un tassello del Cammino del Monte Santa Giulia che attraversa questo territorio, e con una antica chiesetta romanica, risalente al XIII secolo, sullo sperone, dedicata a San Vitale a fare da presidio di umanità e di spiritualità che resiste al tempo.
La salita alla Pieve del Parco di Santa Giulia - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo
La salita alla Pieve del Parco di Santa Giulia - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo
E qui tutto parla di "Resistenza". Fra i "Ribelli della Montagna" che, come ricorda una celebre canzone partigiana, vivevano "di stenti e di patimenti, ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell’avvenir". Come don Sante Bartolai parroco di Palagano e responsabile dell’Azione cattolica giovanile dei paesi della valle destra del Dragone che organizza attivamente e sostiene le prime bande partigiane locali. Coinvolto negli scontri coi fascisti del 9 marzo 1944 nei pressi di Savoniero, don Sante sceglie di rimanere ad assistere i feriti, prima di essere arrestato e condotto a Mauthausen. Una storia che si può scoprire al Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza Italiana, all’interno della Rocca che sovrasta il paese, in quella che fu simbolo prima del potere fascista e poi dell’occupazione delle forze partigiane. L’incredibile vicenda dell’estate del 1944 con il primo esperimento di Repubblica Partigiana libera.
Il Museo della Repubblica di Montefiorino e della resistenza Italiana - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo
Il Museo della Repubblica di Montefiorino e della resistenza Italiana - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo
La Resistenza nell'Appennino modenese e reggiano, i partigiani sulla linea gotica, la zona libera di Montefiorino, gli aspetti sociali dell’epoca sono illustrati nel percorso espositivo tramite documenti straordinari, video, audio, fotografie, cimeli, armi, oggetti di equipaggiamento, ritratti, vestiario e accessori, raccordati da testi narrativi. Un’esperienza unica e coinvolgente, da vivere, soprattutto con i nostri ragazzi, per capire cosa significasse "avere vent’anni" in quegli anni e cosa ci fosse "oltre il ponte", per citare il brano scritto da Italo Calvino (con la musica di Sergio Liberovici) nel 1959 e rilanciato nel 2005 dai Modena City Ramblers nell’album Appunti partigiani. Come quelli che l’anziano combattente porge alla "ragazza dalle guance di pesca".
Pieve romanica di S. Maria Assunta di Rubbiano - G.Matarazzo
Pieve romanica di S. Maria Assunta di Rubbiano - G.Matarazzo
Ma ci sono anche storie più antiche e diverse che si possono ripercorre in queste strade, al di qua del ponte. Strade di cultura e di fede. Ed eccoci alla Pieve di Rubbiano, sempre nel comune di Montefiorino, forse la più antica del modenese, fondata nel corso del VII secolo e dedicata a Santa Maria Assunta. Una meraviglia costruita sulla Via Bibulca, una strada medievale di grande importanza che dall’Alpe di San Pellegrino nei domini dei Canossa, collegava la Valle del Secchia con la Toscana per poi arrivare a Lucca meta di pellegrinaggi per l’adorazione del "Volto Santo". Tra gli elementi di maggior pregio l’acquasantiera in marmo del XII secolo posta alla sinistra del transetto, con la vasca che poggia su una coppia di sirene e due zampe di arpia: l’opera è attribuibile al maestro delle metope che lavorò al Duomo di Modena attorno al 1130.
L'Abbazia di Frassinoro - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo/Pier Luigi Rivasi
L'Abbazia di Frassinoro - Unione comuni montani distretto delle ceramiche di Sassuolo/Pier Luigi Rivasi
Sulle strade della fede ci spostiamo a Frassinoro dove si trova un’altra importante abbazia medievale. Guidati dallo scultore Dario Tazzioli, autore della Pietà in marmo bianco di Carrara (lo stesso utilizzato da Michelangelo) situata nello spiazzo verde antistante, scopriamo questo gioiello benedettino, voluto nel 1071 da Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa. L’interno è stato sottoposto a numerosi interventi nel corso dei secoli, dal Rinascimento in poi, ma si conservano alcune testimonianze della struttura medievale, come i capitelli, conservati sotto teche. Degno di attenzione è un rilievo scolpito su una lastra triangolare, probabilmente dell'XI secolo, che raffigura un personaggio al centro di due grifoni, mentre, tra le suppellettili, particolare è una colombina eucaristica in rame (dell'XI - fine XII secolo, forse di maestranze di Limoges), rifinita a cesello con il corpo decorato con gemme e smalti.
La Rocca di Montefiorino - G.Matarazzo
La Rocca di Montefiorino - G.Matarazzo
Da qui si può risalire fino a San Pellegrino in Alpe, il punto più alto dell’intero Appennino, tra il Modenese e la Garfagnana (Lucca), a 1525 metri. Un "balcone" naturale con una croce di legno (che ogni anno viene cambiata dagli abitanti del luogo) che si affaccia sulle Alpi Apuane, meta fin dal medioevo di pellegrinaggi al Santuario, ancora oggi visitabile. Nel complesso c’è anche il Museo etnografico "Don Luigi Pellegrini", costruito negli anni Settanta dal parroco cui è intitolato, con oltre 4mila pezzi tra oggetti, arnesi, macchinari, a testimonianza della civiltà contadina. Un luogo intriso di storie e leggende, come quella che vuole che San Pellegrino, tentato dal Diavolo, dopo aver perso la pazienza gli sferrò un tremendo schiaffo facendogli attraversare l'intera valle, fino a farlo sbattere contro le Alpi Apuane. Queste vennero oltrepassate e bucate dal corpo del Diavolo, lasciando come traccia il Monte Forato (1234 m), un arco naturale di pietra lungo 15 m e alto 12 visibile proprio da qui. Per raggiungere San Pellegrino in Alpe si deve affrontare una salita a tratti estremamente difficile, con pendenze che arrivano al 18%, scelta più volte anche per il Giro d'Italia. La pianura è lontana. C’è silenzio. C’è pace. In questo Appennino che resiste e riesce sempre a guardare in alto.

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