Covid, la gestione del contagio va a processo

L’ex funzionario Guerra in udienza preliminare: «Racconterò la vera storia». A Sassari dirigente Asl a giudizio per epidemia colposa
October 17, 2025
Covid, la gestione del contagio va a processo
I familiari delle vittime a Roma
Il Covid in tribunale, cinque anni dopo la pandemia che ha funestato l'Italia. In quei giorni terribili Bergamo era in prima linea, isolata e spaventata. Il virus era esploso nella Bassa Val Seriana, il pronto soccorso di Alzano era stato chiuso dopo i primi casi e poi inspiegabilmente riaperto. Il contagio iniziò a tracimare, la zona rossa non si fece mai. La conta dei morti raggiunse in pochi giorni cifre mai viste né immaginate. Incertezze, errori e omissioni amplificarono la potenza del morbo sconosciuto venuto da Oriente. Seppelliti gli affetti più cari, è rimasto il dolore. I camion militari con le bare, il silenzio, l'angoscia delle notti lacerate dalle sirene. Un pugno di familiari non si è rassegnato, tenendo viva non solo la memoria ma anche la pretesa di sapere, di capire se qualcuno ha sbagliato. Se si poteva fare di più. Dopo amarezze e archiviazioni in serie, l'inchiesta della procura di Bergamo ha finalmente aperto una breccia, arrivando davanti a un giudice.
La prima udienza
Ranieri Guerra non ci sta a passare per il capro espiatorio della strage del Covid. L’ex alto dirigente del ministero della Salute (nonchè ex direttore vicario dell’Oms), imputato di omissione d’atti d’ufficio per il mancato adeguamento del piano pandemico insieme a Giuseppe Ruocco, Francesco Maraglino e Maria Grazia Pompa, ha chiesto di poter raccontare in aula la sua «verità storica» perché, ha spiegato al Domani, «non vuole fare la figura del pollo». Le intenzioni di Guerra sono emerse ieri mattina durante l’udienza preliminare del processo iniziato a Roma dove, per la prima volta, dopo una raffica di archiviazioni, la gestione “tecnica” del contagio è entrata in tribunale.
Guerra sarà quindi sottoposto a interrogatorio con trascrizione integrale il prossimo 19 maggio: l’ex dirigente traccerà il quadro sanitario di quegli anni e, soprattutto, indicherà limiti e lacune del sistema. Se responsabilità c’è stata, insomma, non è da ascrivere ai soli quattro imputati. L’udienza preliminare è stata aggiornata al 24 marzo per l’indisposizione di Maraglino: l’associazione dei familiari delle vittime ha chiesto di costituirsi parte civile, la procura non si è opposta. «È stata una giornata molto importante» ha commentato l’avvocato Consuelo Locati, team leader dei legali dei familiari, presenti in forze a Roma.
I legali dei parenti hanno anche chiesto di cambiare il capo di accusa (o di affiancarlo a quello già contestato) da omissione d’atti d’ufficio in epidemia colposa, anche alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha ammesso la configurazione del reato in forma omissiva. Principio che è stato già applicato a Sassari: l'ex coordinatore dell'Unità di crisi locale dell'Area sociosanitaria ed ex direttore dell'Ufficio di Igiene e sanità pubblica, Fiorenzo Delogu, dovrà rispondere davanti al giudice per gli 11 morti da Covid e le decine di pazienti e operatori ospedalieri contagiati nel marzo 2020, nel reparto di cardiologia del Santissima Annunziata di Sassari. Ieri il gup Gian Paolo Piana lo ha rinviato a giudizio proprio con le accuse di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.
Gli altri due imputati - l'ex commissario straordinario dell'Ats Sardegna, Giorgio Steri, e l'allora direttore sanitario dell'Aou di Sassari, Bruno Contu, sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Inoltre la gestione liquidatoria dell'Ats e l'Aou di Sassari sono state citate a giudizio per responsabilità civile. Il pm Paolo Piras, nelle sue conclusioni, ha chiesto il non luogo a procedere solo per Steri. Richiesta cui si sono associati gli avvocati di parte civile, Marcello Masia, Elias Vacca ed Emiliano Alfonso, in rappresentanza delle famiglie delle vittime. Il processo di Fiorenzo Delogu, difeso dagli avvocati Silvio Piras e Giovanni Sechi, inizierà il 28 gennaio 2026.

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