Caritas Roma: nel Lazio «diritto inattuato», renderlo effettivo

Presentato in Regione il documento programmatico che evidenza criticità e propone spunti operativi per accompagnare queste persone, che si stima siano 45mila a Roma e 70mila nel territorio regionale
June 2, 2025
Caritas Roma: nel Lazio «diritto inattuato», renderlo effettivo
Foto d'archivio |
Stare accanto ai pazienti con problemi di salute mentale nel Lazio è «un diritto fondamentale ancora inattuato». Un problema che coinvolge sempre più giovani, soprattutto dopo la pandemia, e solo per Roma si stima siano coinvolte 45mila famiglie, 70mila nel Lazio. Per questo la Caritas diocesana di Roma ha redatto e presentato alla Regione Lazio un documento programmatico per ribadire l’importanza di rendere davvero effettivo l’accompagnamento di queste persone.
Il documento, redatto da un’equipe di lavoro coordinata dal direttore della Caritas romana Giustino Trincia e che vede coinvolti operatori esperti nell’ambito della sanità e dell’assistenza alle persone senza dimora, è stato presentato nei giorni scorsi in «un positivo incontro» con l’assessore regionale alle Politiche sociali Massimiliano Maselli e costituisce la base per l’avvio del confronto con l’amministrazione regionale.
Nel testo vengono evidenziate le criticità e si avanzano delle proposte per le alternative alla contenzione; il miglioramento dell’accesso alle cure; il monitoraggio civico dei servizi; la sensibilizzazione e la formazione. Tra i problemi da affrontare, secondo l’ente caritativo del Vicariato di Roma, c’è l'insufficienza di risorse, con carenze di personale e con strutture inadeguate, così come le difficoltà di accesso alle cure a causa di tempi di attesa lunghi e disuguaglianze territoriali.
Un punto critico sollevato è l'uso della contenzione meccanica nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e in altre strutture, definita «una pratica disumana». Nel documento, inoltre, viene sottolineato «anche lo stigma e l'isolamento delle persone con disturbi psichici e l'inadeguatezza di alcune strutture residenziali che rischiano di diventare luoghi di segregazione». Manca, infine, nella Regione «uno spazio dedicato all'ascolto per le persone affette da disturbi mentali e i loro familiari».
La Caritas propone invece un approccio su quattro principi: l'ascolto e l'accompagnamento delle persone e delle famiglie; il diritto a cure accessibili e tempestive per tutti; la centralità della persona con rispetto della dignità, autodeterminazione e inclusione sociale; il rifiuto della contenzione, promuovendo alternative umane e terapeutiche. Tra le azioni operative, perciò c’è «l'implementazione di unità di crisi senza coercizione, la formazione del personale su tecniche di de-escalation e la creazione di ambienti ospedalieri accoglienti». Si propone poi di potenziare i Centri di Salute Mentale (CSM), ridurre i tempi di attesa e integrare servizi sociali e sanitari per percorsi personalizzati. Altri punti riguardano «il monitoraggio civico dei servizi per garantire che siano orientati alla riabilitazione e non alla segregazione, assicurando il rispetto dei diritti degli utenti».
La Caritas di Roma, inoltre, sollecita l'adozione di un approccio alla salute mentale nel Piano Sociale Regionale 2025-2027, che «integri gli aspetti sociali a quelli sanitari, sottolineando la necessità di distinguere la salute mentale dalla disabilità psichica e di garantire il rispetto delle normative vigenti». Tra i temi a cui bisogna dare particolare rilevanza, conclude Caritas Roma, c’è «il sostegno all'abitare autonomo come antidoto alla segregazione e strumento di inclusione».

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