«Assassini», poi i calci: la famiglia di francesi aggredita per la kippah

L’uomo ha ripreso parte dell’episodio con il cellulare e il video è rapidamente diventato virale sui social. La condanna della Comunità ebraica e del mondo politico
July 27, 2025
«Assassini», poi i calci: la famiglia di francesi aggredita per la kippah
Ansa | La famiglia di turisti sarebbe stata aggredita perché il padre indossava la kippah
Torna l'allarme antisemitismo in Italia. Un turista francese di religione ebraica ha denunciato di essere stato aggredito in un’area di servizio a Lainate, in provincia di Milano, mentre si trovava con il figlio di sei anni. Secondo il suo racconto, alcune persone lo avrebbero riconosciuto come ebreo per via della kippah che indossava e lo avrebbero prima insultato e poi colpito, gridando frasi come “Free Palestine” e “Assassini”. L’uomo ha ripreso parte dell’episodio con il cellulare e il video è rapidamente diventato virale sui social. Nelle immagini si sentono chiaramente alcune persone rivolgersi a lui dicendo: «Palestina libera», «Qui non è Gaza, siamo in Italia» e «Assassini». Sul caso sta ora indagando la Digos, che ha acquisito le registrazioni delle telecamere di sorveglianza presenti nell’autogrill per ricostruire l’accaduto e valutare eventuali ipotesi di reato.
Il turista ha spiegato che si trovava a Milano per un weekend in visita alla figlia, residente in città. Durante il viaggio di ritorno, ha fatto una sosta all’area di servizio insieme al figlio per usare i servizi igienici, situati al piano inferiore della struttura. «Appena abbiamo iniziato a scendere – ha raccontato – un ragazzo con la barba, che era alla cassa, ha urlato “Free Palestine”. È stato lui ad accendere la miccia. Altri lo hanno seguito. Io non ho avuto paura e ho risposto, ero arrabbiato. Non sono un violento, ma quando bisogna difendersi, bisogna farlo». A quel punto, ha iniziato a registrare con il cellulare, ma secondo la sua ricostruzione, all’uscita del bagno sarebbe stato fermato da un gruppo di persone. «Mi aspettavano in quindici o venti – ha detto – e mi hanno chiesto di cancellare il video. Ho detto “no” due volte. Poi mi sono ritrovato a terra. Ne hanno approfittato, mi hanno preso a calci. Sembravano animali. Fortunatamente mio figlio era con una signora che l’ha messo al sicuro in un angolo».
Pochi minuti dopo l’aggressione è arrivata la polizia: «Mio genero italiano ha fatto da interprete – ha raccontato il turista –. E ho sentito gli agenti parlare di Netanyahu. Ero scioccato. Poi mio genero mi ha spiegato che dicevano che bisognerebbe dire a Netanyahu di smettere di bombardare. Ma io non sono israeliano, sono francese. Noi siamo un popolo di tolleranza. Non andiamo in strada con bandiere israeliane a cercare qualcuno da picchiare. Il contrario succede ogni giorno». Il turista ha infine espresso l’auspicio che venga fatta giustizia: «Spero che chi ha fatto questo venga identificato e perseguito. Ho visto violenza cieca, gratuita, ispirata dall’odio. È stato terribile».

Le reazioni

Immediata la reazione della comunità ebraica. «L'aggressione a una famiglia francese perché di religione ebraica avvenuta in un area di servizio su un autostrada milanese al grido di "Free Palestine" ci segnala per l'ennesima volta come l'antisemitismo sia in forte crescita nel nostro Paese» il commento del direttore del museo della Brigata ebraica, secondo cui lo slogan «sta sostituendo la frase "Allahu Akbar" detta dai terroristi». «Esprimo a nome di tutta la Comunità Ebraica di Roma la nostra indignazione, il nostro sconcerto e la piena solidarietà alla Comunità Ebraica di Milano per l'aggressione antisemita avvenuta all'Autogrill dell'Autostrada Milano Laghi» ha tuonato il presidente Victor Fadlun. «Ci appelliamo alle istituzioni, alla politica e alla società civile per dare una risposta comune e porre un argine a questa inquietante deriva antisemita» ha aggiunto. E la politica ha subito risposto, con condanne biaprtisan, a cominciare da quella del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha parlato di un episodio «inquietante e inaccettabile».

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