Addio a Ernesto Pellegrini nel giorno della finale di Champions della sua Inter

Morto a 84 anni il presidente dello scudetto interista dei record. Il club: lascia un'impronta indelebile. Imprenditore di successo, è stato anche campione di solidarietà
May 30, 2025
Addio a Ernesto Pellegrini nel giorno della finale di Champions della sua Inter
Fotogramma / fotogramma.it | Ernesto Pellegrini
Se ne è andato proprio nel giorno della finale di Champions della sua Inter. Ernesto Pellegrini è morto a 84 anni, a poche ore dall’evento più importante per il club di cui fu presidente dal 1984 al 1995, scrivendo pagine memorabili. “Per undici anni ha guidato l'Inter con saggezza, onore e determinazione, lasciando una impronta indelebile nella storia del nostro Club” scrive in un comunicato la società nerazzurra, costretta ad affrontare il Psg con un peso sul cuore.
Figlio di contadini, originario del borgo di Morsenchio, vicino all'aeroporto di Linate, iniziò vendendo rosmarino al mercato con i genitori. Poi nel 1965 aprì la sua attività, diventando nel giro di pochi anni un leader mondiale del settore alimentare aziendale, con un gruppo impegnato su vari fronti: catering, welfare solutions, distribuzione automatica, lavorazione carni e forniture di cibo. Acquistò l’Inter da Ivanoe Fraizzoli, pagandolo una decina di miliardi di vecchie lire. "Ero innamorato dei colori nerazzurri, orgoglioso. E sognavo: un giorno..." rivelò, confessando che quel sogno era diventato realtà. Il suo primo grande acquisto fu Karl Heinz Rummenigge, un colpo che infiammò la tifoseria, anche se poi alcuni infortuni ne frenarono la carriera a Milano. Dopo gli inizi, segnati da alti e bassi, Pellegrini riuscì a centrare lo scudetto nel 1988-1989, con la squadra guidata in panchina da Giovanni Trapattoni e sul campo dai tedeschi Brehme e Matthäus, senza dimenticare capitan Beppe Bergomi, Aldo Serena e Walter Zenga. Il portiere lo ha ricordato così: "Quando perdi una persona cara l'unica cosa che possiamo fare è continuare a vivere anche per Lei che non può più farlo. Rip Presidente".
Quello scudetto fu conquistato a suon di record, con 58 punti in 34 partite (all’epoca la vittoria dava 2 punti). Un’impresa che gli ha assicurato un posto d’onore nel cuore dei tifosi nerazzurri, insieme alla vittoria nella Coppa Uefa (battendo in finale la Roma) nel 1991, bissata da quella del 1994.
Dopo esser uscito di scena e aver ceduto il club a Massimo Moratti, Pellegrini continuò ad occuparsi delle sue aziende, che oggi costituiscono un gruppo capace di superare i 600 milioni di fatturato e i 9 mila dipendenti. La Pellegrini opera anche all’estero, in Africa in particolare.
Calcio, imprenditoria ma anche tanta solidarietà compiuta in modo discreto, senza modi appariscenti. Nel 2013 creò la Fondazione Ernesto Pellegrini, per aiutare i più bisognosi, soprattutto attraverso iniziative capaci di promuovere idee e soluzioni a beneficio delle nuove povertà. Una di queste è il ristorante Ruben (dedicato a un clochard che Pellegrini conobbe in gioventù), nel quartiere milanese del Giambellino, che ogni sera assicura fino a 400 pasti al costo simbolico di 1 euro, grazie al contributo della Fondazione. "Ruben è la restituzione di qualcosa del tanto che Pellegrini ha avuto, un risarcimento destinato a chi è rotolato in basso nella classifica della vita" raccontò in un'intervista al Corriere.
"Un imprenditore lombardo capace e di successo, con l'Inter nel cuore, mai sopra le righe" lo ha ricordato Attilio Fontana, governatore della Lombardia. A rendergli omaggio anche il mondo del calcio, con messaggi di cordoglio da parte di tutte le società.

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