Abodi: Milano-Cortina sarà sostenibile. Spot sull'azzardo? Confrontiamoci
di Redazione
Il ministro Abodi: costi dell'evento saliti solo del 15%, sulla trasparenza ho parlato con don Ciotti. La prima vittoria dei Giochi sarebbe la presenza di Federica Brignone. Credo in Roma 2036 o 2

Ministro Andrea Abodi, mancano 182 giorni alle Olimpiadi di Milano-Cortina e successive Paralimpiadi. A che punto siamo?
Alla volata finale. Ancora permangono alcune difficoltà - risponde il ministro per lo Sport e i Giovani -, ma è naturale per un evento così complesso. Ci sono due squadre che lavorano in parallelo: la Fondazione Milano-Cortina, che si occupa dell’organizzazione, e la società di infrastrutture Simico. Ci sono ancora insidie da superare, ma assicuro che saremo tutti pronti al momento opportuno.
Quale aspetto la rende più orgoglioso e quale, invece, le riserva ancora preoccupazioni?
L’orgoglio deriva dal fatto che saranno Olimpiadi e Paralimpiadi svolte nel perimetro territoriale più ampio della storia dei Giochi. E dal modo nel quale stiamo lavorando per questo grande sforzo, perché è un lavoro di squadra che cointeressa tanti altri ministeri. Le criticità sono quelle tipiche dell’ultimo miglio, dove si concentrano gli ostacoli, le difficoltà e gli imprevisti che si combinano con il tempo che scorre sempre più velocemente, come per gli eventi franosi sulla statale 51 di Alemagna. Ma ce la faremo.
La spesa, intanto, pare stia lievitando dalla stima iniziale di 1,65 miliardi a oltre 5 miliardi. È stata sacrificata la sostenibilità?
Quando si parla di soldi pubblici occorre essere chiari al massimo. In realtà 3,5 miliardi di euro riguardano investimenti pubblici per realizzare infrastrutture, come la tangenziale di Cortina, quella di Sondrio e la variante di Longarone. E di queste soltanto poco più del 15% sono impianti sportivi che diventeranno patrimonio dei territori. I costi organizzativi ammontano a 1,9 miliardi e, di questi tempi, un loro aumento del 15% negli ultimi 4 anni francamente non mi pare granché. Di questi, 600 milioni sono contributi del Cio e circa un miliardo proviene da biglietteria, sponsor e merchandising. I veri contributi pubblici ammontano a 328 milioni, affidati ora a un commissario straordinario e saranno dedicati alle Paralimpiadi.
La natura privatistica della Fondazione Milano-Cortina ha alimentato dubbi anche di un’associazione come Libera sulla scarsa trasparenza.
Nei mesi scorsi ne ho parlato anche con don Luigi Ciotti. Per la Fondazione stiamo parlando di un soggetto di natura privatistica che ha assunto l’obbligo del pareggio di bilancio e continuerà a garantire la necessaria trasparenza. Quanto poi a Simico, la trasparenza è totale anche per la sua natura pubblicistica. Si è discusso della scadenza prorogata al 2033, ma quando fu fissata al 31 dicembre 2026, non si tenne conto del fatto che i cantieri si sarebbero dovuti fermare nel periodo dei Giochi. Quando siamo arrivati a ottobre 2022, abbiamo trovato un masterplan con 95 opere pubbliche, ma una situazione di quasi stallo. Per questo nella primavera ’23 abbiamo fatto una selezione fra opere indifferibili e differibili, ma comunque fondamentali per importanza, nel tempo. Simico realizzerà tutto, proprio entro il 2033.
Un problema degli impianti olimpici è la loro gestione post-evento. Ha delle idee per evitare abbandoni?
Innanzitutto, la nuova pista da bob, skeleton e slittino a Cortina, installata in gran parte al posto della preesistente, è alimentata da una centrale di refrigerazione a glicole e potrà servire anche per il vicino Palaghiaccio, ottimizzando così i consumi e gli impatti. Per realizzarla abbiamo sì dovuto abbattere 800 alberi, ma ne stiamo mettendo a dimora ben 8mila, dieci volte tanto. Per il futuro, in collaborazione con le federazioni degli Sport invernali (Fisi) e Sport del ghiaccio (Fisg) offriremo la possibilità di allenarsi ad atleti di altre nazioni. E la pista verrà aperta anche al pubblico, in pieno controllo e in sicurezza, contribuendo alla sua sostenibilità economica. Riguardo la pista di Cesana, abbandonata da oltre 10 anni, abbiamo dato mandato all'Agenzia Torino 2006, di concerto con la Città metropolitana di Torino e la Regione Piemonte, di smantellarla, rispristinando l'ambiente preesistente.
Federica Brignone è, assieme a Sofia Goggia, la campionessa più attesa, ora però è infortunata. Quanto “vale” la sua presenza?
La prima vittoria sarebbe proprio vederla scendere fra i paletti. Senza metterle troppe pressioni, l’attesa per lei è ancora più sentita. Conosco le sue capacità di donna straordinaria, con grandi motivazioni, fattori che fanno funzionare meglio anche l’organismo nel processo di recupero fisico.
Sarà anche la prima edizione con i premi detassati per gli atleti.
Sì. Mi è spiaciuto di non esser riuscito a farlo già per Parigi 2024, ma non potevamo non farlo per i Giochi italiani. Nasce dalla nostra convinzione che il merito non si debba tassare. È un bellissimo segnale, gli atleti vedono che alle promesse facciamo seguire i fatti.
Di recente ha rilanciato la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2036 o del 2040. Ci crede davvero, dopo che la capitale ha rinunciato anche ai mondiali di atletica leggera?
Molto. E il metodo migliore è lavorare con discrezione, andando avanti in un’azione che presuppone un dialogo discreto con Coni, Cip, Comune e Regione, oltre alle necessarie alleanze internazionali. Per questo mi sono ripromesso di non parlarne più. Per ora ci sono candidature di India, Qatar, Germania e Turchia, ma per me è una sfida suggestiva, affascinante, concreta e possibile.
Come valuta le differenze di approccio tra la sospensione della Russia dalle gare e una mancata decisione analoga su atleti e squadre israeliane?
Non penso sia utile l’esclusione degli atleti israeliani dalle competizioni internazionali perché ritengo diverse le responsabilità di aggressori e aggrediti. Per molti la storia pare iniziata l’8 ottobre 2023, per me parte invece il 7 ottobre con la strage perpetrata da Hamas. Certo, siamo tutti sconvolti da quello che sta succedendo a Gaza, con la morte di civili, soprattutto bambini, nessuno di noi ha perso la sensibilità umana. La pace si persegue con la diplomazia, anche dello sport, partendo però dal riconoscere le responsabilità. Quanto agli atleti russi e bielorussi, per Milano-Cortina una decisione ancora non c'è, auspico che possano partecipare singolarmente, senza maglia, bandiera e inno, escludendo dai Giochi squadre, militari e chi ha fatto dichiarazioni pro-Putin.
Veniamo all’azzardo. Hanno fatto discutere alcune sue aperture a un eventuale superamento del divieto di pubblicità per le scommesse, già molto aggirato oggi.
Promuoverò sul tema un confronto da settembre fra tutti i soggetti interessati. La priorità anche per noi è contrastare efficacemente gli effetti della piaga sociale della ludopatia. Ritengo si debba anche valutare quanto è successo da quando nel 2018 è entrato in vigore il “decreto Dignità”. Il mio pensiero è che la mancanza di pubblicità sul gioco legale finisca col favorire quello illegale, una piaga ancor più grave, espressione dell'economia criminale. Le scommesse sportive, affidate dallo Stato a dei concessionari, sono parte di un settore regolamentato, con flussi finanziari tracciabili, che generano risorse che vanno condivise con gli organizzatori degli eventi, utilizzando parte degli introiti pubblicitari proprio per il contrasto più efficace della ludopatia.
Dal dl Sport appena approvato è stata stralciata la norma che prevedeva la cogestione di Sport e Salute negli eventi con contributi pubblici sopra i 5 milioni. La politica voleva mettere le mani sui grandi eventi?
L’autonomia nello sport è sempre un valore, ma questo decreto aiuta a migliorare il contesto in cui opera tutto il settore. Sport e Salute non è privata, è una Spa pubblica che c’è e ci sarà, al di là delle responsabilità politiche del momento, e che già da 20 anni (prima era Coni Servizi, ndr) ha fra le sue missioni la gestione dei grandi eventi. Ha già contribuito a trasformare in grande successo eventi come gli Internazionali di tennis e le Atp Finals, così come farà per i Giochi del Mediterraneo 2026 a Taranto e l’America’s Cup 2027 a Napoli. La differenza la fa la trasparenza con cui si fanno le cose, per questo un anno fa ho fissato anche dei criteri per le candidature che richiedono ingenti contributi pubblici, che spesso in passato sono stati dati per scontati, senza una piena consapevolezza della loro importanza. Abbiamo sempre dialogato con la Fitp e vedrete che presto la realtà dei fatti apparirà in modo diverso da come è stata rappresentata sul piano politico.
Dal ministero ha una visione d’insieme sulla dimensione giovanile nel Paese. Lo sport sta facendo tutto il necessario?
È il cuore della mia attività, anche per applicare il nuovo comma dell’art. 33 della Costituzione. Lo sport per i giovani è un fattore determinante per garantire educazione, socialità, rispetto e benessere e noi lo stiamo affrontando con una nuova metodologia. Penso ai nuovi Giochi della Gioventù e a quello che stiamo facendo nei luoghi dove lo sport non c’era per niente: cito il centro “Pino Daniele” a Caivano e lo faremo al Quarticciolo e Alessandrino a Roma, a Rozzano nel milanese, a Scampia e Secondigliano, a Borgo Nuovo a Palermo, a Foggia, a Catania, in Calabria e in tante altre località. Stiamo attivando 1.548 playground gratuiti nei Comuni del Sud sotto i 10mila abitanti, 1.250 dei quali già realizzati. E poi c’è il “Fondo dote famiglia”, i fondi agli oratori, starei qui a parlare per ore…
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