martedì 23 ottobre 2012
Dai cattolici del Forum un’«agenda». La stagione di Monti non si esaurisca. Patto fiscale per famiglie e imprese Stato più semplice. Politica più magra, e nuova. Dal secondo incontro nella cittadina umbra la disponibilità a un nuovo contenitore, «Servono otri nuovi ma non un partito cattolico» Nel documento finale il richiamo ai valori non negoziabili come discrimine nelle alleanze e a una nuova legge elettorale
 Oltre il pantano di Marco Tarquinio
IDEE PER LA NUOVA ITALIA - Il testo del manifesto
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L’«agenda dei cattolici» entra nel dibattito politico. Non per demolire quanto già sta in piedi a fatica, ma per costruire. Serve una «nuova offerta politica» per il bene del Paese e i cattolici vogliono concorrere. Da "Todi 2" sale la richiesta di un rafforzamento del lavoro del governo tecnico. «Una personalità come Monti, stimato dagli italiani nonostante le pressioni per ridurne l’autorevolezza, si staglia di fronte ai populisti di destra e sinistra», sgombra il campo Raffaele Bonanni, nella relazione conclusiva. «Un anno fa - ricorda - da Todi partì una risposta all’emergenza del Paese oltre il bipolarismo distruttivo. Ma oggi denunciamo che le forze politiche hanno tradito la loro missione, preferendo il cinismo dei rispettivi populismi». E l’assenza di una innervatura politica al rigore delle politiche emergenziali è responsabilità proprio delle forze politiche, denuncia Bonanni. Anzi, i partiti «hanno ostacolato anche il protagonismo del sociale, persino in presenza di aperture venute da Monti».Il segnale che viene da Todi a nome delle sette sigle promotrici (assente però la Coldiretti nelle sue figure apicali), rivolto a «tutte le realtà di buona volontà», è la richiesta di «voltare pagina rispetto a oligarchie politiche incapaci persino di rinnovare la legge elettorale».La proposta finale sul "contenitore" è frutto di una discussione serrata e sincera fra diverse sensibilità del cattolicesimo impegnato. Ma alla fine c’è grande soddisfazione per l’unità raggiunta sul documento, illustrato dal presidente delle Acli Andrea Olivero, mentre la sintesi dei lavori a porte chiuse di domenica nelle commissioni è affidata al presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz.Non sarà una "spruzzatina" valoriale ai partiti attuali, giudicati ormai inadeguati. «Non verrà da loro la nuova iniziativa che auspichiamo e alla quale vogliamo concorrere», spiega Bonanni. «Ma la soluzione non è un partito cattolico. I cattolici vogliono esercitare una funzione maieutica, spingendo, creando le condizioni, per una nuova offerta politica». Il «vino nuovo», che i cattolici - non da soli - vogliono portare ha bisogno di «otri nuovi, per non far diventare aceto il contenuto». Infine un riferimento personale, per respingere le accuse di velleitarismi: «Faccio il sindacalista e continuerò a farlo, ma ho interesse a che il Paese cambi», chiarisce Bonanni.Fra le proposte delle commissioni anche una, scaturita quella per le riforme presieduta da Luca Antonini, «per rilanciare il un sano federalismo e superare le macerie istituzionali». Nel dibattito tanti i contributi autorevoli, come quello dell’ex direttore del<+corsivo>Sole 24 ore<+tondo> Ernesto Auci (a nome di "Indipendenti per l’Italia") e Giancarlo Abete, intervenuto come presidente dell’Ucid (Imprenditori e dirigenti cattolici). Fra gli interventi più ripresi quello di Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria e uomo simbolo della lotta alla mafia, quando dice: «Se siamo moderati siamo dei moderati rivoluzionari».
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