Chiesa

Abusi e informazione. Tutela dei minori, trasparenza e fiducia

Francesco Ognibene martedì 31 gennaio 2023

Qual è il quotidiano italiano che ha dato più spazio e rilievo al dramma degli abusi sui minori nella Chiesa? È Avvenire, «insospettabilmente». L’avverbio, che tradisce la più viva sorpresa, sintetizza alla perfezione l’esito del meticoloso report «Chiesa e abusi sui minori nei media italiani», 100 pagine di dati e tabelle consegnate ai media nei giorni scorsi da Volocom, società leader nel campo della «news intelligence analysis», ovvero l’esame dell’imponente mole di notizie prodotte ogni giorno dal sistema informativo italiano, setacciata e catalogata.

A dar conto del risultato sono gli stessi curatori dell’indagine indipendente che notano come, a completare l’esito imprevedibile, sia il secondo posto dell’Osservatore romano. Alla classifica che mette in fila tutti i quotidiani italiani per numero di articoli pubblicati dal 1° settembre 2021 al 31 agosto 2022 gli analisti di Volocom sono giunti interrogando digitalmente per parole chiave «oltre 4mila fonti web, 37 quotidiani nazionali, 80 quotidiani locali, 184 edizioni secondarie di quotidiani e 384 periodici», per un totale di 18mila articoli individuati dal motore di ricerca. Questo primo database è stato poi scremato per isolare i soli articoli che si occupassero specificamente di Chiesa e abusi, circoscrivendo così la ricerca ai 2.280 che sono stati oggetto dell’analisi testuale diretta vera e propria. Un censimento completo della narrazione mediatica di un tema col quale i media italiani si sono confrontati lungo tutto l’anno preso in esame, tra fatti di cronaca, editoriali, interviste, inchieste e approfondimenti.

L’esito della complessa elaborazione riflette dunque il rilievo dato al tema, la costanza della copertura, l’impegno per offrire un racconto completo. Il risultato è una classifica che vede svettare Avvenire con 54 articoli, quasi il doppio dell’Osservatore (26) e quattro volte tanto le due testate quotidiane al terzo posto, Il Giornale e Il Domani (14) seguite a ruota da Corriere, Stampa e Giorno (13), da La Verità, La Nazione e Il Messaggero (12) e poi Repubblica (11). Se poi si combina quotidiano e sito web ecco che gli articoli di Avvenire diventano 88 e quelli dell’Osservatore 52 (il Giornale è a 34, il Corriere a 31, il Fatto quotidiano a 20 e Repubblica a 19). A muovere una ricerca tanto impegnativa una domanda pertinente: «Come mai la stampa italiana non si è comportata nei confronti della Chiesa come quella francese, tedesca o americana? Potremmo subito rilevare – è la risposta degli analisti – come la stampa non solo cattolica ma addirittura istituzionale ( Avvenire e Osservatore romano) abbia dimostrato più di altri un senso di obiettività e di responsabilità nel trattare questo tema, quando invece ci si sarebbe potuto attendere esattamente il contrario».

Nei suoi 88 articoli tra carta e online Avvenire «dà conto degli episodi di cronaca che avvengono nei 12 mesi considerati» e «informa prevalentemente sulle iniziative della Cei e delle diocesi volte ad attuare la “svolta culturale” nella lotta agli abusi» (da notare anche i 22 articoli di Risveglio Duemila, settimanale della diocesi di Ravenna-Cervia il cui arcivescovo Lorenzo Ghizzoni presiede il Servizio Cei per la Tutela dei minori). Ma l’informazione di Avvenire non si esaurisce qui. L’algoritmo di Volocom infatti registra anche, nella categoria «settimanali e periodici», le uscite su Chiesa e abusi degli inserti diocesani settimanali del quotidiano: Bologna Sette (12 in un anno), Lazio Sette (7), Nostro Tempo (Modena) e Vita Nuova (Parma, entrambe 6), Milano Sette e Avvenire di Calabria (4) più Cremona Sette (2), per un totale di altri 41 articoli.

Ma gli oltre duemila articoli setacciati dagli analisti dicono anche altro, perché la quantità di uscite va combinata con la provenienza della notizia e del giornale che la riferisce (nazionale o locale), il tipo di racconto (cronaca o analisi), la collocazione in pagina, il clima prevalente nei confronti della Chiesa (critico o fiducioso): ingredienti che nel loro insieme offrono un dato qualitativo per il quale l’algoritmo non basta più e occorre la valutazione degli analisti. Il report registra come «siano soprattutto fatti avvenuti nel territorio locale (seppur di rilevanza nazionale) a trovare spazio nelle testate giornalistiche»: infatti «sono di più gli articoli che informano e aggiornano su arresti e fasi dei processi di casi avvenuti sul territorio piuttosto che articoli che affrontano il tema in senso generico e a carattere nazionale » (con un rapporto di 64 a 36).

Di conseguenza prevale nel complesso la narrazione su media locali e sulle pagine locali di giornali nazionali, ment re il racconto di cronaca è in maggioranza rispetto ad altri generi giornalistici, con la narrazione «neutra » dei fatti che ha la meglio sul giudizio. È proprio sul piano del clima generale degli articoli (quello che la ricerca definisce “sentiment”, o tono di voce) che arriva un altro dato sorprendente: perché quelli di orientamento “positivo”, nei quali cioè accanto alle notizie inerenti episodi di abuso si dà conto anche di «iniziative e interventi volti a rafforzare le misure di contrasto», sono il 39% contro il 18 di quelli espressi con tono critico e il restante 43 semplicemente cronachistico, ovvero neutro.

Quindi sulla stampa italiana «per ogni articolo critico ce ne sono almeno due neutri e positivi». Un modo per sottovalutare il fenomeno? Tutt’altro, perché nel 73% dei casi un articolo su Chiesa e abusi è stato pubblicato «entro le prime 20 pagine del giornale», con il 45% fino a pagina 10. Cioè in evidenza, per riferire fatti, ma con l’interesse verso l’impegno messo in campo dalla Chiesa italiana perché un fenomeno odioso « possa essere concretamente affrontato e magari anche risolto dalla stessa organizzazione ecclesiastica».