Attualità

La novità. Così il voto in condotta “peserà” sulla Maturità

Paolo Ferrario venerdì 30 giugno 2023

Uno studente impegnato nella Maturità: ora “peserà” anche il voto in condotta

Cambia il “peso” del voto in condotta, che sarà ripristinato alle scuole secondarie di primo grado (e farà media) e che, alle superiori, inciderà sui crediti per l’ammissione alla Maturità e, in caso di votazione pari a 6, genererà un debito scolastico in Educazione civica. Queste alcune delle novità introdotte dalla riforma voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per contrastare il bullismo nelle scuole. «Il mio obiettivo è una scuola che promuova la cultura del rispetto, che ripristini l’autorevolezza dei docenti e rimetta al centro il principio di responsabilità, restituendo piena serenità alla comunità educante», ha spiegato il ministro durante l’ultimo question time alla Camera.

Una serie di episodi gravissimi

Negli ultimi tempi, diversi episodi di violenza nei confronti di insegnanti, avevano riportato il tema in primo piano. Oltre ai fatti di Rovigo (dove due studenti, che avevano sparato pallini di plastica in faccia all’insegnante, erano prima stati promossi col 9 in condotta, poi ridotto a 7 e a 6) e di Abbiategrasso (qui uno studente, responsabile del ferimento di una docente con un coltello, è stato bocciato ed espulso dalla scuola), ieri è giunta notizia di un’operazione della Polizia Postale che ha smantellato una banda di bulli telematici, perquisendo le abitazioni di otto minorenni in sette città d’Italia. «Sono andato in classe con una Glock», aveva scritto sulla chat di Telegram uno del gruppo, mentre un altro chiedeva informazioni su come fabbricare una molotov e un terzo si vantava di essere riuscito a portare in classe un grosso coltello. Tutti episodi ora al vaglio degli inquirenti, che rilanciano uno spaccato inquietante di ciò che avviene in alcune scuole.

Una riforma, tre direttrici

Una deriva a cui l’intervento del Ministero vuole porre un argine. Tre le direttrici principali della riforma.
Innanzitutto, il voto in condotta sarà riferito «a tutto l’anno scolastico», anche a episodi avvenuti mesi prima, come nel caso di Rovigo. Inoltre, attraverso una modifica alla riforma del 2017, sarà appunto reintrodotto il voto in condotta alle scuole medie e farà media. Per quanto riguarda la scuola superiore, «la valutazione del comportamento – si legge in una nota – inciderà sui crediti per l’ammissione» alla Maturità, mentre il 5 in condotta (che comporta la bocciatura automatica), potrà essere assegnato non solo «in presenza di gravi atti di violenza o di commissione di reati», come avviene ora, ma anche «a fronte di comportamenti che costituiscono gravi e reiterate violazioni del Regolamento d’istituto». Infine, «l’assegnazione del 6 per la condotta genererà un debito scolastico in materia di Educazione civica, che dovrà essere recuperato a settembre con una verifica avente ad oggetto i valori costituzionali e i valori di cittadinanza».

Sei sospeso? Vai a scuola

La seconda direttrice riguarda la misura della “sospensione”. Gli alunni colpiti da questa sanzione, non staranno più a casa, ma per loro è prevista «più scuola, più impegno e più studio». Così, fino a 2 giorni di sospensione, l’alunno sarà coinvolto in attività, decise dal consiglio di classe e al termine dovrà produrre un elaborato sui quanto appreso. Oltre i 2 giorni «lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate».
Infine, sempre nel caso di sospensione oltre i 2 giorni, a giudizio del consiglio di classe, «l’attività di cittadinanza solidale potrà proseguire oltre la durata della sospensione e dunque anche dopo il rientro in classe dello studente, secondo principi di temporaneità, gradualità e proporzionalità. Ciò – conclude la nota ministeriale – al fine di stimolare ulteriormente e verificare l’effettiva maturazione e responsabilizzazione del giovane rispetto all’accaduto».

Soddisfatti i presidi, critici gli studenti

Soddisfazione per la riforma di Valditara è stata espressa dalla presidente dei presidi del Lazio, Cristina Costarelli: «È importante che sia stato affrontato il fatto che qualunque comportamento avvenuto durante l’anno scolastico, anche se all’inizio, vada ad incidere sulla valutazione finale, sul rilievo della valutazione al comportamento che deve avere per l’ammissione all’anno scolastico successivo e ancora, il valore formativo della sospensione che non è un semplice allontanamento da scuola ma appunto deve essere accompagnata da un’azione di tipo formativo».
Negativo, invece, il commento dell’Unione degli studenti. «Una valutazione solo numerica – sottolinea la coordinatrice nazionale Bianca Chiesa – tende ad avere un carattere troppo spesso punitivo nei confronti dello studente invece che formativo. Noi pensiamo che per contrastare ogni episodio di violenza che avviene all’interno e all’esterno delle scuole serva agire alla radice, cioè cambiare totalmente il sistema didattico e di valutazione che è fermo a 100 anni fa».

L'Osservatorio nazionale sulla sicurezza

Infine, la settimana prossima, la Commissione istruzione della Camera, discuterà la proposta di legge della Lega che punta a aprire un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, introducendo anche la Giornata nazionale di educazione e prevenzione della violenza a scuola.