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Televisione . Raul Gardini, uno dei tanti misteri all'italiana

Tiziana Lupi sabato 22 luglio 2023

Fabrizio Bentivoglio nel film tv “Raul Gardini”

Pensi a Raul Gardini e la mente va immediatamente agli anni di Tangentopoli e Mani Pulite perché fu allora, il 23 luglio 1993, che l’imprenditore ravennate, coinvolto nella vicenda Enimont (con quella che allora fu definita “la madre di tutte le tangenti”), si tolse la vita con un colpo di pistola. «In realtà l’avventura di Gardini e della famiglia Ferruzzi è molto di più. È la storia di una realtà imprenditoriale con una visione fortemente innovativa ed europeista» sostiene il produttore Giannandrea Pecorelli.

Ed è per questo che, con la sua Aurora Tv, ha deciso di realizzare la docufiction intitolata semplicemente Raul Gardini (in onda su Rai1 domani in prima serata) diretta da Francesco Miccichè: «La sua è una storia che deve essere raccontata. Anche perché sono passati ormai trent’anni dalla sua morte, avvenuta in una fase cruciale e controversa del nostro Paese». La docufiction racconterà gli ultimi tre anni di vita di Gardini, dal varo del Moro di Venezia (l’11 marzo 1990), l’imbarcazione con cui, nel ’92, tento di aggiudicarsi la Coppa America, fino al giorno della sua morte. Lo farà con materiale d’archivio, testimonianze (tra cui quelle di Riccardo Muti e di Paul Cayard, timoniere del Moro) e una ricostruzione affidata alla fiction nella quale l’incontro di Gardini con una giornalista (interpretata da Pilar Fogliati) diventa l’occasione per un’intervista-confessione che ripercorre le vicende che lo hanno portato alla ribalta internazionale.

A dare il volto all’imprenditore è Fabrizio Bentivoglio che, da anni, aspettava di interpretare questo ruolo: «Mi colpiscono l’oblio e l’ostinazione nell’essersi dimenticati di una persona come lui. Gardini era un uomo all’antica, uno di quelli per cui una stretta di mano vale più di cento firme ma che era costretto a interfacciarsi con una politica che aveva iniziato a usare la stretta di mano in maniera sbagliata » Non solo. Per l’attore, Gardini era anche «un visionario ma, purtroppo, Tangentopoli, il Moro di Venezia, la sua avvenenza e la sua solarità hanno fatto passare questa sua dote in secondo piano. Quarant’anni fa aveva già pensato a un combustibile alternativo alla benzina, a impatto zero, ottenuto dall’eccedenza dei cereali. E non era solo un’idea, era già in grado di farlo – spiega Bentivoglio -. Per non parlare del Mater-Bi, le bioplastiche compostabili e biodegradabili realizzate con scarti e materie prime agricole che aveva cominciato a produrre. Se avessimo seguito le sue idee ci saremmo risparmiati trent’anni di plastica. E non parlo solo dei sacchetti per la spesa».

E poi c’è l’avventura del Moro di Venezia: «Abbiamo girato alcune scene proprio su quell’imbarcazione. Con quell’avventura Gardini trasformò la vela da uno sport per quattro appassionati a una cosa per tutti, un po’ come ha fatto Valentino Rossi con il motociclismo. Io stesso ricordo di avere passato qualche notte in bianco per seguire le regate». Erano gli anni Novanta quelli in cui, ricorda Bentivoglio, «mi sono affacciato al cinema. Mi viene in mente che uno dei film che ho fatto in quegli anni era Un eroe borghese. Interpretavo Giorgio Ambrosoli, la sua vicenda è un altro dei buchi neri che tappezzano la storia del nostro Paese. Domande a cui non abbiamo mai saputo rispondere». Raul Gardini è prodotta da Aurora Tv con Rai Fiction e per la direttrice Maria Pia Ammirati «ripropone una personalità complessa come gli anni in cui ha vissuto e le contraddizioni di un imprenditore dalla visione strategica per approfondire l’avventura del Moro di Venezia e i difficili anni di Tangentopoli».