D’Alessio: «Basta violenza, i giovani cantino i valori»
Nel nuovo album "Nuje", il cantante mette al centro la vita reale e le sue fragilità contro le false luci dei social pensando alle nuove generazioni.

Più realtà, meno reality. È la bussola con cui Gigi D’Alessio presenta a Milano Nuje, il nuovo album che esce il 28 novembre (GGD Edizioni Srl/Columbia Records/Sony Music) e che il cantautore definisce un ritorno alla verità. Tredici brani che parlano di “noi”, come suggerisce il titolo in napoletano, e che ritraggono senza filtri la vita quotidiana, opposta alla vetrina “fake” dei social. «Siamo sempre più proiettati verso il materialismo – osserva – c’è tanta gente che vuole dimostrare ciò che non è. Ti fa vedere che sta alle Maldive e invece è a Riccione». Una falsità che, secondo D’Alessio, investe anche certa musica giovanile: «Cantano di violenza, ma spesso è tutto fake».
Prodotto insieme ad Adriano Pennino, Max D’Ambra e Kekko D’Alessio, con i testi in collaborazione con Vincenzo D’Agostino, l’album raccoglie anche i singoli già pubblicati – Rosa e lacrime, Cattiveria e gelosia, Un selfie con la vita e Diamanti e oro, featuring Khaled e Jovanotti – ma il cuore del progetto resta la dimensione affettiva. «Racconto quello che vedo», spiega D’Alessio. Natu tipo e penziero apre il disco affrontando la fatica di lasciare andare un amore profondo, mentre il brano Nuje canta un legame intenso e complicato. Non manca il ritmo, ma sempre ancorato alla verità dei sentimenti, cantati fra italiano e napoletano.
La chiusura, Filumè, è un omaggio alle donne ispirato alla Filumena Marturano di Eduardo De Filippo: la prostituta che si riscatta per amore dei figli diventa per l’artista una “Madonna laica” a cui affidare i giovani. «Penso alle ragazzine che si svendono on line per comprarsi una cintura griffata – racconta –. Questo brano è un invito a seguire i sentimenti, non la parte materiale».
Per D’Alessio la realtà è spesso deformata da un sistema che «ci usa», invece di essere governato da noi. «La soglia di attenzione è di dieci secondi. Nuje invece è vita reale, e gli artisti hanno l’obbligo di raccontarla». Lo ribadisce anche nel brano con Jovanotti e Khaled, che unisce Mediterraneo e Nordafrica per ricordare le contraddizioni globali: «Abbiamo la ricchezza ma manca chi la rende buona», canta Cherubini. E D’Alessio commenta sconfortato: «La stiamo usando spendendo miliardi per comprare armi per massacrare bambini che vivono con un dollaro al giorno».
La responsabilità verso le nuove generazioni è per lui fondamentale oggi: «La musica è l’unica lama che non ferisce. Dobbiamo riempire i file vuoti che riguardano i giovani, quello che si semina poi si raccoglie». Da qui l’appello agli artisti emergenti: «Basta soldi e violenza nei testi. L’amore – per un figlio, una persona, un amico – è la base della vita. Molti raccontano storie che non gli appartengono: ma i valori non sono una moda».
E ai giovani musicisti, compreso suo figlio LDA, lancia un invito alla formazione: «Usate pure l’autotune, ma studiate la musica. Se canti soltanto, la vedi dallo spioncino; se sei musicista, hai la porta spalancata». Quanto all’intelligenza artificiale, avverte: «Va regolamentata, altrimenti le case discografiche smetteranno di investire sugli artisti». Una certezza però resta: i concerti dal vivo, che «non potranno mai essere sostituiti, se non forse da qualche ologramma», sorride.
Il pubblico potrà verificarlo presto: il nuovo tour partirà il 17 e 18 marzo da Roma.
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