Napoleone in Russia fu sconfitto dai batteri
Analizzando il Dna di 13 soldati dell'esercito francese, gli scienziati dell'Istituto Pasteur hanno individuato la causa della celebre disfatta: i batteri

La febbre arrestò la campagna di Napoleone in Russia. Analizzando il Dna di 13 soldati dell'esercito francese, gli scienziati dell'Istituto Pasteur hanno individuato la causa della celebre disfatta: i batteri.
La scelta di Alessandro I di riprendere il commercio con l’Inghilterra costrinse Bonaparte a cambiare la sua politica nei riguardi della Russia: fino a quel momento Napoleone aveva cercato di consolidare il legame con Mosca per creare un blocco commerciale continentale in funzione anti-inglese. L’obiettivo del generale era quello di isolare l’Inghilterra, soffocando la sua economia. La decisione dello zar, tuttavia, cambiò i suoi piani e nel 1812 il condottiero venuto dalla Corsica intraprese il suo progetto militare più ardito: l'invasione della Russia. La grande armata riunita per la campagna orientale era composta da mezzo milione di uomini, metà dei quali provenienti dai satelliti dell’impero; un esercito composto in minima parte da soldati francesi, che presentava enormi problemi di coordinamento e di comunicazione, a cui si aggiungeva la difficoltà di compattare un vasto gruppo di prussiani, italiani e austriaci intorno alla causa francese. Nel mese di giugno ebbe inizio la marcia francese e, davanti all’avanzata nemica, i russi adottarono la tattica della terra bruciata: non ingaggiarono battaglie campali, ma si limitarono a indietreggiare, bruciando le scorte di grano che incontravano sulla propria strada. Privi di cibo e stremati dalla fatica, 200mila soldati morirono ancora prima di ingaggiare un vero scontro con il nemico: giunti a Mosca, i francesi assistettero al rogo della capitale deserta, abbandonata dai cittadini prima del loro arrivo. Privi di rifornimenti, logorati dalla lunga marcia e demoralizzati dall’andamento delle operazioni militari, i soldati di Napoleone compresero di essere stati sconfitti. La ritirata fu un’autentica anabasi: a novembre giunsero le prime nevicate e la temperatura calò in modo drastico. Gli uomini di Napoleone continuavano a morire a causa della fame e della dissenteria, mentre il Generale Inverno li stringeva nella sua morsa. Meno del 10% dell’armata delle venti nazioni fece ritorno dalla campagna in Russia, che con il suo esito drammatico segnò la fine dell’ascesa di Napoleone.

Dall’analisi della spedizione militare emergono le principali ragioni della vittoria zarista: la tattica della terra bruciata e la rigidità del clima. A queste motivazioni si aggiunge la causa batterica: i ricercatori dell'Unità di paleogenomica microbica dell'Istituto Pasteur, in collaborazione con il laboratorio di antropologia bioculturale dell'Università di Aix-Marseille, hanno esaminato i resti umani riesumati nel 2002 da una fossa comune di Vilnius, in Lituania, sulla strada battuta dall'esercito di Napoleone durante la ritirata. Gli scienziati hanno applicato tecniche di sequenziamento di nuova generazione nell’analisi del genoma ricavato dai denti e in questo modo hanno individuato gli agenti infettivi: due batteri, Salmonella enterica, che causa il paratifo, e Borrelia recurrentis, responsabile di una malattia trasmessa dai pidocchi. Entrambi i microrganismi possono provocare febbre alta, affaticamento e problemi digestivi e «la loro presenza simultanea potrebbe aver contribuito al peggioramento delle condizioni dei soldati, già indeboliti da freddo, fame e carenza di servizi igienici». Lo studio condotto con il coinvolgimento dei ricercatori dell’Università di Tartu, in Estonia, riapre il dibattito scientifico sulle ragioni del trionfo russo, a cui potrebbe aver concorso l’elemento batterico.
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