giovedì 19 luglio 2018
La fiorettista alla vigilia della rassegna iridata: «Sono più consapevole della mia forza. La Trillini era il mio idolo, adesso è la mia maestra»
Alice Volpi, 26 anni, fiorettista della Nazionale di scherma

Alice Volpi, 26 anni, fiorettista della Nazionale di scherma

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A Rio fu la sparring partner di Arianna Errigo e Elisa Di Francisca, a Tokyo vorrebbe recitare il ruolo di prima donna del fioretto tricolore. Due anni fa in Brasile osservò in borghese le compagne gareggiare sulla pedana carioca, tra due anni in Giappone desidererebbe indossare la divisa da titolare nella partita a cinque cerchi. Non sarà facile, ma Alice Volpi è pronta a scalare le gerarchie dell’arma di punta della scherma italiana. A metà del quadriennio olimpico il fioretto in rosa si gode il talento genuino di questa ventiseienne nata Siena, cresciuta sportivamente a Jesi e accasatasi per amore a Frascati. Papà Paolo e mamma Valeria, di origini brasiliane, hanno educato l’arrembante fiorettista, la guida tecnica di Giovanna Trillini ha esaltato le doti atletiche di una funambola della pedana, l’amore di Daniele Garozzo ha reso sicura l’ormai donna matura. Genitori, allenatrice, fidanzato: sono questi i soggetti cardine nel paese delle meraviglie di Alice. Un mondo reale, non fantastico, scandito da fatica e sudore, allenamenti e competizioni, medaglie continentali e iridate. Tappa fondamentale nel percorso verso i Giochi del 2020 sono i Mondiali che cominciano oggi a Wuxi, due ore di macchina a ovest di Shanghai. Sulle rive del fiume Azzurro la fiorettista toscana dovrà confermare l’argento acciuffato dodici mesi fa a Lipsia. In terra tedesca a battere la senese fu l’olimpionica russa Inna Deriglazova, attuale numero uno del ranking mondiale proprio davanti alla Volpi. Con un anno di esperienza in più sulla punta della lama stavolta Alice medita il colpaccio: «Mi presento in Cina con una maggiore consapevolezza nei miei mezzi rispetto alla precedente edizione del Mondiale. Allora ero spensierata, ora sono tra le favorite. In una stagione ricca di podi in Coppa del mondo la medaglia iridata potrebbe essere la ciliegina sulla torta». Prima ad Algeri, seconda a Torino, Cancun e Saint-Maur-des-Fossés. Quattro podi in coppa che rischiano però di non bastare, perché nella stagione della scherma conta il Mondiale: «L’ho capito l’anno scorso. La medaglia d’argento individuale mi ha fatto entrare in un’altra di- mensione. Da quel momento ho intensificato gli allenamenti per rimanere tra le grandi». Essere tra le migliori al mondo. Mai Alice avrebbe potuto sognare uno scenario simile quando a sette anni entrò per la prima volta in una sala d’armi per assecondare la vecchia passione del padre. «Gli era rimasto in testa il pallino della scherma e così decise di farmi provare. Per me era uno sport sconosciuto, ma nello stesso tempo affascinante, anche se confesso che all’inizio con il fioretto di plastica non mi divertivo. Il passaggio all’arma di ferro è stata un’altra cosa». Tanto da diventare un mestiere. Tesserata per il gruppo sportivo Fiamme Oro oggi Alice fa vita da professionista. Tre ore in pedana la mattina, due in palestra nel pomeriggio, dal lunedì al sabato. C’è solo la domenica come giorno libero nella settimana, ma gli allenamenti non sono un peso: «Corsa, pesi, cyclette, assalti. Sgobbare e sudare mi piace, perché so che la strada verso la vittoria è lunga e faticosa ». Oro olimpico. Questo è il tarlo nella mente dell’azzurra, che era nata solo da tre mesi quando la sua allenatrice, Giovanna Trillini, saliva sul gradino più alto del podio a Barcellona 1992: «Per la mia crescita i suoi consigli sono stati fondamentali. Da quando seguo le sue lezioni il mio approccio con la gara è cambiato. Mi fido di lei e credo negli insegnamenti che mi trasmette. Era il mio idolo, ora è la mia maestra». Nel 2016 la Volpi era invece a Rio, ma solo come compagna di allenamenti di Errigo e Di Francisca, quando il fidanzato, Daniele Garozzo, si tinse d’oro sulla pedana a cinque cerchi. Non sono una coppia di sportivi ricca di glamour quanto lo erano stati Federica Pellegrini e Pippo Magnini o quanto lo sono Fabio Fognini e Flavia Pennetta, ma per Alice il rapporto sentimentale con un collega rappresenta un vantaggio: «Siccome facciamo lo stesso sport sono sempre sicura di essere supportata da una persona che mi capisce subito». Sull’agenda ha già fatto un circoletto rosso sul mese di luglio 2020 e per entrare in sintonia col Giappone adora leggere i romanzi di Haruki Murakami («After dark mi ha stregato»), eppure Alice sa benissimo che la concorrenza più dura è all’interno della stessa squadra azzurra. «Non mi sento la leader del gruppo perché per esperienza il ruolo di capitano spetta ad Arianna Errigo. Siamo ragazze giovani con tanta voglia di divertirsi in pedana e di conquistare il pass per le Olimpiadi». Ai recenti Europei di Novi Sad nel torneo a squadre la senese ha avuto l’onore di disputare l’ultimo assalto: «Non ho avvertito la responsabilità, ma per essere l’ultima anche ai Mondiali dovrò essere la più brava nel torneo individuale». Nessun rito scaramantico prima della gara, niente musica a palla nelle orecchie. Per entrare nel paese delle meraviglie ad Alice Volpi basta impugnare un fioretto.

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