
La visita notturna alla basilica superiore di San Francesco con ViviAvvenire - Archivio Avvenire
Si parla molto di community, di persone che si aggregano attorno a uno scopo, un senso di appartenenza, di responsabilità reciproca. Ma, si intende, sono community virtuali, che condividono interessi, meno lo spazio e il tempo della realtà. Certamente c’è una community di lettori di Avvenire, ma che ha voglia di essere comunità. È stata l’evidenza più chiara della due giorni di ViviAvvenire, che nella sua seconda edizione ha fatto tappa ad Assisi. Sabato 21 e domenica 22 giugno una trentina di abbonati – nuovi, affezionati e persino storici – si sono ritrovati nella città di Francesco, per vivere un’esperienza unica, per conoscere da più vicino il giornale ma anche per conoscersi tra loro. Perché essere lettori di “Avvenire” è apparsa davvero una scelta su cui costruire reciprocamente un confronto. Un desiderio di capire, di sapere, di condividere. Una percezione chiara che responsabilizza ulteriormente noi giornalisti, perché, a differenza di altre testate, questo giornale è davvero sia di chi lo fa che di chi lo legge.
Il programma ha visto una ricca sequenza di momenti intensi, grazie soprattutto all’accoglienza straordinaria regalataci dal Sacro Convento di Assisi e in particolare da fra Giulio Cesareo, responsabile della Sala Stampa ma soprattutto premuroso anfitrione. Prima tappa, la visita del Museo del Tesoro del Sacro Convento con il suo direttore, fra Thomas Freidel. Quindi la mostra “Laudato Sie: Natura e Scienza” che, a 800 anni dal Cantico delle Creature (di cui espone le pagine de manoscritto in cui per la prima volta è testimoniato il capolavoro di Francesco), racconta il lungo, virtuoso rapporto tra la famiglia francescana e la scienza. Un momento ricco di scoperte e sorprese grazie alla presenza generosa del curatore Paolo Capitanucci.
Dopo la cena francescana all’interno della sala del Sacro Convento che fu refettorio pontificio invernale e un passeggiata nel portico “del Calzo”, l’impressionante struttura gotica sospesa sulla valle spoletana, di norma non accessibile al pubblico, il momento clou della due giorni di ViviAvvenire: una visita esclusiva in notturna alla basilica superiore di San Francesco, accompagnati da Sergio Fusetti, caporestauratore della complesso assisiate, da 50 anni custode dei capolavori artistici che lo popolano, il quale oltre a svelare i segreti degli affreschi di Cimabue e di Giotto ha raccontato l’avventura del crollo delle volte, in cui egli stesso rimase coinvolto, nel sisma del 1997 e del loro “restauro impossibile”, frammento per frammento, conclusosi nel 1999.
Nella mattina di domenica, solennità del Corpus Domini, la partecipazione alla liturgia nella basilica superiore, con il saluto del Custode del Sacro Convento Marco Moroni agli amici di ViviAvvenire. E quindi, in conclusione, una Assisi inattesa: quella romana, con la visita ai resti del foro, quasi intatti cinque metri sotto il piano di calpestio di piazza del Comune. Nel mezzo, tanti momenti per conversare, per conoscersi, per esprimere opinioni. Avvicinando due momenti spesso troppo distanti, la scrittura e la lettura, nel piacere dell’amicizia. In attesa di un nuovo appuntamento.