martedì 24 febbraio 2015
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Esterno giorno. Un gruppo di combattenti inglesi delle Brigate internazionali entra in un villaggio andaluso sparando dei colpi e percorre una via dopo aver abbattuto qualche nemico. I combattenti si appostano, al riparo. Qualcuno spara dall’alto e uccide uno di loro. La macchina da presa inquadra un campanile da cui arrivano i colpi. Poco dopo, alcuni franchisti escono da una chiesa facendosi scudo di una donna. Seguono scambi di arma da fuoco; i franchisti vengono uccisi. Qualche minuto più tardi viene spinto fuori dalla chiesa colui che sparava dal campanile: è un prete. Viene catturato, disarmato e portato in un campo. L’uomo viene fucilato dopo essersi fatto il segno della croce.La sequenza di Terra e libertà (1995) di Ken Loach vorrebbe rendere evidente una presunta connivenza fra Chiesa e franchismo. Si ritiene che il film racconti fatti veri, tuttavia nel caso citato non rappresenta alcunché di storicamente fondato. Usa un’immagine propagandistica impiegata dal Frente Popular negli anni ’30. I miliziani accampavano la scusa che dalle chiese e dai conventi (persino di suore) si sparava per avere la scusa di entrare, rapire e uccidere le persone che vi vivevano. Ignaro della sua falsità oppure no, Loach ha fatto rivivere quest’immagine della propaganda per rappresentare il potere oppressivo della Chiesa cattolica sul popolo, una Chiesa militante al punto che i suoi preti imbracciavano il fucile o nascondevano armi.Ciò è stato parte del repertorio propagandistico usato dalle forze repubblicane e dalle brigate internazionali ed è sopravvissuto, ancora oggi, in una certa, diffusa, storiografia. Molti testi condividono l’idea che la Chiesa spagnola di allora fosse un’istituzione potente, che intendeva impedire il progresso del Paese e che contribuiva a sfruttare le classi deboli. In realtà, dopo la Restaurazione (1875-1923) e la dittatura di Primo de Rivera (1923-1930), la Chiesa era molto indebolita. Se appariva ai suoi critici come un’istituzione unanime, monolitica che orchestrava le sue campagne per imporre la propria visione della politica e dell’organizzazione sociale, la realtà era ben più complessa. Le basi della sua influenza consistevano nel suo essere Chiesa di Stato. Però, fino al 1931, essa rifletteva quella combinazione di privilegio e controllo regalista caratteristico delle relazioni fra Stato e Chiesa sin dagli anni Trenta. […].Il conflitto si sviluppò sulle ambiguità inerenti allo status legale di un’istituzione né troppo potente né troppo debole. Da secoli, Chiesa e Stato erano interconnessi e tale interconnessione poté essere sciolta soltanto con provvedimenti unilaterali avviati nel corso di qualche decennio. […]. Dalle organizzazioni politiche e sindacali impegnate nelle riforme della Seconda Repubblica la Chiesa sarà considerata come un capro espiatorio. Molti vedevano in essa la vera sorgente del potere di una «reazione» che, in realtà, aveva molte sfaccettature. Più per ciò che rappresentava che per essere un autentico ostacolo, essa fu oggetto per anni di attacchi fino all’eruzione di violenza che la travolse a partire dal luglio 1936, quando l’alzamiento di Franco, indipendente dalla Chiesa, fornì l’occasione a lungo cercata da chi voleva eliminarla fisicamente nei suoi edifici, nelle persone che la rappresentavano e nei suoi simboli.Per questo bisogna indagare principalmente non sulla Guerra Civile spagnola, ma sul ruolo e sulla sorte della Chiesa dalla Seconda Repubblica allo scoppio della guerra, e sulla messe di martiri che caddero tra il 1934 e il 1939; cercando di comprendere come si arrivò a quello scontro, all’individuazione del capro espiatorio, cercando di ricostruire le fasi, le motivazioni e la dinamica finale delle uccisioni di massa concentrate soprattutto nel 1936.
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