martedì 29 settembre 2015
Dopo i risultati promettenti con le cellule staminali cerebrali umane, ora si apre la strada alla fase II in cui è previsto il trapianto in 60-80 pazienti. (Alessia Guerrieri)
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Un nuovo passo verso la cura della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Ed è tutto made in Italy. Attraverso staminali cerebrali umane sicure e certificate, ma anche etiche. Sono quelle iniettate in 18 pazienti dall’equipe coordinata dal biologo cellulare Angelo Vescovi nella fase I del trial clinico sulla Sla – i cui risultati sono stati presentati stamane a Roma – una sperimentazione iniziata tre anni fa grazie al sostegno dell’associazione Revert Onlus, l’Irccs Casa del Sollievo della Sofferenza e ad alcune Fondazioni private tra cui Generali, in collaborazione con Fondazione Cellule Staminali. In questa prima fase, così, non solo non sono stati rilevati nei pazienti eventi avversi imputabili a questa procedura, ma in più si hanno risultati clinico-chirurgici migliori rispetto alla sperimentazione parallela che si tiene negli Stati Uniti. "Oggi abbiamo dato speranza a tante persone – esordisce monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per Famiglia e presidente dell’associazione - ai malati e alle loro famiglie", dimostrando che c’è un "circolo virtuoso" tra ricerca scientifica, fede e famiglia e che anche la malattia "si può vivere con una dimensione solidale". Dopo i risultati promettenti, perciò, ora si apre la strada alla fase II in cui è previsto il trapianto in 60-80 pazienti Sla e, il mese prossimo, il deposito del protocollo all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per iniziare la prima fase di sperimentazione anche sulla sclerosi multipla. "Abbiamo saputo cogliere l’impossibilità trasformandola in opportunità", spiega Vescovi, superando qualsiasi problema etico, visto che "le cellule vengono esclusivamente da feti deceduti per cause naturali".
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