L'enigma della morte dei topi sull'Arca di Noè spaziale russa
di Davide Re
Rientrata la navicella Bion-M2 dell'agenzia di Mosca che stava conducendo esperimenti sui possibili effetti dei raggi cosmici sugli astronauti

Prima di poter fare un bilancio della missione russa Bion-M2, gli studiosi dovranno davvero ingegnarsi per decifrare l'enigma che riguarda la fine di una parte del suo particolare equipaggio. Al rientro sulla Terra, 10 topi su 75 di questa vera e propria Arca di Noè spaziale, sono stati ritrovati morti e non si sa ancora il perché. E la cosa preoccupa, visto che i sorci sono usati, appunto, come organismi modello in ricerca biomedica per studiare le malattie umane. La navicella per un mese ha percorso un orbita polare (che permette al mezzo di passare sopra entrambi i poli terrestri) ospitando appunto, oltre ai topi, 1.500 moscerini, semi, piccoli vegetali, microrganismi e cellule, il tutto allo scopo di raccogliere dati sui potenziali danni da radiazioni cosmiche per i futuri astronauti.
I raggi cosmici sono particelle subatomiche (principalmente protoni e nuclei atomici) di altissima energia, che provengono dallo spazio, molto pericolosi per chi dovrà affronterà viaggi verso la Luna o Marte. L'esporsi a loro può causare disfunzioni del sistema nervoso centrale, perdita della vista e immunitaria negli astronauti, oltre a un aumento del rischio di tumori e danni alla struttura ossea. Oltre che l'insorgere di malattie neodegenerative. Non a caso una delle prove effettuate sui topi riguardava la sperimentazione - nello spazio - di un farmaco chiamato Omaveloxolone (nome commerciale Skyclarys), che tratta l'atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa rara.
La missione, frutto dello sforzo congiunto di Roscosmos e Accademia russa delle scienze, è atterrata in Russia nella regione di Orenburg causando un piccolo incendio boschivo, prontamente spento per consentire alle squadre di recupero di avvicinarsi al modulo di discesa. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Tass, 10 dei 75 topi presenti a bordo sarebbero morti per cause ancora da accertare. Oleg Orlov, direttore dell'Istituto per i problemi biomedici dell'Accademia russa delle scienze, ha dichiarato che le cause potrebbero essere diverse, anche "perché erano topi maschi, animali aggressivi, con complessi conflitti intragruppo".
Durante il rientro sulla Terra del lander è stato condotto anche l'esperimento "Meteorite", mirato a verificare la possibilità che la vita sulla Terra sia arrivata dallo spazio (una teoria nota come panspermia). In pratica, all'interno dello scafo della capsula Bion sono state inserite rocce basaltiche contenenti ceppi microbici, per valutare se i batteri possono sopravvivere allo stress termico del rientro attraverso l'atmosfera terrestre.
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